Famiglia

Terragona, l’Europa qui vira a sud

Nella città catalana un Master tutto proiettato sul Nord Africa

di Raffaele Salinari

Tarragona è l?antica Tarraco romana, città fortificata e più volte riconquistata dai ?barbari? abitanti dell?attuale Catalogna, che evidentemente hanno mantenuto intatta nei secoli una vena di profonda autonomia. L?evoluzione della Spagna, da ultima dittatura europea a democrazia compiuta, è in fondo tutta riassunta, oggi, dalla fisionomia culturale e politica di questa città di provincia che ha ?scoperto? le sue radici mediterranee per farne un punto di forza.

Dopo secoli di lotte per il riconoscimento della propria diversità culturale, la città ha aperto le sue attività a una stretta collaborazione con la sponda sud del Mediterraneo, assumendo via via l?aspetto di una città-laboratorio, un sistema integrato del quale fanno organicamente parte la municipalità, la società civile organizzata e l?università Rovira y Virgili, nella quale ho un insegnamento al Master di studi euromediterranei.

Il primo impatto con la città è con il suo mare, presente anche all?interno attraverso una brezza salmastra e perenne che rende ragione della devozione dei tarragonesi a varie divinità, originariamente pagane, che hanno poi assunto nella cattolicissima ma anche laicissima Catalogna, la fisionomia della Vergine del ritorno e di tanti altri santi legati ad avventure marinare conclusesi per il meglio.

Da un discreto convento, nel quale è racchiusa una minuscola chiesa che viene venerata come fondata dallo stesso San Paolo, domina questo mare l?Università Rovira y Virgili, luogo che ha saputo trasformare la vocazione marinara in ponte tra culture, facendosi promotrice di un Master che accoglie ogni anno una quindicina di studenti da altrettante nazioni mediterranee. Algerini, tunisini, egiziani, marocchini, israeliani, italiani, spagnoli, croati e albanesi si ritrovano nelle austere aule dell?ex convento per apprendere delle origini comuni, ma anche delle comuni opportunità di collaborazione, attraverso i progetti della Commissione europea ma anche di quelli finanziati direttamente dalla regione catalana. Ed è esattamente questo il segreto del successo del Master, che vede il coinvolgimento delle autonomie locali sia nei progetti sia in fase di programmazione didattica.

In questo circuito virtuoso non mancano le ong internazionali. Terre des hommes Spagna contribuisce sia alla fase di progettazione sia a quella di esecuzione, attraverso una serie di scambi attorno a un ?tavolo di concertazione? che vede riuniti università, regione catalana e ong. Una bella soddisfazione per Enric Olivè, il preside del Master, che in questi anni ha tessuto la sua paziente tela , anche con molte università italiane interessate alla problematica euromediterranea. Urbino, Ravenna, Bologna, tutte partecipi di una rete europea che ha nella ?dichiarazione di Barcellona? il suo punto di riferimento per una cultura dei diritti che possa includere in uno stesso ambito giuridico culture e sistemi politici diversi, accomunati dalla volontà di creare alleanze basate non solo sulla condivisione di una origine comune, ma ancor più sulla certezza giuridica, che in questi anni di turbolenze belliche si rivela sempre più importante.

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