Politica

Terremoto e 5 per mille: occhio alle infiltrazioni dello Stato

di Riccardo Bonacina

Mentre la petizione di Vita “Caro Tremonti, così distruggi il 5 per mille” procede con un ritmo da record (oltre 1.000 adesioni in sole 24 ore) e mentre alle voci del volontariato si aggiungono oggi quelle della politica, dall’Udc al Pd, sino ad a numerosi e autorevolissimi esponenti del Pdl (da Sacconi a Lupi) che chiedono a Tremonti di fermarsi nella sua determinazione di inserire un’ulteriore casella per la destinazione del 5 per mille con la causale “Aiuti per i terremotati” (da aggiungersi a quelle per gli enti di volontariato, di ricerca scientifica e sanitaria e per i servizi sociali dei comuni), lui, tira dritto.

Proprio oggi il ministro dell’Economia ha confermato che il governo ha l’intenzione di inserire l’opzione per i cittadini di destinare il 5 per mille delle dichiarazioni del redditi per la ricostruzione post terremoto. Lo ha detto al TG5 nell’edizione delle 13. Ecco la dichiarazione del ministro: «È sembrato che fosse un modo per togliere. Non si toglie nulla, si dà un canale in più. Non è un fatto quantitativo, è simbolico. L’aspetto di vicinanza dei cittadini ai terremotati».

Ora è difficile capire se Tremonti “ci fa o ci è”. Noi vogliamo prenderlo seriamente invitandolo a ragionare.

A) Non si toglie nulla? Il ministro dell’Economia dovrebbe almeno essere capace di far di conto. Come lui sa bene il 5 per mille ha un tetto che proprio il ministero dell’economia ha fissato quest’anno in 380 milioni di euro. Ora se si allarga la platea, signor ministro, si toglie e non si aggiunge. E si toglie ai soggetti più deboli, le migliaia di associazioni che operano sul territorio per rendere un po’ meno indecente la vita nei paesi e nelle città. Perchè si aggiunga dovrebbe, almeno, togliere il limite al tetto di spesa. Ma lo farà?

B) Non è un fatto quantitativo ma simbolico. Qui il terreno è davvero scivoloso, giacchè la politica che procede per simboli è sempre pericolosa. A dire ciò è poi un ministro noto in tutto il mondo per la sua creatività (attitudine non negativa in sè) e per la teorizzazione della necessità di un demos e di un ethos alla politica del 3° millennio. La politica dovrebbe occuparsi del bene possibile e non dei simboli, quando lo ha fatto ha generato solo guai. Perchè quando la politica maneggia simboli o, peggio, ne vuol produrre, lo fa sempre per coprire una menzogna. E in questo caso la menzogna è del tutto palese. Ma quale simbolo, ministro? Si tratta di una vera e propria infiltrazione dello Stato (pericolosa al pari di tutte le altre infiltrazioni nascoste) in una misura pensata apposta (remember ministro?) per far fare allo Stato un passo indietro favorendo la sussidiarietà fiscale da cittadini a cittadini. In questo caso lei inserirebbe una voce, sotto mentite spoglie (aiutiamo i terremotati), che rende possibile un’entrata a gamba tesa dello Stato per rastrellare ulteriori, anche se pochi, fondi da mettere sul piatto dello ricostruzione in Abruzzo. Insomma, una mossa piratesca che creerebbe ulteriore sfiducia tra i contribuenti che di anno in anno hanno visto la norma cambiare nella platea dei destinatari e metterebbe in ulteriore difficoltà le organizzazioni non profit che non solo svolgono la funzione di cassa per la Pubblica amministrazione nelle attività ordinarie, ma ancora aspettano i proventi del 5 per mille del 2007!

Caro ministro lasci perdere, il 5 per mille fu una sua idea, non la distrugga!


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