Sussidiarietà
Terzo settore, il Governo vara il social bonus: ecco i primi 5 enti ammessi
Un credito d'imposta del 65% per i cittadini che faranno una donazione per contribuire a progetti che restituiranno al bene comune, ristrutturandoli, immobili pubblici inutilizzati o beni confiscati. È la novità del social bonus. La viceministra Maria Teresa Bellucci annuncia i primi cinque enti del Terzo settore ammessi
di Alessio Nisi
È una misura fiscale prevista dal Codice del Terzo settore (in particolare dall’articolo 81 del decreto legislativo 117/2017) e il suo obiettivo è sostenere l’attività di recupero di immobili pubblici inutilizzati e beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata da parte degli enti del Terzo settore.
I 5 enti del Terzo settore ammessi al social bonus
In punta di diritto si tratta di un credito d’imposta. Parliamo del social bonus, strumento istituito nel 2017 e mai reso operativo. Da oggi potranno beneficiarne 5 enti, selezionati nel decreto direttoriale n. 190 del 4 settembre 2024: Fondazione Andrea Bocelli, Giovanni Paolo II Locorotondo odv, Terra felix società cooperativa sociale, L’albero di Zaccheo odv e la giovanissima Mutuo soccorso Milano aps.
I prossimi avvisi per accedere al social bonus saranno a gennaio e poi nella primavera 2025.
Credito d’imposta dal 65 al 50%
Ad annunciare i dettagli dell’iniziativa il viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci. «Il Governo», ha spiegato, «inaugura il social bonus, un’importante e innovativa leva fiscale per favorire l’alleanza tra pubblico, privato sociale e privato. Si tratta», ha precisato, «di un credito d’imposta dal 65 al 50% che viene riconosciuto a tutti coloro che faranno una donazione agli enti del Terzo settore che vogliano recuperare immobili pubblici o sottratti alla criminalità organizzata e che vengono messi a disposizione delle persone più fragili come disabili o anziani».
In sostanza l’ente di Terzo settore si impegna a ristrutturare o riqualificare un immobile pubblico o un bene confiscato alla criminalità organizzata, destinando tali edifici esclusivamente per lo svolgimento di attività di interesse generale con modalità non commerciali. Lo Stato “certifica” i progetti e riconosce un credito d’imposta ai cittadini o alle società/enti che faranno una erogazione liberale in denaro per sostenere questa ristrutturazione. Il beneficio fiscale è del 65% della donazione per i cittadini e del 50% per gli enti e le società. Leggi QUI i loro progetti.
Patto di solidarietà sociale
«Lo Stato», ha aggiunto Bellucci, «fa la sua parte, cioè aiuta questi enti a poter fare di più e il Governo si è preso al responsabilità di attuare una norma che esisteva sulla carta dal 2017 e che non era mai stata messa in pratica dai precedenti esecutivi. Il governo Meloni così dà dimostrazione della sua sensibilità e di quanto creda che la solidarietà sociale passi proprio dal sostenere tutte quelle persone che passano la propria vita nell’aiutare i più fragili. Queste sono le politiche sociali in cui crediamo e che non sono mero assistenzialismo ma che invece promuovono un patto di solidarietà sociale».
Pubblico, privato e privato sociale insieme
Bellucci ha sottolineato inoltre come questa «leva fiscale prevista dal Codice del Terzo settore», sia «una delle più innovative e rappresenta un’importante opportunità di collaborazione tra pubblico, privato e privato sociale per la gestione di spazi recuperati, in cui verranno promosse esclusivamente attività di interesse generale con modalità non commerciali».
Foto da ufficio stampa
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.