Non profit
Tesc: «Il servizio civile abbia valore ufficiale»
Il Tavolo piemontese degli enti di servizio civile riporta in primo piano le grandi battaglie da vincere: "Una nuova legge, aumento delle partenze, ma soprattutto crediti formativi e più punti nei concorsi nella ricerca di un lavoro dopo l'anno di servizio"
"Si torni a investire sul servizio civile. Si garantisca a un numero sempre di maggiori di usufruire di tale opportunità. Venga valorizzata a livello ufficiale la formazione svolta nell’anno di servizio. Si riconosca l’investimento messo in atto dagli enti attuatori. Si aumenti l’opera di informazione e sensibilizzazione dell’intera società sul tema". Immediate e concrete: ecco le richieste lanciate oggi dal Tesc, Tavolo enti servizio civile del Piemonte, con un appello pubblico che preme per far ripartire l’esperienza cardine del mondo giovanile di oggi, messa a dura prova dai tagli governativi degli ultimi anni.
“Non bisogna limitarsi a una mera richiesta di fondi, piuttosto vogliamo che la politica rendi evidente il valore del servizio civile come strumento formativo”, sottolinea a vita.it don Alberto Martelli, responsabile regionale servizio civile della Federazione salesiana Scs-Cnos dal 2011 presidente del Tesc (nata nel 2009 e che annovera tra le sue fila le componenti piemontesi di vari enti tra cui Acli, Arci servizio civile, Confcooperative, Anpas, Aism, Caritas diocesana, Legacoop, Centro studi Sereno Regis e la stessa Federazione Scs-Cnos). L’appello è nato dopo la recente pubblicazione della ricerca su Servizio e civile e lavoro: “sia chiaro: l’anno di servizio ha prima di tutto la valenza di difesa alternativa della patria”, riprende Martelli, “ma serve anche concentrarsi sull’aspetto lavorativo, perché necessariamente al termine del servizio il cammino dei giovani va nella direzione della ricerca di un impiego”.
“Il servizio civile e il lavoro sono uniti nell'importanza di poter costruire un futuro degno per ogni giovane che si affacci alla vita adulta così da esser protagonista della società in cui vive”, recita una parte dell’appello della Tesc (scaricabile qui a lato). Quali strumenti pratici chiedete? “Per esempio, nei concorsi siano riconosciuti punti in più a chi ha svolto il servizio”, risponde Martelli, “siano concessi crediti formativi spendibili sul curriculum, dopotutto si tratta di un anno privilegiato in cui ci si allena a servire gli altri, è un’ottima palestra di vita e le competenze acquisite meritano di essere messe nero su bianco”.
Il presidente della Tesc è ovviamente cosciente del momento difficile che attraversa il Scn, Servizio civile nazionale: “apprezziamo il lavoro svolto dal governo attuale e dal ministro per la Cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi, che ha perlomeno mantenuto lo status quo. Allo stesso modo, siamo certi che nessuna parte politica voglia cancellare il servizio civile: ma ora più che mai serve una ripresa, c’è una legge che da anni è in Parlamento e aspetta di essere riformulata”, indica Martelli. E le elezioni in vista? “il voto è sempre un’occasione e un impedimento in contemporanea, perché blocca i lavori ma può portare novità interessanti: speriamo prevalga questa seconda strada”.
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