Welfare

Terzo settore latitante e volontariato al lumicino

Dietro le sbarre

di Redazione

Il protocollo non prevedeva che parlasse. Benedetto XVI, tuttavia, due parole ha voluto dirle ai cinque detenuti del supercarcere di Sulmona che il 4 luglio scorso ha incontrato nel Centro pastorale diocesano durante la visita per l’ottavo centenario della nascita di Celestino V. «Vi ricordo nelle mie preghiere affinché possiate trovare la vostra via», ha detto Papa Ratzinger. Quale miglior augurio? Peccato che i detenuti della struttura abruzzese, se mai dovessero rimettersi sulla retta via, rischierebbero di non incrociare nessuno sulla loro strada. A partire dai rappresentanti del terzo settore. L’Abruzzo, in base alla sesta rilevazione nazionale sul volontariato penitenziario, è la terza regione dopo Campania e Puglia per numero di detenuti più alto in rapporto ai volontari e agli operatori non istituzionali presenti nelle strutture detentive. Ben 14,75 reclusi a testa rispetto ai 5,68 della media nazionale. Nel 2008 contava solo 57 volontari (ex articoli 17 e 78 dell’Ordinamento penitenziario) in 7 istituti, rispetto ai 945 attivi nelle 14 carceri del vicino Lazio. La Conferenza regionale volontariato e giustizia, che comprende anche il Molise, ha avuto alterne fortune. «Le associazioni hanno aderito a livello virtuale», dice Giustino Campanella dell’associazione Verso il Futuro di Teramo. Né la Regione ha finora istituito il Garante per i detenuti. A Sulmona c’è una sede distaccata del Centro servizi al volontariato dell’Aquila ma non si tengono corsi per formare chi vuol aiutare i detenuti. «Potremmo realizzarli ma nessuno li chiede. Non possiamo metterci al posto delle associazioni», si difende Cettina Renzi, responsabile della sede. Le cose non vanno meglio sull’altra sponda del terzo settore, il privato sociale. «In Abruzzo, la cooperazione sociale di tipo B per il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, come ad esempio i detenuti, non è mai decollata. Né le cooperative si sono cimentate con la tossicodipendenza e la psichiatria», ammette Teodora Di Santo, presidente regionale di Federsolidarietà.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.