Università
Terzo settore, si formano manager ad alto impatto sociale
Alla Lumsa di Roma la seconda edizione del master di primo livello in Scienze e Management degli Enti del Terzo Settore - Ets. Il 4 febbraio un webinar di presentazione. Il condirettore Filippo Giordano: «Nel Terzo settore italiano lavorano principalmente persone che non hanno un background di carattere economico-manageriale. Per creare valore e impatto, c’è bisogno di ragionare in una prospettiva multistakeholder»
L’obiettivo di questo corso è «formare persone che possano portare competenze manageriali nel Terzo settore: su questo si deve investire e si deve ancora fare molta strada», dice Filippo Giordano, ordinario di Economia aziendale all’Università Lumsa e condirettore del master in primo livello in Scienze e Management degli Enti del Terzo Settore – Ets. Alla sua seconda edizione, il corso sarà presentato durante il webinar L’attuazione della normativa fiscale per gli Enti del Terzo Settore in attesa della notifica europea, prospettive e criticità, che si svolgerà il 4 febbraio alle ore 15.
Contenuti trasversali e verticali
«Il master si occupa di management degli enti del Terzo settore, che però sono tante cose: cooperative sociali, associazioni, fondazioni, organizzazioni non governative, organizzazioni di volontariato, enti ecclesiastici, imprese sociali. Una molteplicità di organizzazioni che hanno caratteristiche e genesi diverse, e si occupano di questioni differenti», dice Filippo Giordano. «Il corso propone, da un lato, contenuti trasversali validi per tutte queste realtà. Dall’altro propone verticalità su alcuni ambiti specifici. Un elemento di valore è questo equilibrio che c’è tra contenuti trasversali (per esempio, principi di management e governance, amministrazione e fiscalità, bilancio e rendicontazione, organizzazione e fundraising), con contenuti verticali su imprenditorialità sociale, welfare locale, cooperazione internazionale, enti ecclesiastici, filantropia».
Un elemento importante del master è la multidisciplinarietà, «il management deve saper dialogare con la dimensione sociale in senso ampio delle organizzazioni», continua Giordano. «L’obiettivo è formare persone che possano dare un contributo di qualità come manager nel Terzo settore, in termini di competenze: su questo si deve investire e si deve ancora fare molta strada».
Background economico-manageriale
Il Terzo settore «ancora oggi è primariamente fatto da persone che non hanno un background di carattere economico-manageriale, ma di carattere sociale. Soprattutto per ricoprire un ruolo di vertice è assolutamente necessario integrare la competenza tecnica specifica legata alla propria professionalità in ambito sanitario, sociale, umanitario con competenze di carattere manageriale e anche di carattere giuridico-amministrativo, continua Giordano. «Anche se si avrà sempre bisogno di un commercialista e di un avvocato, a supporto, è fondamentale avere gli elementi per guidare la macchina organizzativa nel pieno della consapevolezza».
L’obiettivo del master è formare persone che possano dare un contributo di qualità come manager nel Terzo settore, in termini di competenze: su questo si deve investire e si deve ancora fare molta strada
Una visione di sistema
La competenza manageriale «va a integrarsi e innestarsi su altre competenze di carattere sociale, che sono comunque necessarie quando si lavora in una non profit. Un altro elemento importante», prosegue, «è avere una visione di sistema: il Terzo settore per creare valore e generare ha bisogno di ragionare in una prospettiva multistakeholder. Oggi alle organizzazioni non profit piace raccontarsi come organizzazioni che devono primariamente generare impatto sociale, ma questo si genera col sistema e nel sistema, un’organizzazione da sola non lo crea. Impatto significa generare cambiamento duraturo nel contesto in cui si interviene».
Giordano afferma che il perseguimento e raggiungimento dell’impatto «dipendono dalla capacità di far convergere sui propri obiettivi anche gli altri stakeholder e, quindi, imprese, pubbliche amministrazioni, donatori e volontari: tutti quei soggetti che mettono a disposizione le risorse per lo svolgimento della propria attività. Avere una visione di sistema, come operare dentro il sistema, è importante». Nel master si parla anche di come si fa advocacy, di come si sviluppano e si gestiscono le partnership, come si coprogetta e si collabora con il pubblico e con le imprese, come si ingaggiano i donatori e i volontari». Giordano precisa che «il tema dello stakeholder engagement, inteso in senso ampio, è fondamentale per il successo di una non profit».
L’importanza della parte esperienziale
La prima edizione del master è stata caratterizzata, per i partecipanti, da una visita alla Comunità di San Patrignano, ad ottobre. «È una delle più importanti realtà del Terzo settore italiano, tra le più note a livello internazionale. Uno degli obiettivi della seconda edizione è quella di aumentare la parte esperienziale. La formazione assume un valore diverso se si ha la possibilità di toccare con mano e ascoltare dalla voce degli operatori le questioni che sono state proposte in aula», continua Giordano.
«La formazione manageriale assume un significato diverso per una persona che già lavora, quindi che ha già un’esperienza, rispetto a chi è acerbo d’esperienza nel contesto. Per ragazzi a pochi anni dalla laurea, con background di tipo socio-sanitario e umanistico, che vogliono lavorare nel Terzo settore con un piglio organizzativo, manageriale, è fondamentale la dimensione esperienziale, perché sono persone che non hanno un vissuto pregresso, di esperienza gestionale, di conoscenza diretta, di situazioni concrete».
La necessità di cambiare degli Ets per non “navigare a vista”
«Nel Terzo settore c’è da qualche anno una “navigazione a vista”, legata non solo all’incertezza del quadro normativo regolamentare che si è messo in movimento con la riforma ma anche all’incertezza strutturale che comporta lavorare, spesso in collaborazione con le pubbliche amministrazioni, nel contesto sociale soggetto a continui cambiamenti di scenario dal punto di viste dei bisogni, dei finanziamenti e delle norme», prosegue. «Se c’è un elemento che caratterizza primariamente la vita degli Ets è proprio questa incertezza che mette a dura prova la sostenibilità economico-finanziaria delle organizzazioni, quindi la capacità perseguire con successo la sua missione. Chi è a capo di queste organizzazioni deve essere in grado di darne una visione ampia e forte».
Oggi alle organizzazioni non profit piace raccontarsi come organizzazioni che devono primariamente generare impatto sociale, ma questo si genera col sistema e nel sistema, un’organizzazione da sola non lo crea
Il condirettore prosegue dicendo che «più è incerto il percorso, più c’è bisogno di avere un approccio adattivo ed è importante avere una visione chiara di quello che si vuole essere come organizzazione, degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Spesso gli Ets non sono in grado di affrontare il cambiamento, quindi vanno in crisi. Proprio il tema del cambiamento sarà un tema importante che si toccherà nel convegno di presentazione della seconda edizione del master. Sicuramente l’orientamento all’impatto della missione e dell’agire, dà una prospettiva alta a queste organizzazioni».
La presentazione del master online
Al webinar L’attuazione della normativa fiscale per gli Enti del Terzo Settore in attesa della notifica europea, prospettive e criticità, che si svolgerà il 4 febbraio alle ore 15, in cui verrà presentato il master, interverranno: Francesco Capogrossi Guarna, presidente della commissione di studio “Terzo settore e non profit” dell’Odcec Roma; Francesca Danese, portavoce Forum Terzo Settore Lazio; Vincenzo De Bernardo, direttore Federsolidarietà-Confcooperative; Cristina De Luca, presidente Csv Lazio; Francesco Vismara, responsabile relazioni istituzionali San Patrignano e membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore. L’incontro sarà introdotto da Filippo Giordano e sarà moderato da Giuseppe Ambrosio, ceo di Vita Società Editoriale S.p.A. e condirettore del master.
Per iscriversi al master c’è tempo fino al 23 febbraio, avrà inizio a marzo 2025 e terminerà a febbraio 2026.
Foto di apertura Stefano Porta/LaPresse (volontari in camper del Progetto Arca). Nel corpo dell’articolo foto dell’intervistato
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