Assieme all’approvvigionamento energetico, i trasporti costituiscono uno dei fattori determinanti per lo sviluppo economico e la competitività di un sistema urbano e territoriale. Ma la continua crescita dei flussi di mobilità sul territorio – fortemente sbilanciati sulla componente del mezzo privato per eccellenza, l’automobile – non è priva di conseguenze negative, che si manifestano in termini di impatti ambientali, economici e sociali (traffico, inquinamento, danni sanitari, ambientali, al patrimonio, ore di lavoro perse).
La sfida è, in tutto il mondo, quella di riorganizzare il trasporto, incrementando l’accessibilità delle reti di mobilità sostenibile, quella del ferro, dei veicoli leggeri ed efficienti, della ciclabilità. Attorno ai nodi di traffico si costruiscono in tutta Europa i quartieri a bassa motorizzazione o, persino, “car free” o “bike city”.
Il riferimento è ai principi del New Urbanism e alle esperienze del Transport Oriented Development, pratiche accomunate da un duplice obiettivo:
-a breve termine quello di massimizzare l’efficacia degli investimenti di trasporto, incentivando l’incremento di densità, di mix funzionale e di qualità urbana lungo i corridoi infrastrutturali;
-a lungo termine, quello di favorire l’utilizzo del trasporto collettivo e limitare la dispersione insediativa e il consumo di prezioso territorio.
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