Afghanistan

Terremoto, la terra continua a tremare a Herat, oltre 2mila vittime

Dopo il forte sisma di sabato 7 ottobre di magnitudo 6,3, lunedì una seconda scossa di 4,9 ha colpito ancora una volta l’area afghana. Sono oltre 11mila le persone colpite, con migliaia di feriti. Numeri che secondo le autorità sono destinati a salire. Oltre alla Mezzaluna Rossa sul posto i primi soccorsi da Medici senza frontiere e Unicef

di Antonietta Nembri

Sono cinque le tende mediche allestite da Medici senza frontiere – Msf a poche ore dal forte sisma di magnitudo 6,3 che sabato 7 ottobre ha raso al suolo almeno 13 villaggi nel distretto di Zindah nella provincia di Herat nell’Afghanistan occidentale.

Le tende di Msf nei pressi dell’ospedale regionale di Herat – si legge in una nota dell’organizzazione – possono ospitare fino a 80 pazienti. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) il terremoto ha fatto oltre mille morti e 1.663 feriti, con oltre 11mila persone colpite dalla tragedia. 

Numeri destinati a salire. Anche perché la terra non smette di tremare. Accanto alle scosse di assestamento nella giornata di lunedì 9 ottobre un secondo terremoto di magnitudo 4,9 ha colpito la provincia di Herat. Le autorità di Kabul parlano già di oltre 2mila vittime.

Sul posto sono state inviate immediatamente le équipe della Mezzaluna Rossa che ha anche allestito un campo di emergenza per i terremotati

L’intervento di Msf

«Sin dalle prime scosse che hanno colpito l’area, le équipe di Msf sono intervenute per evacuare tutti i bambini ricoverati, molti dei quali in condizioni critiche, dai reparti di degenza pediatrica dell’ospedale regionale di Herat, supportato da Msf», dichiara Lisa Macheiner, coordinatrice del progetto di Msf a Herat. «Una misura precauzionale nel caso in cui scosse di assestamento dovessero danneggiare l’edificio che non è stato colpito dal terremoto».

Al pronto soccorso dell’ospedale, il ministero della Salute pubblica sta gestendo tutti i pazienti feriti in arrivo e ha richiesto forniture mediche supplementari. In risposta, Msf ha inviato kit per le vittime di massa per trattare fino a 400 feriti e un’équipe medica è al pronto soccorso dell’ospedale per un ulteriore supporto, se necessario.

«Mentre gli sforzi di salvataggio e la ricerca dei feriti continuano nelle aree colpite, MSF sta monitorando la situazione per adattare la propria risposta in base alle necessità», conlcude Macheiner.

I team Unicef in campo

I team di Unicef sono sul campo fornendo farmaci di emergenza alle strutture sanitarie dell’area e tende d’emergenza. Inviati anche 10mila kit per l’igiene e 5mila kit per le famiglie. Dall’Unicef sono stati inviati sul posto anche 1.500 set di vestiti invernali oltre a coperte e mille teloni e articoli di base per la casa che – si legge in una nota di Unicef – andranno a integrare il sostegno fornito da altre agenzie e partner delle Nazioni Unite.

«Insieme ai nostri partner, faremo ogni sforzo per portare rapidamente soccorso alle persone colpite», ha dichiarato Fran Equiza, rappresentante dell’Unicef in Afghanistan. 

In apertura una tenda medica di Medici senza frontiere – foto da ufficio stampa

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.