Sud Est asiatico
Terremoto in Myanmar: ecco come aiutare
Una scossa di terremoto 7.7 ha colpito il Myanmar. I morti potrebbero essere migliaia. Qui già nel 2021 una persona su due aveva bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere. La macchina dell’aiuto è partita subito. Ecco come sostenere associazioni e ong che lavorano sul campo
di Redazione

Venerdì 28 marzo un terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito il Sud-est asiatico. L’epicentro è stato registrato in Myanmar, a 16 chilometri a nord-ovest della città di Sagaing, a una profondità di 10 chilometri. La situazione è drammatica e in continua evoluzione: subito dopo la prima scossa registrata intorno alle 12:50 ora locale (7:20 ora italiana) ne è stata registrata un’altra di magnitudo 6.5. Il terremoto in Myanmar ha avuto una magnitudo 300 volte superiore a quella del sisma di Amatrice del 2016 e 8 volte superiore alla più alta mai registrata in Italia (7.1 a Messina nel 1908).
Nel Paese la situazione era già molto fragile. Dal 2021 una persona su due aveva bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere. Ora si teme una catastrofe, lo abbiamo raccontato in questo articolo “Terremoto in Myanmar, si prospetta una catastrofe”. Le organizzazioni umanitarie italiane presenti nel Paese si stanno già riorganizzando per rispondere ai nuovi bisogni. Una lista delle campagne di raccolte fondi che si possono sostenere.
Fondazione Avsi è presente nel Paese dal 2007 e dal 2021 è impegnata in progetti di emergenza e sviluppo nelle aree interessate dal conflitto. «Siamo in contatto con i nostri colleghi birmani, stiamo verificando come stanno i 600 bambini sostenuti a distanza da famiglie italiane, che terremo informate, e tutte le persone coinvolte nei nostri progetti implementati nell’area dell’epicentro del terremoto in Myanmar», dice Guido Calvi, responsabile progetti dell’ong. «Le comunicazioni con il Paese però sono molto difficili». Avsi ha aperto una raccolta fondi “Emergenza terremoto in Myanmar” per supportare la popolazione.
Le scosse hanno causato ingenti danni anche in Thailandia e sono state avvisate altrove nella regione. Le scosse hanno causato ingenti danni anche in Thailandia e sono state avvisate altrove nella regione. «I primi rapporti», dice Save the Children, «presentano numerose vittime in entrambi i Paesi, sebbene i numeri esatti non possano essere verificati a causa delle strade bloccate e delle comunicazioni interrotte. I primi rapporti presentano numerose vittime in entrambi i Paesi, sebbene i numeri esatti non possano essere verificati a causa delle strade bloccate e delle comunicazioni interrotte. I primi rapporti presentano numerose vittime in entrambi i Paesi, sebbene i numeri esatti non possano essere verificati a causa delle strade bloccate e delle comunicazioni interrotte. In Myanmar sino 6,7 i milioni di bambini nelle aree del Paese interessato dal Sisma». L’ong lavora in Myanmar dal 1995, fornendo programmi salvavita di assistenza sanitaria, cibo e nutrizione, istruzione e protezione dell’infanzia. Per sostenere l’attività di Save the Children in emergenza: https://dona-ora.savethechildren.it/dona-anche-tu-emergenza-adesso.
La Caritas italiana segue l’evolversi della situazione e la Caritas del Myanmar – kmss si è immediatamente attivata per le operazioni di soccorso. Tutti gli operatori e le operatrici di Kmss sono al sicuro, ma alcune delle case dove vivono, nella diocesi di Mandalay, sono crollate. Le telecomunicazioni sono limitate. Il direttore della diocesi di Mandalay ha riferito che molte persone nella città sono ancora disperse. È impossibile contattare i propri familiari a causa dell’interruzione delle comunicazioni. «Caritas Italiana, assicura don Marco Pagniello, «è in contatto con Caritas Internationalis e segue con attenzione gli sviluppi e l’evolvere dell’emergenza. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla popolazione del Myanmar e alla Chiesa locale, così duramente colpite da questa nuova tragedia». È possibile contribuire agli interventi di Caritas Italiana per l’emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza Myanmar” tramite Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 24 C 05018 03200 00001 3331 111; Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT 66 W 03069 09606 100000012474; Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT 91 P 07601 03200 000000347013 e UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063 119.
«Siamo vicini alla popolazione del Myanmar colpita duramente dal terremoto di magnitudo 7,7 che stamattina ha distrutto vite, edifici e infrastrutture gettando nel panico un intero Paese. A questo scopo, per far sentire la nostra vicinanza davanti a questo drammatico evento, abbiamo aperto una raccolta fondi per sostenere le necessità di questa comunità e aiutare la Croce Rossa del Myanmar a far fronte ai bisogni del momento. Questa terribile scossa ha riportato ai nostri occhi il ricordo della devastazione seguita ai terremoti de l’Aquila e di Amatrice, due momenti che hanno segnato per sempre la recente storia del nostro Paese e che ci hanno visti impegnati in prima fila al fianco della popolazione, di chiunque fosse in difficoltà. Vi siamo vicini». Così Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, annuncia un’azione di sostegno al Myanmar e ai territori interessati dal terremoto. Al link https://dona.cri.it/terremoto-myanmar la raccolta fondi della CRI per far fronte a questa grave crisi.
Anche l’ong Azione Contro la Fame sta mobilitando le sue squadre per rispondere alla popolazione colpita e fornire acqua potabile, servizi igienico – sanitari, assistenza nutrizionale e supporto alle famiglie sfollate. A questo link donazioni.azionecontrolafame.it/emergenza-myanmar la campagna di raccolta fondi lanciata dall’organizzazione.
WeWorld ha avviato una raccolta fondi al link www.weworld.it/sostienici/campagne/emergenza-terremoto-myanmar per sostenere le attività che saranno messe in campo dal partner ChildFund presente nel Paese fin dal 2012. L’obiettivo, precisa l’ong è di essere al fianco «della popolazione del Myanmar per identificare i bisogni più urgenti e avviare i primi interventi di emergenza».
Anche le squadre di Fondazione Cesvi sono immediatamente intervenute per valutare i danni e rispondere ai bisogni urgenti della popolazione.
Le zone di Mandalay e Shan State , già interessate da programmi Cesvi di educazione in emergenza e nutrizione a sostegno delle popolazioni sfollate dalla guerra civile, sono tra le più colpite. «Le nostre squadre di soccorso hanno raggiunto le aree più colpite non lontane da quelle dove operiamo da tempo. Purtroppo, una delle nostre squadre presenti nella zona del sisma ha registrato un ferito , ma fortunatamente gli altri cinque colleghi dati inizialmente per dispersi sono stati ritrovati sani e salvi», ha dichiarato Stefano Piziali , direttore Generale del Cesvi. «La situazione è estremamente grave: le comunicazioni sono interrotte, ospedali e servizi pubblici risultano tra le infrastrutture più danneggiate , e anche i collegamenti elettrici e telefonici sono compromessi. La nostra priorità ora è verificare se vi siano scuole colpite e bambini in condizioni critiche. Stiamo intervenendo nell’immediato, ma con i partner di Alliance2015 stiamo già pianificando una risposta integrata di medio-lungo periodo». Da Yangon , città solo marginalmente colpita dalle scosse, arriva la testimonianza di Paolo Felice , capo missione Cesvi in Myanmar: «Le notizie dalle aree più colpite arrivano con grande difficoltà, ma abbiamo conferma di persone decedute ricoverate all’ospedale di Mandalay, che segnala carenza di materiali sanitari. Il nostro primo obiettivo è raccogliere dati diretti sui danni. Il Myanmar è uno dei Paesi più fragili del sud-est asiatico: temiamo che le conseguenze di questo terremoto possano essere particolarmente gravi». Per sostenere l’intervento di Cesvi in Myanmar, è possibile effettuare una donazione attraverso il seguente link: donazioni.cesvi.org/terremotomyanmarorg.
«I nostri team sono in attesa che le autorità facilitino un accesso rapido e senza ostacoli per valutare la situazione e fornire assistenza medica», scrive l’ong Medici Senza Frontiere. Alla luce dell’entità e dell’intensità del terremoto, l’impatto sulla popolazione potrebbe essere devastante, in particolare per coloro che sono feriti e hanno bisogno di cure mediche salvavita urgenti». A questa pagina su può supportare la loro campagna di raccolta fondi.
Articolo in aggiornamento
AP Photo/Aung Shine Oo)Associated Press/LaPresse
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