Volontariato

Terrorismo: un appello coraggioso

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'appello di Farid Adly, che è stato letto oggi nella giornata del dialogo cristiano-islamico, indetta per l'ultimo venerdì di Ramadan

di Paolo Manzo

Cari colleghi di Vita, vi mando questo mio appello che verrà letto oggi nelle cerimonie per la giornata del dialogo cristiano-islamico, indette per l’ultimo venerdì di Ramadan in diverse città da molti gruppi di base musulmani e cristiani. Mi piacerebbe che Vita lo lanciasse, per aprire un dibattito tra gli intellettuali arabi presenti in Italia. testo dell’appello Ora basta! Ogni nostro ulteriore silenzio è complice. Noi intellettuali arabi e musulmani, presenti in Italia ed in Europa, non possiamo più esimerci dal prendere una posizione chiara ed esplicita di rifiuto del terrorismo. Non ci sentiamo affatto messi sul banco degli accusati, ma non possiamo lo stesso sottrarci al nostro ruolo. Dopo gli attentati che hanno falcidiato vite umane, di persone innocenti, non possiamo continuare a tergiversare sulle colpe del colonialismo occidentale e sulla potenza dell’impero americano. Leggiamo su molta stampa araba analisi su un diabolico complotto ordito contro l’islam e dibattiti sull’appassionato e nello stesso tempo futile tema: a chi giova? Questo è un lusso che se lo possono permettere soltanto coloro che hanno tempo da perdere. Il cancro del terrorismo colpisce prima di tutto le nostre società d’origine, avviluppandole in un futuro oscurantista. Urge invece una chiarezza nel nostro campo. Ora. Non è una resa a forze esterne, ma una difesa del bene più prezioso che possediamo: la vita ed il futuro di uomini e donne. Di ogni luogo, credo, religione e nazione. Agli appelli ed alle azioni di chi chiama alla guerra tra civiltà, dobbiamo contrapporre la fede nel dialogo e nella costruzione di ponti. Continuare a lamentarsi soltanto delle colpe, passate e presenti, dell’occidente alimenta il senso di frustrazione che gli arabi vivono ancora, a quasi mezzo secolo dall’indipendenza politica. Se abbiamo da recriminare, lo dobbiamo fare nei confronti delle nostre classi dirigenti che hanno fallito il loro compito e hanno fatto prevalere interessi personali e di casta rispetto a quelli generali e pubblici. Soltanto un riscatto improntato sulla razionalità e sull’affermazione della tolleranza, potrà condurre i popoli arabi e musulmani fuori dal pantano del terrorismo e dall’arretratezza. Non possiamo ripetere l’errore compiuto nei confronti del popolo algerino, lasciato solo tra l’incudine del terrorismo ed il martello del potere dei militari corrotti. Ciascuno, nel suo ambito, deve agire coerentemente con i valori che esprime. Ridurci a osservatori silenti del collasso, a vista d’occhio, di ogni valore della nostra civiltà è una resa a chi vuole strumentalizzare l’Islam e la tradizione araba, rinnegando il richiamo alla pace ed alla fraternità lanciati 14 secoli fa dal profeta Mohammed. Non lasciamo in mano a dei pazzi sanguinari l’eredità di 14 secoli di civiltà arabo-islamica! Diamo un esempio di opposizione chiara e coraggiosa, per non lasciare una moltitudine di giovani in preda al sopprimente pensiero della pura e stupida violenza. Info: 0941.730053


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