Famiglia

Terrorismo: Card. Martino, Onu torni centrale

Per il cardinale Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace ''per vincere il terrorismo occorre andare alle origini ed eliminare le cause''

di Paolo Manzo

”Per vincere il terrorismo occorre andare alle origini, eliminare le cause” e allo stesso tempo restituire ”centralita’ alle organizzazioni internazionali, anche con una riforma che le metta in grado di rispondere alle nuove esigenze della comunita’internazionale”. Il cardinale Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace, glissa domande sull’ultimo attentato a Baghdad e sulle stragi di Madrid ma richiama quanto affermato dal Papa nel messaggio della Giornata mondiale della pace sulla lotta al terrorismo, interpellato a margine di un convegno su ”La donna e i diritti umani” al pontificio ateneo Regina Apostolorum. Nel Messaggio 2004, infatti, ”Giovanni Paolo II ha trattato in maniera magistrale il tema del terrorismo: e’ evidente -ricorda il porporato, tra i piu’ convinti oppositori vaticani alla guerra in Iraq- che bisogna mettere in atto tutte le possibili azioni per eliminare il terrorismo, in maniera che tutte le organizzazioni statuali e internazionali possano sconfiggerlo. E poi il Papa ha detto che bisogna andare alle origini, alle cause: se non si eliminano le cause avremo sempre terroristi e sono anni ed anni che il povero sottoscritto lo ripete”, ha aggiunto Martino, che e’ stato per 16 anni osservatore permanente del Vaticano all’Onu. Il cardinal Martino, che non ha citato il conflitto israelo-palestinese, ha osservato come ”lo studio in corso al Palazzo di Vetro sul terrorismo si sia arenato perche’ non si arriva ad una definizione condivisa su che cosa il terrorismo sia: qualcuno infatti definisce ‘terrorismo’ quello che per altri e’ la lotta di indipendenza per la liberazione nazionale. Dunque anche su questo la comunita’ internazionale stenta a trovare un accordo e dovrebbe invece prendere posizione”. Il ritiro delle truppe della coalizione internazionale dall’Iraq a giugno se la guida della missione non vedra’ sancito il multilateralismo con un ruolo centrale della Nato e dell’Onu, potrebbe facilitare la stabilizzazione in Iraq? Chiedono i giornalisti. ”Il Papa ha supplicato piu’ volte -risponde il cardinale- le Nazioni Unite di intervenire. Lungi dall’essere pacifista a oltranza, come qualcuno l’ha erroneamente descritto, aveva gia’ in passato riconosciuto la necessita’ e la liceita’ dell’azione militare in soli due casi: la legittima difesa da un’aggressione esterna, e la competenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu di determinare i casi in cui e’ necessario intervenire, ad esempio in situazioni di ingiustizia, genocidio, ecc.”. Il Papa, ha ricordato il cardinal Martino, ”ha ribadito piu’ volte il ruolo centrale dell’Onu prima, durante e dopo l’inizio della guerra in Iraq. Non si e’ astenuto dal dire che l’Onu va riformata, visto che deve rispondere alle nuove esigenze della comunita’ internazionale”. Nel corso del suo intervento su ”i diritti della persona nella prospettiva del magistero” il diplomatico vaticano ha definito ”una deriva” la tendenza ”oggi favorita con vari pretesti ad intendere i diritti unicamente come strumenti che tutelano la sfera di autonomia dell’individuo rispetto allo Stato”. Martino ha infine osservato che, ad esempio nelle questioni di bioetica, ”il riconoscimento parziale dei diritti, a cui inducono antropologie inadeguate, compromette il destino delle democrazie contemporanee. Il rispetto della verita’ integrale dell’uomo -ha concluso- diviene pertanto imperativo morale per la cultura democratica del nostro tempo in cui e’ diffusa l’opinione che l’ordinamento giuridico di una societa’ dovrebbe limitarsi a registrare e recepire le convinzioni della maggioranza”.


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