Sostenibilità

Terre alte: presentato alla Camera il Rapporto Montagne 2016

Presentato ieri alla Camera il Rapporto Montagne 2016, uno strumento per capire e per decidere. Le terre alte sono oramai il paradigma di un'economia differenziata, altamente responsabile e anticipano le tendenze socio-democrafiche future

di Redazione

Cambiamento, sostenibilità, comunità: queste le tre parole della montagna. Come emerge dal Rapporto Montagne Italia 2016, presentato ieri alla Camera del Deputati, nelle terre alte italiane assistiamo a due flussi di “ristrutturazione demografica” che verosimilmente si diffonderanno a breve sul territorio nazionale: da un lato un tendenziale invecchiamento della popolazione, fattore che può rappresentare anche una straordinaria risorsa se consideriamo la potenzialità di un segmento demografico che esce dal mercato del lavoro ma che ha di fronte a sè una prospettiva di vita ancora lunga; dall'altro, la progressiva presenza di immigrati che si stanno sostituendo, anche nei cicli produttivi di rilevante importanza, alla manodopera locale che manca ma che necessitano di gestione nei flussi e non di occasionalità.

A questi due aspetti si lega il tema della sostenibilità, che porta con sé la capacità di una comunità di fare delle scelte in rapporto alle proprie specificità. Viene introdotta introdurre a livello sistemico nazionale un'esperienza interessante come la oil free zone nata nell'area trentina del Vanoi Primiero. La possibilità cioè di immaginare che le vallate montane siano anticipatrici di un percorso di progressiva emancipazione dal basso della logica che passa dal fossile alle energie rinnovabili.

Le montagne italiane sono uno straordinario laboratorio a cielo aperto di cosa potrà essere l'Italia tra dieci anni, perché lo sviluppo o sarà Green o non sarà, e sarà Green solo passando per l'impiego corretto delle risorse naturali montane e la riscrittura con le comunità locali del patto per il loro utilizzo ed impiego

Un percorso che dovrebbe aver trovato nella delega data al Governo per l'introduzione del pagamento di servizi ecosistemici ambientali il suo completamento. In base a questa norma, infatti, il Governo dovrà emanare un decreto che stabilisca il valore ecologico ambientale ecosistemico dell'utilizzo dei beni collettivi.

Significa che acqua, aria, suolo, stoccaggio della CO2, valore ecosistemico del bosco diventano improvvisamente risorse quantificabili il valore del quale che deve essere reimpiegato per la tutela, la salvaguardia e la riproduzione del bene e che inevitabilmente porta con sé il tema della riorganizzazione della governance.

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