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Terremoto: i conti della paura

I numeri del disastro, le nuove scosse, le stime per gli aiuti e la ricostruzione

di Franco Bomprezzi

Il terremoto in Abruzzo monopolizza l’attenzione dei giornali, che oggi approfondiscono molti aspetti legati all’intervento dei volontari e alle possibilità di ricostruzione.

La rassegna stampa oggi si occupa anche di:

 

 

Iniziamo la rassegna stampa dal giornale simbolo di questi giorni: IL CENTRO di Pescara. Oggi il quotidiano abruzzese racconta la situazione dell’ospedale di L’Aquila, reso inagibile dal terremoto. « Quando si entra nel Pronto soccorso c’è ancora una lunga scia di sangue sul pavimento da evitare. Le flebo sono appese ai ganci, barelle e lenzuola sporche sono buttate da una parte, luci e monitor sono accesi. Ma intorno non c’è nessuno. Non c’è nessuno da 48 ore perché il “nuovo” San Salvatore, costato miliardi e atteso trent’anni dagli aquilani, è un ospedale fantasma, racconta l’inviato Andrea Mori. «Nel momento dell’emergenza, la struttura che doveva servire di più, è vuota, abbandonata, lesionata da crepe, circondata da calcinacci e con i pilastri in cemento armato che si sono piegati. Progettato negli anni Settanta, inaugurato nel Duemila, il San Salvatore è il “gigante con i piedi d’argilla” che si è arreso alla scossa delle 3,32 di lunedì mattina. Ed è diventato lo “scandalo del terremoto”».

Anche oggi il CORRIERE DELLA SERA dedica 15 pagine al terremoto. “Ancora paura, 28mila senza casa” è il titolo di apertura. I morti accertati sono 272. Intanto continuano le scosse, decine ogni giorno. Sergio Romano firma l’editoriale “Oltre l’emergenza”. Lodi al volontariato e a Berlusconi: «le istituzioni hanno reagito con rapidità e le organizzazioni del volontariato hanno risposto all’appello con una prontezza di cui gli altri paesi, più inclini alla programmazione, non sarebbero capaci. Dopo lo show e le sortite goliardiche della settimana scorsa il presidente del Consiglio ha dimostrato che dentro l’impresario teatrale vi è l’imprenditore capace di organizzare e di gestire». A pag. 3 Marco Imarisio va nelle case delle donne abruzzesi che rifiutano di abbandonare la loro casa. «Chi, io? Ma non è vero, diciamo che sono salita solo per dare da mangiare ai gatti, per prendere le medicine di mamma, la mozzarella, la Simmenthal dal frigo, lo zucchero dal ripiano, qualche vestito dall’armadio, innaffiare le piante, già che c’ero mi sono lavata, poi sono scesa qui sotto. Tutto di fretta, si capisce. Il finanziere con il casco da minatore scuote la testa…Ogni mattina le chiedono di andare in tenda, lei e sua madre Elvira. La risposta non cambia, non cambierà: grazie, ma non vogliamo allontanarci». Mario Porqueddu fa invece il ritratto delle 16 vittime bambini. La raccolta fondi del CORRIERE “Un aiuto subito” intanto è arrivata a quota 315mila euro, mentre Alessandro Capponi da Pescara racconta le giornata degli sfollati aquilani: «li riconosci, sono quelli fermi sulle panchine, alcuni coi cerotti in testa, altri stretti nelle giacche a vento a guardare in terra». «Quasi tutti preferiscono mangiare in albergo, strutture che il governo ha preso in pensione completa», piuttosto che servirsi alla mensa della Caritas nel turno precedente a quello dei clochard. I pasti a “4 stelle” causa costi troppo alti saranno sospesi a giorni.

“Il dramma dei senza tetto”: più passano i giorni più si aggrava la situazione secondo LA REPUBBLICA. E il peggioramento non è solo relativo al computo dei morti, quanto al fenomeno dello sciacallaggio (i ladri si muovono come falsi tecnici comunali, con tanto di pettorine rubate), al mercato nero che sta comparendo (80 euro per un chilo di carne), alle esigenze delle banche (che telefonano agli sfollati ricordando loro la rata del mutuo in scadenza, come riferisce Giampaolo Visetti). A questi argomenti (e al ruolo del volontariato) il quotidiano diretto da Ezio Mauro dedica ampio spazio. “Pugno di ferro contro gli sciacalli «Anche l’esercito per fermarli»” è il titolo del pezzo di Meo Ponte che riferisce della terza visita di Berlusconi (di fronte alla casa dello studente, ha detto: «è peggio di quanto pensassi»), della decisione di contrastare vigorosamente il fenomeno dello sciacallaggio e del decreto legge che il governo varerà oggi per prevedere la sospensione per i residenti nella regione di tutti i pagamenti (mutui compresi, tasse). Attualmente in Abruzzo ci sono 1500 soldati, 2000 vigili del fuoco, 2000 fra carabinieri e poliziotti e 3000 volontari. Istallate 2960 tende per 17772 persone. Sul fronte delle iniziative prossime, “Il governo cerca un miliardo per la ricostruzione”. Sono al vaglio 3 ipotesi: un contributo di solidarietà una tantum, una addizionale speciale Iperf e la riedizione corretta dello scudo fiscale per il rientro dei capitali. Il Pd (il cui leader ieri è andato in visita a L’Aquila) annuncia di essere pronto a votare con il governo. Nel frattempo l’inchiesta giudiziaria va avanti a fatica: i magistrati sono senza ufficio, visto che il tribunale è inagibile. Interessante il commento di Adriano Sofri: “La febbre del peggio”. «Sono crollati i muri e abbiamo visto un’umanità vera».

“Il futuro” è il titolo de IL GIORNALE che segue a quelli dei giorni scorsi “L’urlo” e “L’orgoglio”. IL GIORNALE pubblica la foto di Eleonora Calesini appena estratta dalla macerie dopo 42 ore dal sisma. «Sono un credente. Per me questo è un miracolo», ha detto il padre che ha scavato mani nude. Il ricordo di Susanna Tamaro “Quando a tremare fu il Friuli in una notte persi i miei sogni”, la scrittrice torna al terremoto del 1976. L’Abruzzo vuole ricominciare è il tema dell’editoriale di Gianni Baget Bozzo. Luciano Gulli fa un affresco dei volontari non embedded, vengono da tutto il mondo. Alcuni hanno piercing, altri invece sono studenti delle belle arti. Tra i campi di sfollati spunta una gioventù che ricorda i volontari dell’alluvione di Firenze. Una generazione sparita, oscurata da quella dei reality. Andrea Cuomo intervista i volontari che fanno animazione nei campi per scacciare gli incubi dei bambini. E un’edicola di via XX settembre riapre. «L’importante è esserci e ricominciare». Due pagine dedicate al “tesoro perduto”, c’è chi ha paura che dopo questi giorni siano dimenticati.

Il SOLE24ORE ha sempre una chiave originale sul terremoto: oggi si concentra, con due pezzi in prima pagina, su due aspetti particolari del dopo-sisma: la memoria legale e le assicurazioni. In effetti non ci si pensa, ma sotto le macerie sono rimasti anche migliaia e migliaia di atti ufficiali: l’archivio dell’anagrafe, il catasto, gli archivi di notai e commercialisti, senza considerare la giustizia ordinaria, bloccata per almeno sei mesi. Nelle pagine interne c’è una vera e propria mappa di questi crolli a cui non si pensa subito: inagibili o sbriciolati in città sono il tribunale, il catasto, la Confcommercio, la prefettura (si è vista anche nelle foto), la regione, la provincia, la camera di Commercio e l’anagrafe. L’unica salvezza? I dati salvati in rete o nei computer: un esperto infatti giura che si possono recuperare i dati anche da computer distrutti, anche se è probabile che esistano da qualche parte copie di sicurezza. Quanto alle assicurazioni, c’è poco da fare: “Nessun aiuto dalle polizze” è il titolo del SOLE, perché la legge esclude esplicitamente la copertura sui terremoti (oltre che su guerre, insurrezioni e tumulti popolari…) e in genere anche gli assicurati non ci pensano; gli unici coperti sono aziende ed enti pubblici. Ci sono però le eccezioni come Axa, che ha venduto circa 1000 polizze (ma solo 2 all’Aquila!) che coprono i danni a case anche a causa di sismi; risarcimenti limitati (fino a 100mila euro) e premi diversi a seconda delle zone di rischio (a Milano il rischio minore, a Messina il massimo). Nessuna speranza anche per i mutui: se perdi la casa perdi tutto, e ti tocca pure pagare il mutuo.

Dopo i primi aiuti da parte delle categorie professionali specializzate in assistenza psicologica e fisica, adesso, riporta il servizio di ITALIA OGGI, una mano giunge anche dai professionisti specializzati in assistenza in materie tecniche. Per esempio, il consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, in coordinamento con la Protezione Civile, sta organizzando squadre di tecnici esperti per l’analisi post terremoto degli edifici lesionati. La Cna costruzioni, che rappresenta 55 mila imprese edili associate si è messa a disposizione per intervenire a sostegno della ricostruzione delle aree colpite. L’Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) si apprende dall’articolo, si è mobilitata attivando una task force di ingegneri e geologi per i primi rilievi macrosismici e per verifiche di agibilità delle costruzioni, mentre il consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (Conaf) ha offerto da subito le proprie competenze. Un altro consiglio, quello dei geometri e dei geometri laureati (Cng) è pienamente coinvolto nell’attuazione degli interventi di emergenza e di soccorso nell’approntare il censimento e nella verifica delle condizioni generali del patrimonio edilizio esistente nei comuni colpiti dal sisma. L’editoriale di Franco Bechis invece, prendendo spunto su come è stato mal speso il  bando di 12 milioni di euro  assegnato dall’Asl 4 per la ristrutturazione dell’Ospedale  San Salvatore de L’ Aquila,  fotografa il tipico difetto del sistema Italia quando i bandi vengono assegnati per la ristrutturazione degli edifici pubblici : «l’elemento distintivo, com’è accaduto e accade ancora oggi in Italia per l’assegnazione dei lavori sia stato quasi sempre quello dell’offerta con il massimo ribasso». Bechis, prosegue sostenendo  che nella tragedia in Abruzzo c’è anche la mano dell’uomo. «il piccolo costruttore che ha usato materiali di prima scelta per il palazzo in cui è andato ad abitare ( ed è rimasto illeso) e che invece ha giocato al risparmio per le case limitrofe (tutte crollate)».

AVVENIRE apre su “Il Papa: verrò tra voi” e prosegue monotematico fino a pag. 11 sull’Abruzzo ferito. Il primo piano di pag. 6 è dedicato ai «volontari in campo». Il focus è sull’Agesci (“Gli scout: ridoniamo il sorriso ai bambini”) che fa giocare nella tendopoli 130 bambini, dai 6 ai 12 anni, che hanno perso tutto. Gli scout li hanno subito presi in consegna, supportati dai volontari dell’Unitalsi. Un piccolo box è dedicato al piano degli aiuti Caritas: nella parrocchia di san Francesco a Pettino sorgerà da domani il Centro di coordinamento di Caritas Italiana e della Caritas diocesana aquilana con il duplice obiettivo di sostenere gli interventi della Chiesa locale e di favorire i gemellaggi delle delegazioni regionali che assicureranno un’azione di accompagnamento anche nel lungo periodo. Ieri c’è stata una prima riunione dei parroci delle 99 parrocchie territoriali ed è stato distribuito un questionario alla gente rimasta per avere un primo quadro delle esigenze immediate. Le pagine dalla 8 in poi sono dedicate alle misure post-sisma e alla progettualità messa in campo. Allo studio del ministero del Lavoro un pacchetto di sostegno sociale, con ammortizzatori estesi anche agli autonomi, per le popolazioni colpite concordato con la regione Abruzzo. È prevista una «tregua fiscale», con lo slittamento delle imposte sia nazionali che locali, e uno stop ai pagamenti, col congelamento dei mutui e dei crediti. Si moltiplicano anche le iniziative Cgil, Cisl e Uil in tandem con Confindustria-Confcommercio: «i lavoratori rinunceranno a un’ora di paga, le imprese ci aggiungeranno altrettanto». Due pagine coprono “il piano di Berlusconi oltre l’emergenza”, le visite dei vari politici (Dario Franceschini, Pier Ferdinando Casini, Antonio di Pietro), e le misure di flessibilità che la Gelmini presenterà oggi al Consiglio dei ministri per «salvare» la regolarità dell’anno scolastico/universitario. All’Abruzzo andrà una quota non inferiore al 10% dei fondi nazionali per l’edilizia scolastica.

“L’Aquila e gli avvoltoi” è il titolo scelto da IL MANIFESTO per la prima pagina a sfondare la fotografia del duomo aquilano distrutto. Il commento è affidato  a Pippo Ciorra: “Una nuova old town”. «Insieme agli edifici dell’Aquila la cosa più fragile in Italia, è la memoria. Sembra quasi che i terremoti non siano un genere di catastrofe con la quale conviviamo da millenni. Soprattutto la mia generazione, ormai classe dirigente, sembra dimenticare di essere cresciuta guardando in televisione immagini in bianco e nero dei terremoti nel Belice, ad Ancona e Tuscania, in Friuli. E poi l’Irpinia e l’Appennino umbro-marchigiano (…). Dal Friuli in poi il progresso tecnico-scientifico e la buona volontà amministrativa hanno permesso di rendere sempre più efficienti i meccanismi di prevenzione e i modi di reazione fino a un caso di ricostruzione davvero virtuosa come quella umbro marchigiana del terremoto del 1997 (…) Dati per scontati gli argomenti a favore del metodo “Aquila 2” (…) non si vuole molto mettere in luce le controindicazioni più pesanti: la perdita di memoria delle comunità, un territorio progressivamente popolato da città fantasma, l’occupazione progressiva del poco suolo ancora disponibile….».
“Volontari a sinistra” è l’occhiello del box a pagina 5 de IL MANIFESTO che dopo aver dato la notizia dei mille volontari Pd ricorda il campo attrezzato del Prc. Franceschini ha annunciato di aver messo a disposizione della Prociv: «mille volontari tra medici, infermieri e altri esperti e 25 cucine da campo in grado di preparare 10mila pasti al giorno», inoltre i circoli stanno raccogliendo coperte e giochi per bambini e sono mobilitati per la raccolta fondi. Rifondazione invece da due giorni ha realizzato un campo attrezzato con una cucina intitolata a Carlo Giuliani nella frazione Tempera.
 
“Cento cantieri per ripartire”. LA STAMPA di oggi non parla per nulla dei volontari all’opera in Abruzzo, ma si concentra soprattutto sulle misure che il governo sta approntando per la ricostruzione. Anche se palazzo Chigi dice che è ancora troppo presto per fare stime sui costi, il quotidiano riferisce che il governo spingerà l’acceleratore su un provvedimento già annunciato da Berlusconi a Bruxelles: lo scudo fiscale, ovvero la tassazione dei capitali all’estero. L’emergenza Abruzzo sta spingendo il governo a dare il via libera a vecchi accordi con le Regioni che tardavano a realizzarsi, è il caso del sì definitivo all’intesa sull’uso dei fondi europei delle Regioni finora usati per la formazione professionale e che verranno in parte destinati a coprire i costi delle persone in cassa integrazione. «L’Abruzzo sarà la regione pilota dell’accordo» ha detto ieri il ministro Sacconi. Nelle pagine dedicate al terremoto LA STAMPA affronta i casi di sciacallaggio, i bambini (16) rimasti vittima del sisma, la volontà di reagire e di riprendere a lavorare a L’Aquila. Un primo piano di due pagine fa un bilancio delle opere d’arte distrutte: il cento per cento del patrimonio artistico e culturale de L’Aquila è lesionato o in gravi condizioni. La città delle 99 Cannelle e delle 55 chiese è distrutta. Perduto anche l’archivio storico con i preziosi documenti medievali e i libri che raccontano la storia della città. Il danno riguarda i beni culturali ma anche l’indotto turistico che ha sempre portato un notevole introito nell’area de L’Aquila. LA STAMPA intervista Giorgio Croci, esperto in conservazione che ha restaurato gioielli in tutto il mondo, da Anghor Wat alla Basilica di Assisi dopo l’ultimo terremoto del ’97. Dice che essendo l’Italia un Paese colpito da tanti terremoti e dall’enorme patrimonio artistico il mondo scientifico ha sviluppato negli ultimi vent’anni delle tecniche sofisticate, non si fanno più gli errori del passato come utilizzare in modo massiccio il cemento armato per i consolidamenti. «Giusto aprirsi alla collaborazione internazionale» dice a proposito dell’offerta degli Usa di finanziare la ricostruzione delle opere d’arte, ma gli italiani sono più avanti in questo campo.

 

E inoltre sui giornali di oggi:


RONDE

CORRIERE DELLA SERA – In Aula il governo fa sotto due volte. Prima infatti l’opposizione ottiene la marcia indietro sulle ronde  che sono state stralciate dal testo del decreto legge antistupri, poi strappa (grazie anche a 17 franchi tiratori del Pdl) la soppressione dell’articolo 5 dello stesso decreto che estendeva il trattenimento dei clandestini nei Cie da 2 a 6 mesi. Il più infastidito dall’esito del voto è il ministro Maroni: «Ora ci lasciano a mani nude a lottare contro i clandestini…Ma io voglio sapere dal capo del Pdl se quei 17 deputati che hanno votato contro la politica del ministero dell’Interno fanno ancora parte della maggioranza. E chiediamo anche l’impegno personale di Berlusconi: deve dirci come stanno le cose, se la lotta alla clandestinità è ancora una priorità».

LA REPUBBLICA – Due pagine dedicate al ko del governo sugli immigrati e al Maroni furibondo. Ieri il governo è andato sotto e la Lega ha abbandonato l’aula in segno di protesta (si stava votando il prolungamento dei tempi per i Centri di permanenza). Cresce la tensione con An accusata di tradimento (17 del Pdl hanno votato con l’opposizione). Oggi incontro tra il premier e il senatur. Con la promessa di Bossi di rimettere tutto a posto.

AVVENIRE – «Una sorta di indulto per i clandestini»: Maroni è furibondo per la bocciatura della norma sull’allungamento a 180 giorni della permanenza dei clandestini nei centri, che avrà come immediata conseguenza quella di liberarne già ora più di un migliaio. Un allarme condiviso dal capo della Polizia Antonio Manganelli.  Ignazio La Russa definisce i franchi tiratori «15 scemi» e invita il governo a porre rimedio. Subito la rassicurazione del Premier: metteremo tutto a posto. Esulta invece l’opposizione per lo stralcio della norma sulle ronde e anche per la bocciatura dell’articolo 5 sulla permanenza nei centri fino a sei mesi. Con qualche polemica per l’«atteggiamento sconcertante» dell’Idv, «che si è astenuta per una parte e per una parte ha votato invece con le opposizioni».

IL MANIFESTO – Ampio spazio al risultato del voto di ieri durante il quale grazie agli emendamenti dell’opposizione è stata travolta la norma voluta dalla Lega. «L’ira funesta di Maroni: “Serve un chiarimento”» titola l’articolo che dà anche conto degli insulti agli alleati andati in onda su Radio Padania. «Maroni non ci sta a mandar giù questo boccone amaro e, come sempre quando ci sono contrasti tra la Lega e gli alleati, anche questa volta chiama in causa direttamente Silvio Berlusconi (…) Intanto c’è da capire come andrà l’incontro di questa mattina. Ma già ieri sera Umberto Bossi, che sarà presente alla riunione, cercava di smorzare i toni». L’articolo si chiude con le reazioni e le proposte degli ascoltatori di Radio Padania, al di là degli insulti. «Qualcuno, infine, invitava ad avere pazienza, per poi fargliela pagare: “Ci tengono per la gola finché non si approva il federalismo. Aspettiamo ancora un po’, poi potremo far saltare il banco».

LA STAMPA – “Ronde e clandestini due schiaffi alla Lega”, “Bossi avverte Silvio: O passa il decreto o salta tutto” sono i titoli che raccontano del voto segreto di ieri alla Camera che ha messo sotto il governo sull’articolo 5 del decreto sicurezza, quello che terrebbe reclusi nei campi di raccolta i clandestini fino a un massimo di sei mesi (oggi sono due).

 

SARKOZY E I CLANDESTINI

LA STAMPA – Negli Esteri Domenico Quirico racconta la “Linea dura di Sarkozy contro il Buon Samaritano”. Choc in Francia: carcere per chi aiuta un clandestino è il sommario. Una norma del 2005 recita che «chi con aiuto diretto o indiretto facilita o tenta di facilitare l’ingresso la circolazione e il soggiorno di uno straniero in Francia sarà punito con cinque anni di prigione e 30mila euro». La legge non è una novità, ma Sarkozy ha imposto un giro di vite ingiungendo a questure e tribunali di aumentare «la resa» che nel 2008 è stata di 4800 arresti, portandoli almeno a 5500. Hanno reagito le associazioni umanitarie, da quelle laiche come Cimade al soccorso cattolico dei “petits Frères des pauvres”, che dicono che a essere colpito è il «reato di solidarietà». Una definizione non tanto peregrina, se si considera che lo scorso febbraio la polizia ha convocato il responsabile della comunità Emmaus di Marsiglia imponendogli di fare il nome di tutte le persone che conosceva in situazione irregolare, lui ha rifiutato e allora è scattata la perquisizione nei locali dell’organizzazione fondata dall’Abbé Pierre: i poliziotti hanno portato via tutti i dossier dove comparivano nomi “con caratteristiche straniere fuori dallo spazio Schengen”.

 

EDITORIA

LA STAMPA – “I giornali alla riscossa”. I giornali americani pensano a come uscire dalla crisi che attanaglia l’editoria e Rupert Murdoch, proprietario del Times e del Wall Street Journal propone una rivoluzione: «smetterla di permettere a Google di rubare i nostri copyright». L’idea di Murdoch è che i giornali non devono più consentire ai motori di ricerca o agli aggregatori di notizie che sono prosperati in questi anni sul web di utilizzare gratuitamente gli articoli pubblicati. Se internet è il nemico della carta stampata – è il senso – non ha senso che ad alimentarlo e a farlo crescere siano proprio le sue vittime. In un comunicato che sembra una dichiarazione di guerra l’Associated Press, agenzia che ha alle sue dipendenze 4000 giornalisti in tutto il mondo, ha annunciato che d’ora in avanti intenterà azioni legali contro chiunque pubblicherà i suoi contenuti senza averne licenza. A Londra “The Guardian” si appresta ad assumere iniziative simili. Secondo Tom McPhail, docente di studi sui media dall’Università del Missouri, la controffensiva degli editori è però partita troppo tardi: «Se solo pensiamo all’aspetto legale del copyright ci vorranno anni in tribunale prima di venirne a capo» e «i giornali hanno invece bisogno di una vittoria a breve termine» che difficilmente otterranno.


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