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Terzo settore, i nuovi profili fiscali alla luce delle norme Ue
Il diritto tributario conseguente alla Riforma del Terzo settore che si va ad accordare con i parametri dell’Unione europea è al centro di un convegno di studi promosso da Terzjus con l’Università di Siena - in programma nel pomeriggio di martedì 14 giugno - dal titolo “I profili fiscali della riforma del Terzo settore nella cornice dei principi comunitari”
di Redazione
Il mutato quadro giuridico e tributario degli enti non profit, conseguente alla riforma del Terzo settore che ha assegnato una centralità agli organismi che si fanno portatori del principio costituzionale di sussidiarietà svolgendo in forma prevalente attività di interesse generale è al centro del convegno promosso da Terzjus con l’Università di Siena e il Dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo pisano, in programma domani – martedì 14 giugno – a partire dalle ore 14,30 nell’Aula magna dell’Accademia dei Fisiocritici (in allegato il programma dettagliato).
Con i decreti di riforma del Terzo settore, infatti, viene introdotto un sistema di norme che innova rispetto al passato e punta allo sviluppo degli enti dell’economia sociale nel rispetto delle regole sugli aiuti di stato poste a tutela del mercato.
La portata innovativa della riforma è duplice: da un lato una fiscalità che modifica la definizione di commercialità adeguandola ai parametri dell’Unione europea di non economicità, sottraendo cosi gli enti non profit all’applicazione dei parametri previsti per gli operatori del mercato. Dall’altro fornendo un nuovo quadro fiscale per le imprese sociali destinate a divenire punto di riferimento, insieme al mondo delle cooperative, dei modelli imprenditoriali dell’economia sociale. Una fiscalità, dunque, che con la definitiva autorizzazione della Commissione europea inciderà sulle scelte degli enti con riferimento alla qualifica e ai modelli organizzativi da assumere nell’ambito del nuovo registro unico.
A fronte del completamento della riforma italiana del Terzo settore emerge tra i temi la possibilità di avviare un dialogo a livello europeo per rivedere alcuni principi legati alla fiscalità degli enti non profit ed alle regole sugli aiuti di stato. Il ruolo sempre più importante assunto dall’economia sociale – in Europa oggi conta 2,8 milioni di organismi che danno lavoro a 13,6 milioni di persone – potrà essere valorizzato passando anche attraverso una rivisitazione e una maggiore uniformità delle regole fiscali a livello europeo.
Saranno questi alcuni dei temi al centro del convegno dal titolo "I profili fiscali della riforma del Terzo settore nella cornice dei principi comunitari” che avrà tra le voci quella del commissario Ue al Lavoro e ai diritti sociali, Nicolas Schmit, della sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, di Patrizia Toia, co-presidente dell’Intergruppo sull’Economia sociale al Parlamento europeo.
In apertura photo di Guillaume Périgois da Unsplash
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