Cultura

Terzo settore e comunicazione, le parole per dirlo. Un seminario

Se non racconti la tua storia, qualcun altro la racconterà per te. Se non usi le parole adatte, le parole d’odio travolgeranno la tua storia. Trovare le parole adatte è necessario. Raccontare la propria storia con quelle parole lo è ancora di più. Per dar corpo a una comunicazione efficace occorre tanto lavoro comune e tantissima voglia di rimettersi in gioco. Un lavoro e una voglia che sono al centro del secondo modulo de “Le cose che non ti ho detto”, spazio di condivisione e pratica di comunicazione civile organizzato da Vita in collaborazione con il Politecnico di Milano

di Marco Dotti

Se non racconti la tua storia, qualcun altro la racconterà per te. Se non usi le parole adatte, le parole d’odio travolgeranno la tua storia. Trovare le parole adatte è necessario. Raccontare la propria storia con quelle parole lo è ancora di più. È necessario soprattutto oggi che hate speech e fake news sono state sdoganate anche sul piano istituzionale.

Soprattutto nel contesto di un’azione civile e umanitaria che, coinvolgendo l’intero sistema del Terzo settore, rischia di compromettere quell’azione, non solo la sua immagine. Ma le campagne di contrasto non bastano. Occorre andare oltre, dotandosi di strumenti ibridi (tra comunicazione, cyberpsicologia e tecniche di gestione del conflitto) e consapevolezza che la tempesta d’odio e discredito che sta colpendo le ONG è solo la prima fase di un abuso di media e social media che rischia di intensificarsi nel futuro prossimo.

Per questo – è l’invito che ci manda Arjun Appadurai, uno dei massimi antropologi contemporanei – «dobbiamo scommettere sulle parole». Scommettere «affinché abbiano un senso» e, con narrazioni coerenti e strumenti sempre nuovi, sfidino i discorsi d’odio suo loro terreno. Dettando però la linea di nuove narrazioni.

Per farlo e per dar corpo a una comunicazione efficace occorre tanto lavoro comune e tantissima voglia di rimettersi in gioco. Un lavoro e una voglia che sono al centro del secondo modulo de Le cose che non ti ho detto, spazio di condivisione e pratica di comunicazione civile organizzato da Vita in collaborazione con il Politecnico di Milano (qui la news sul primo modulo del seminario).

Si terrà a Milano i prossimi 1 e 2 ottobre. Gestite dal gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Elena Granata del Politecnico di Milano (con lei Riccardo Bonacina, Fiore Da Lettera, Marco Dotti), le due giornate vedranno la presenza, tra gli altri, di Alessandro Sortino, autore e conduttore televisivo (Le Iene, Nemo, Popolo Sovrano, Questa è vita!) che ci aiuterà a capire le trappole del “montaggio” televisivo, e Luca Doninelli, scrittore, drammaturgo, vincitore del premio selezione Campiello 2016 e docente di Storytelling allo Iulm di Milano, che ci aiuterà a capire il lavoro sulle parole e i tormenti del raccontoe del raccontare.

Ospite della serata del 1 ottobre sarà Luca Mastrantonio, saggista e giornalista al “Corriere della Sera” dal 2011, dove ha lavorato alla progettazione e realizzazione dell'inserto «la Lettura», per Einaudi ha pubblicato Emulazioni pericolose.

Le giornate consisteranno inoltre in un laboratorio pratico su come impostare una media strategy e implementare una narrazione efficace e coerente (una #comunicazionecivile) in contesti particolarmente critici (per la reputazione, ma non solo) delle organizzazioni della società civile.

Per informazioni, per il programma dettagliato e per iscriversi al seminario Le cose che non ti ho detto, che si terrà a Milano, presso l’Abbazia di Mirasole, i prossimi 1 e 2 ottobre scrivete all’indirizzo vita@vita.it. Vi forniremo tutte le indicazioni pratiche, anche per l’eventuale pernottamento: è possibile infatti alloggiare nelle moderne stanze dell’Abbazia.

in allegato a fondo pagina il paper sul seminario

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.