Politica

Terremoto, il governo fa il pieno

2 centesimi di accise, la benzina finanzia la ricostruzione

di Franco Bomprezzi

Il terremoto bis in Emilia costringe il Governo a scendere in campo e a rispondere in modo concreto all’emergenza. E subito spunta la misura più scontata: l’aumento delle accise sulla benzina. Ma non solo.

“Non vogliamo lasciare le nostre case” è il titolo che apre a tutta pagina il CORRIERE DELLA SERA, e nel sommario si legge: “Solidarietà da tutto il Paese. Gli aiuti del governo, la benzina aumenta di 2 centesimi”. Servizi nelle prime 13 pagine. Da segnalare, rispetto alle iniziative del governo, innanzitutto gli interventi inevitabili nel campo della tutela delle opere d’arte. Scrive Paolo Conti a pagina 9: “Situazioni statiche particolarmente drammatiche, legate soprattutto all’incolumità delle persone, potranno portare a scelte dolorose e non facili. Ovvero in taluni casi, penso soprattutto a monconi di torri o di campanili, la Direzione regionale dei Beni culturali potrà decidere per l’abbattimento. Ovviamente previo parere non solo del Vigili del fuoco ma anche di tecnici del nostro ministero chiamati ad esprimere pareri rigorosamente scientifici e motivati». Parole del prefetto Fabio Carapezza Guttuso, da pochi giorni responsabile dell’Unità di coordinamento nazionale dei Beni culturali: non indica alcun esempio («ogni decisione verrà presa collegialmente») per evitare possibili polemiche. Ma il panorama è vasto. Per esempio cento delle trecento chiese del modenese, come ha spiegato il segretario generale del ministero Antonio Pasqua Recchia, sono state lesionate o sono crollate. E i danni riguardano soprattutto campanili e torri campanarie. Infatti la novità tecnica di questo terribile terremoto è il ruolo nel dopo-sisma del dicastero diretto da Lorenzo Ornaghi, come spiega sempre Carapezza Guttuso: «In seguito al terremoto in Irpinia, molti beni culturali vennero abbattuti senza alcuna consultazione col ministero. Stavolta nel tavolo di lavoro operativo, in un ruolo fortemente voluto dal ministro Ornaghi che si è battuto per l’immediata reazione del ministero al terremoto, abbiamo dignità pari a quella di tutti gli interlocutori. Perciò lavoriamo in piena sintonia col ministero dell’Interno e con la Protezione civile»”. E a pagina 10: “Rincari sulla benzina per la ricostruzione”. Scrive Lorenzo Salvia: “Il Consiglio dei ministri ha stabilito che gli interventi necessari per i soccorsi e la ricostruzione saranno finanziati non solo con l’aumento di due centesimi al litro delle accise sui carburanti che, applicato fino alla fine dell’anno, dovrebbe rendere disponibili 500 milioni di euro. Ma anche con i primi frutti dellaspending review, la revisione della spesa pubblica faticosamente avviata dal governo e che quest’anno dovrebbe portare risparmi per 4,2 miliardi di euro. Il punto è che, nei programmi del governo, quei soldi dovevano servire ad evitare l’aumento di due punti dell’Iva, già previsto per il primo ottobre. Utilizzarli per il dopo terremoto rende sempre più probabile il ritocco dell’imposta”. E Roberto Bagnoli a pagina 11: “Dovrebbe valere circa 2 miliardi di euro la deroga al Patto di stabilità dei Comuni terremotati decisa dal Consiglio dei ministri di ieri. Ma è una cifra ipotetica, valutata sul calcolo provvisorio dei danni alle imprese e al tessuto sociale e produttivo delle zone danneggiate dal sisma. E al netto degli aumenti varati per la benzina e delle misure fiscali. Infatti il comunicato del governo parla di un «limite definito» di sforamento senza quantificarlo. Lo si farà in un secondo tempo, quando sarà più chiaro il quadro della situazione anche perché purtroppo la terra continua a tremare e i muri a crollare. Resta comunque importante il fatto «politico»: il governo dei tecnici e del rigore per la prima volta accoglie l’idea di aprire un varco nella possibilità di sforare la spesa, anche se sotto la pressione dell’emergenza. «Di fronte alla drammaticità degli eventi il governo si è immediatamente impegnato — ha spiegato il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero, appena tornato ieri sera da Bruxelles proprio per discutere di bilancio europeo — per preparare il terreno in modo che nei territori colpiti si possano fare investimenti per la crescita al di fuori del patto». La Commissione capirà e dai partner è quasi scontato il via libera”. Infine a pagina 13 le decisioni del Quirinale: “Parata senza carri, cavalli e Frecce tricolori”. Scrive Alessandro Trocino: “Ricevimento al Quirinale e parata militare ci saranno, ma tutto ispirato «a principi di particolare sobrietà». Non ci sarà, invece, la tradizionale sfilata di mezzi e di cavalli, il numero di militari e civili sarà di gran lunga inferiore agli anni scorsi e gli aerei delle Frecce tricolori resteranno negli hangar. Una decisione sofferta, che è il risultato di un compromesso tra la volontà di celebrare comunque la festa della Repubblica e quella di rispettare, anche simbolicamente, la tragedia del terremoto in Emilia Romagna. Il capo dello Stato ne ha discusso per quasi un’ora con i presidenti delle Camere Gianfranco Fini e Renato Schifani e con il premier Mario Monti, e alla fine ha emanato un comunicato che annuncia la decisione. Scelta arrivata dopo una giornata di forti pressioni per annullare la parata militare: inviti venuti dalla rete ma anche da uno schieramento decisamente eterogeneo che ha raccolto uomini politici come Gianni Alemanno, Nichi Vendola e Roberto Maroni e personalità come Dario Fo. Difficile rendere sobria una parata militare che, per definizione, sobria non deve essere. Ma le differenze con le esibizioni passate non saranno da poco. Al Quirinale non erano piaciute alcune dichiarazioni che enfatizzavano la portata bellicista della parata”.

“Inchiesta sulla strage degli operai”, titola in apertura LA REPUBBLICA di oggi. Alle misure introdotte dall’Esecutivo è dedicata la pagina 4 (pagina di sinistra con a fianco una pubblicità, come a dire: la questione va tenuta bassa). Il titolo è molto didascalico: “Più tasse sulla benzina per la ricostruzione”. L’analisi è affidata al taglio basso a firma di Lucio Cillis che fin dalla titolazione dà molto rilievo all’invito del ministro del ministro Passera: “Passera ai petrolieri: Giù i prezzi. Due centesimi di possibile ribasso per neutralizzare la stretta fiscale”. La risposte dei petrolieri a stretto giro di posta, ma poco convinta: «E così il presidente dell’Unione Petrolifera Pasquale De Vita, ieri non ha potuto fare altro che incassare il colpo e girare l’invito agli associati dando quasi per scontato – senza però entrare nel merito – un atto di solidarietà». Alla questione è dedicata la vignetta di Ellekappa: due personaggi, uno dice: «Passera chiede ai petrolieri di ridurre il prezzo dei carburanti». L’altro risponde: «Sotto la gelida scorza del tecnico si nasconde un’anima da sognatore». Sempre sul tema terremoto da segnalare il bel servizio di Michele Smargiassi sui capannoni con gli operai che tornano in fabbrica e dicono: «È meglio rischiare la vita che perdere il posto di lavoro, se non ripartiamo subito le aziende vanno all’estero». 

IL GIORNALE apre a tutta pagina col titolo “Noi paghiamo, loro no” il sommario recita «banche senza ritegno: non rinunciano alle commissioni sui bonifici dei donatori. Politici senza pudore: continuano a prendere due stipendi dalla Regione Emilia». Vittorio Feltri firma l’editoriale. «ieri i professori si sono accorti che la Pianura padana ha qualche problema a causa del terremoto, e si sono mobilitati per reperire fondi allo scopo di finanziare la ricostruzione. Sapete dove intendono prelevare i soldi? Dalle tasche dei cittadini. Però che idea! Nuova soprattutto. Mario Monti, dopo essersi spremuto le meningi come solo lui sa fare nei momenti critici, ha deciso di aumentare di 2 centesimi sapete cosa? Il prezzo della benzina, Evvai che sei forte, esimio premier». All’interno Francesco Cramer firma “Monti trova subito la soluzione : alzare il prezzo della benzina”. In un box “lo spillo” che titola riguardo la visita di Monti alla Comunità di Sant’Egidio “La gaffe del Prof con una sfrattata: a casa sua non starebbe così bene”. Gabriele Villa firma invece “Così le banche lucrano sulla solidarietà” in cui spiega «sui bonifici pro sisma fino a 5 euro di commissione. Molti protestano. Ma perché l’Abi non prende provvedimenti?». Stefano Zurlo propone “I politici che piangono e invocano aiuti col doppio stipendi”. «È l’albero delle stravaganze. C’è chi propone di abolire pure la parata del 2 giugno. E chi vorrebbe economizzare sul viaggio di Benedetto XVI a Milano per il week end, anzi impugna la penna come la scimitarra per cancellarlo. Vasco Errani, governatore dell’Emilia tribolata dal terremoto, farebbe bene ad attrezzarsi e a guardare quel che succede sotto il suo naso, fra i portici e le torri della città. Errani, alla disperata ricerca di soldi per arginare la catastrofe, dovrebbe leggere i documenti scritti da Lorenzo Tomassini, un consigliere comunale del Pdl che ha studiato quel sistema di potere chiamato Bologna. La scoperta è imbarazzante: nel capoluogo emiliano, ma non solo, ai politici è concesso per legge il dono dell’ubiquità. Sì, di solito l’essere contemporaneamente in due luoghi è prerogativa dei santi, a Bologna, più modestamente dei 16 consiglieri comunali che in questo modo riescono a arpionare non uno ma due stipendi. “Il giochetto – spiega Tomassini – vale solo a Bologna due-tre milioni di euro a legislatura, ma credo che su scala nazionale l’operazione costi allo Stato una cifra stratosferica, senz’altro superiore al miliardo di euro. Per questo invito Errani a cominciare da lì per recuperare risorse preziose in un momento drammatico come questo”». Chiude Stefano Filippi che firma “Noi che andiamo avanti anche per aiutare lo Stato”, un reportage dalle zone colpite in mezzo agli operai della zona, per lo più extracomunitari.  

Sul MANIFESTO, in una prima pagina dominata dalle polemiche sulla parata del 2 giugno cui è dedicato il titolo di apertura “Non ci marciate” e la vignetta di Vauro, oltre a commenti e rinvii alle pagine interne, le decisioni del governo sull’emergenza terremoto si trovano in un box di taglio basso a pagina 3 con i titolo “Arriva il decreto, benzina più cara”, mentre il sommario spiega “Aumenta del 2% l’accisa, tra le proteste. Sì alla deroga al patto di stabilità”. Nell’articolo oltre a fornire informazioni sulle misure compresa la nomina di Vasco Errani a Commissario per la ricostruzione si dà ampio spazio alle critiche, da quella relativa al fatto che alcune regioni come Liguria, Piemonte e Toscana avevano aumentato le accise di 5 centesimi per far fronte alle calamità naturali: lì i cittadini pagheranno la benzina 7 centesimi in più. Non manca la protesta di Paolo Ferrero «Il governo ha deciso di far pagare ancora una volta i poveri» e si citano le critiche del Pdl e del sindacati.

“I danni del terremoto salgono a 5 miliardi” è il titolo di apertura de IL SOLE 24 ORE. Nel sommario “Benzina più cara di 2 cent, versamenti fiscali al 30 settembre”. Un piccolo corsivo di commento piuttosto critico nei confronti delle misure varate dal Governo è intitolato “La fantasia di Alice”: «Affidarsi alla buona volontà delle compagnie petrolifere per evitare che l’aumento di 2 centesimi delle accise sulla benzina si trasmetta ai consumatori è degno della fantasia di Lewis Carroll. La sua Alice non sarebbe arrivata a tanto. Poco male, si direbbe, se non fosse che saranno i cittadini a farsi carico di tanta ingenuità. Ancor peggio se il ricorso alle risorse potenziali della spending review dovesse rendere inevitabile l’aumento dell’Iva. Certo, l’emergenza è emergenza. E l’aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto non ammette timidezze. Ma da un Governo di esperti ti aspetti soluzioni meno scontate. E magari una rapida consultazione in sede Ue per escludere dal calcolo del deficit le spese per la ricostruzione». Carlo Bastasin, nell’editoriale a fianco, dettaglia questo tipo di richiesta all’Europa, “L’Europa ora sia solidale con l’Emilia”: « bisogna tuttavia riportare l’intero quadro di intervento europeo e nazionale sul terreno del buon senso. Fin dalla sua prima versione, il Patto di stabilità dell’Unione europea ha previsto una speciale deroga al pareggio di bilancio in caso di catastrofi naturali. È giusto e sensato che se ne tenga conto subito. Il terremoto comporterà infatti una severa perdita di reddito per il Paese e molte spese di ricostruzione. Imporrà soprattutto un impegno sul fronte degli investimenti in un’area produttiva che fa parte di catene di fornitura che vanno oltre i confini nazionali. Danno economico è anche quello che ha colpito un patrimonio artistico che è di fatto europeo. Calibrare i programmi fiscali dell’Italia in base alle conseguenze del terremoto e alla necessità di investimenti è solo buon senso. La speciale attenzione del presidente Monti per il tema degli investimenti torna particolarmente utile in questa circostanza. Ma sono le istituzioni europee che dovrebbero per prime proporre un quadro fiscale compatibile con gli aiuti alle aree terremotate. La Commissione europea ha espresso ieri la volontà di mobilitare risorse comuni a favore delle zone  colpite, ma il piano europeo dovrebbe avere un’ambizione maggiore, fino a considerare le zone colpite non come aree nazionali, ma comuni. L’Emilia potrebbe rappresentare per esempio una di quelle “zone speciali” a cui fa cenno il piano di sostegno alla crescita europea elaborato nei giorni scorsi dalla cancelleria di Berlino e di cui sono disponibili solo vaghi dettagli. Rinascere dalla solidarietà, nel pieno rispetto della lettera del Trattato europeo, significherebbe trovare un fondamento vero al senso di unione che è nel nome e nella vocazione stessa delle istituzioni europee. Sarebbe un segnale di incredibile forza nel mezzo di una crisi che è stata segnata solo da tensioni finanziarie, falsificazioni e reciproche recriminazioni, riflesso di sfiducia nella comune convivenza».

“Benzina più cara per i terremotati”. ITALIA OGGI mette le misure adottate dal governo a pag 3. Di rilevante un virgolettato del ministro Corrado Passera che riferisce di aver chiesto all’Unione Petrolifera di ridurre il prezzo industriale dei carburanti, al netto delle imposte, per contribuire a farsi carico dell’aumento dell’accisa deciso dal governo. «Ogni azienda, nella propria autonomia non potrà che valutare con la dovuta attenzione tale invito in considerazione dell’eccezionalità del momento» la replica immediata dell’Unione petrolifera.

AVVENIRE sceglie come titolo «Allarmi inascoltati», raccontando di come sia del 1993 la richiesta dei geologi della provincia di Ferrara di rivedere le mappe sismiche della zona, cosa che avrebbe consentito di costruire capannoni più solidi e non quelli realizzati, «fatti per resistere al vento, non a un terremoto». Tra le righe, AVVENIRE segnala anche un altro paradosso: la Protezione civile non sa se la sua sede è antisismica e ha emesso un bando per un consulente esterno che verifichi il livello di adeguatezza sismica, per 45mila euro. Il prezzo della benzina, con i due centesimi in più di accise introdotte ieri, avrà complessivamente due euro di accise per le emergenze, da quella del Belice del 1968 in poi. Lo dice su AVVENIRE l’editoriale di Antonio Maria Mira, non per lamentarsene ma per criticarne l’uso: «non sarebbe l’ora di trovare i soldi per una vera prevenzione?», si chiede.  «Sicuramente gli italiani pagherebbero molto più volentieri per questo». E poi «li si spenda bene quei soldi. Evitando quegli assurdi per cui I Comuni non potranno utilizzarli per non sforare il patto di stabilità». Il governo ieri ha deciso in effetti la deroga dal patto di stabilità per la ricostruzione, ma Mira chiede che la deroga «valga anche per le prevenzione». 

“Primi aiuti dalla benzina”, titola LA STAMPA a p. 11 presentando gli interventi annunciati ieri da Monti, in visita nelle zone terremotate. «Salgono di 2 centesimi le accise sul carburante da autotrazione, ed è polemica». Una nuova tassa, insomma, che dovrebbe produrre un gettito i 500 milioni, accompagnata da un’altra misura – questa volta  costo zero per le tasche dei cittadini – ovvero la possibilità di deroga al patto di stabilità per i comuni colpiti. Più un miliardo di euro per due anni, 2013 e 2014, che il Consiglio dei ministri renderà disponibili per la ricostruzione in seguito alla spending review. Intanto, la politica si accapiglia sulla questione della parata del 2 giugno…

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