Politica

Terzo settore e Rai, una strana campagna

di Riccardo Bonacina

Carlo Romeo, è un simpaticissimo e preparato collega. Lo conosco, e lo apprezzo, da quando era a Radio Radicale diretta da Lino Jannuzzi, dopo un’epica esperienza al Tg di Teleroma 56, dal 1995 è in Rai prima come direttore della Sede regionale della Valle d’Aosta di cui è stato anche capostruttura dei programmi regionali e poi di quella dell’Emilia – Romagna. Dal giugno 2000 è responsabile del Segretariato sociale della Rai, struttura nata nel 1994 durante la presidenza di Letizia Moratti. Stimo Carlo Romeo, mi sia permesso dir così, per tutto ciò che ha fatto prima del giugno 2000. Poi, si è dovuto barcamenare in una struttura senza peso e con poco budget, bazzicando convegni, concedendo patrocini e poco altro. Sono convinto che fosse davvero difficile fare di più. In questi ultimi anni, poi, il Segretariato sociale è diventato un pannicello caldo dietro cui nascondere tutte inadempienze della Rai non dico verso tutti i contribuenti che pagano il canone, ma almeno rispetto ai pochissimi impegni previsti da un contratto di servizio siglato nel 2007 e tuttora inevaso (tra non molto scade!) «Il Segretariato Sociale della Rai», infatti, recita il suo oggetto sociale, «ha la responsabilità aziendale della comunicazione e della programmazione sociale, al fine di definire le linee guida di comunicazione ed i principi di riferimento per la presentazione delle problematiche sociali da parte della Rai, nell’ambito del contratto di servizio fra Rai e Ministero delle Comunicazioni. Il Segretariato definisce, propone e/o realizza le iniziative sulle tematiche sociali sia all’esterno che all’interno della programmazione radiotelevisiva e multimediale, anche in collaborazione con le associazioni e le istituzioni preposte». Chi volesse rendersi conto della pochezza delle cose fatte rispetto a tanti obiettivi non ha che da andare al sito del segretariato. Bene, da circa 15 giorni sta montando una strana campagna che vede alcuni personaggi del non profit e qualche associazione proporre proprio Romeo nel nuovo Cda della Rai. L’inizio fu dato da un’agenzia di stampa (non è difficile immaginare da chi è stata lanciata) che segnalava “l’appello di don Luigi Ciotti, Sergio Marelli, Guido Bertolaso e Luca Pancalli per la candidatura di Carlo Romeo nel CdA della Rai, consapevoli della sua sensibilità e attenzione alle tematiche del sociale”. A seguire sono cominciate le adesioni. Dapprima, Save the Children, che ritiene che ”la nomina di Carlo Romeo, attuale responsabile del Segretariato Sociale Rai che, negli anni, con un costante lavoro di contatto e servizio con il mondo della comunicazione sociale, è stato in grado di ascoltare e cogliere le opportunità che da esso arrivano, trasformandole in temi di spessore per il servizio pubblico, possa rispondere a quest’esigenza”. Poi le associazioni Agesci e Cngei riunite nella Federazione italiana dello Scautismo. Infine anche un Ente storico come l’Ente nazionale sordi che attraverso la presidente, Ida Collu, in una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiede: ”Ancora oggi, nel silenzio generale – scrive Collu – le norme del contratto di servizio in materia di programmazione sociale e accessibilita’ rimangono lettera morta, ed è quanto mai opportuno dare a quella minoranza del Paese, costituita dalle persone svantaggiate, un segnale forte di attenzione alle loro problematiche e garanzia di rispetto delle regole”. ”Per questo – aggiunge – ritengo che l’esperienza e la sensibilità del dott. Romeo possano contribuire a rendere la Rai migliore e aiutare l’azienda a esprimere al meglio quel ruolo di servizio pubblico a fronte del quale tutti i cittadini pagano il canone”. Ora, al di là di ogni più profonda e urgente considerazione sulla Rai che c’è e quella che, forse, verrà, plaudo al mestriere di Carlo Romeo e all’abilità con cui sta orchestrando la campagna. Ma, insieme mi chiedo, ma è mai possibile un tale grado di incoscienza politica e così poca autostima da parte di importanti organizzazioni e leader del Terzo settore?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA