Per favore, ha detto ieri il Capo della Protezione Civile. Fabrizio Curcio, “Non raccogliete più generi di prima necessità e vestiti. Non ne abbiamo bisogno. Piuttosto donate soldi per la ricostruzione”. Invito ribadito questa mattina, “Per favore, basta”. Ha un bel dire Curcio, difficile frenare l’impeto di generosità di tutti gli italiani (nativi o immigrati che siano), tutti vogliono attivarsi e fare qualcosa. Perchè è una cosa giusta, ne sentiamo tutti il dovere, il dovere di far sentire la nostra vicinanza sia pur con un piccolo gesto.
Spesso le tragedie rimettono in moto la parte migliore di ciascuno di noi, quella originale, quella per cui riscopriamo che siamo esseri in relazione e non monadi solitarie e sufficienti a se stesse. Abbiamo bisogno degli altri e gli altri hanno bisogno di noi. È questa la nostra cifra creaturale, la nostra natura più vera. Perciò non si sta tanto a ragionare, a pensare che in effetti gli sfollati in Centro Italia sono al massimo 2.500/3.000 e non 60.000 come a L’Aquila. Non si sta a pensare che il problema del ritorno a scuola riguarderà 700 studenti e non 7.000. Perciò ci si mobilita in maniera irrazionale e a volte anche un po’ sconsiderata.
Vale la pena invece seguire il consiglio del capo della Protezione Civile, in sostanza servono soldi, soldi per la ricostruzione. Ricostruzione che mirerà, così ha detto il premier e così vogliono i sindaci, a ricreare quei borghi. Nessuna New Town, come all’Aquila, ma rammendo dei territori feriti e distrutti. Bene.
Ma a chi donare e come? Non sempre, però, le iniziative che vengono pubblicizzate, soprattutto su Facebook o whatsapp con passaparola tra amici e conoscenti, brillano per trasparenza. Spesso non si comprende chi tenga le fila dell’organizzazione promotrice o a cosa davvero servano i soldi raccolti. Il rischio di incorrere in un’associazione che utilizza il disastro per farsi pubblicità, o addirittura in chi mette in piedi una vera e propria truffa, è concreto. Sul notiziario di Vita.it abbiamo segnalato il problema e sollevato il doibattito, e continueremo a farlo. Sono già un migliao le iniziative di raccolta fondi e non tutte chiare. Per questo mi permetto di darvi qualche consiglio.
I miei 5 consigli:
- Donare è un atto di fiducia, bisogna scegliere organizzazioni mertevoli di fiducia. Grandi organizzazioni o piccole e di prossimità, ma conosciute, verificabili. E che abbiamo una storia e un’esperienza nella raccolta fondi per le emergenze. Non fidatevi di chi non conoscete;
- Meglio le organizzazioni di cui potete avere tutti i dati, ad esempio il nome responsabile della raccolta fondi, telefoni, l’iscrizione a registri pubblici, ect.;
- Meglio le organizzazioni che abbiamo terminali in loco, sul terreno, siano esse pubbliche o private. La presenza sul posto dell’emergenza è fondamentale sia per capire i bisogni sia per effettivamente aiutare mettendo in campo iniziative utili;
- Meglio le organizzazioni in grado di rilasciare ricevuta fiscale. Ai fini della detrazione delle tasse l’attestazione della transazione che deve essere fatta con bonifico bancario, conto corrente postale , carta di crdito o debito, ecc.. A patto che la donazione venga fatta a favore di organizzazioni la cui forma giuridica preveda agevolazioni per il donatore (leggi Onlus e analoghi). Diffidate in ogni caso di chi non rilascia ricevute fiscali, non merita fiducia;
- Meglio le raccolte fondi finalizzate a obiettivi specifici e quindi verificabili. Non basta l’intenzione di aiutare, bisogna dichiarare come si aiuta, con che iniziativa, con che progetto. Fosse anche quello di aiutare chi già aiuta, ma allora mi devi dire chi aiuterai.
PS. SU Vita.it tutte le segnalazioni per le Raccolte fondi che riteniamo meritevoli di attenzione per il loro grado di affidabilità e trasparenza
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