Non profit

Terzo settore: ecco la fase 2

Le promesse di Rutelli: «Da gennaio consultazione stabile» Il vicepremier e Ferrero promettono una legge quadro. E le Acli hanno un’idea

di Ettore Colombo

Agennaio si avvierà «un confronto stabile e aperto tra il governo e le associazioni del terzo settore», annuncia il vicepresidente del consiglio, Francesco Rutelli. «All?inizio dell?anno nuovo», aggiunge, «Prodi incontrerà le associazioni per formare un?agenda di iniziative comuni».

Una legge quadro di riordino e armonizzazione delle diverse normative riguardanti l?associazionismo e il terzo settore, aggiunge il ministro alla Solidarietà sociale, Paolo Ferrero rispondendo alla proposta lanciata dalle Acli, «va fatta entro la legislatura. Ma deve essere frutto di un?ampia discussione». Secondo il ministro occorre in particolare «un ampio dibattito per analizzare e superare le criticità. Soprattutto per distinguere nettamente il lavoro volontario da quello svolto nell?impresa sociale, per evitare che diventi un ulteriore terreno di precarizzazione». Gronda di notizie la presentazione del IX rapporto sull?associazionismo sociale redatto dall?istituto di ricerche educative e formative delle Acli, l?Iref, e avvenuta martedì 19 dicembre. Una legge quadro organica, nella quale si arrivi all?unificazione degli oltre trenta Albi e Osservatori che a livello nazionale e regionale monitorano, censiscono e riconoscono tutte quelle realtà di volontariato, associazionismo di promozione sociale e cooperazione che rientrano nella più ampia definizione di terzo settore: questa è la proposta chiave che le Acli, per bocca del loro presidente nazionale, Andrea Olivero, hanno avanzato. Le Acli, infatti, annunciano che si presenteranno al tavolo convocato da Prodi con una proposta di modifica della legislazione che mira ad individuare tre diversi soggetti, tre tipologie di forme associative: le associazioni ?a solidarietà prevalente operanti sul territorio nazionale?, che sarebbero le ex organizzazioni di volontariato; le associazioni ?a solidarietà prevalente operanti fuori dal territorio nazionale?, e cioè le ex associazioni di cooperazione internazionale (ong); infine, le associazioni ?a mutualità prevalente?, vale a dire le ex associazioni di promozione sociale. La differenza tra le prime due tipologie e la terza sta nell?orientamento operativo, che è rivolto prevalentemente al di fuori della compagine associativa nei primi due casi, mentre è rivolto in prevalenza all?interno della propria membership – soci, associati, affiliati, aderenti – nel terzo caso. Su questa base può e deve essere prevista una serie di agevolazioni fiscali, in ragione dell?utilità sociale delle attività da esse svolte. Secondo Olivero le misure proposte «contribuiranno a far diventare il terzo settore un vero soggetto di sviluppo non solo del welfare ma anche dell?economia del Paese ». Luigi Bobba, senatore della Margherita, conferma che «il terzo settore può ridare fiducia ad un Paese che, come dimostra il rapporto, è in questo momento carico di paure e dove si sta allargando la fascia di cittadini che si rifugia nel proprio particolare Ecco perché bisogna dare loro forza e sostegno». Il governo ha raccolto l?invito, staremo a vedere.

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