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Terra Madre, mai come adesso

Si apre il Salone del Gusto a Torino, e Terra Madre è l'evento più atteso e più commentato dai giornali

di Franco Bomprezzi

 

I campesinos e i vip, il richiamo forte ai valori della terra, al lavoro nei campi, alla scelta dei cibi naturali, alla frugalità. I giornali di oggi aprono ancora sul tema caldo della scuola ma dedicano ampio spazio all’evento.

 

 

La Stampa, due pagine con richiamo in prima per Terra madre. Bello l’attacco del pezzo di Emanuela Minucci: «Le auto blu e i sandali bucati. Il doppiopetto dei banchieri e il sorriso ingiallito dei contadini del Chiapas… Alto e basso… Alto e presa in giro dell’alto». La Stampa non enfatizza Celentano, ma è bella la chiusura dello stesso articolo affidata a una qualunque, Laura Chianale, 21 anni, studentessa. Dice «Assaggini anticrisi gratis, e la sensazione di entrare in un mondo che ad essere migliore almeno ci prova». In una altro articolo La Stampa si sofferma giustamente sui settemila campesinos arrivati a Torino. Il racconto è affidato alla penna di Giuseppe Culicchia. E’ gente che sente in Petrini un guru, uno che difende delle posizioni ma apre anche orizzonti. Dice Fakhriddin, 38 anni, del Tadijkistan: «Alle parole di Petrini mi sono commosso».

Repubblica non dedica la prima alla manifestazione di Torino. Ne fa la cronaca in due pagine, la  28 e la 29. “A Torino, l’Onu del cibo da salvare”, a firma di Licia Granello, racconta l’apertura. «Bisogna rivalutare la figura del contadino, perché è da lui che si ripartirà per superare la crisi che sta affliggendo tutto il mondo. Ma non so se si capirà che questo è l’unico modo», parola di Adriano Celentano, presente all’inaugurazione. Assieme ai Fo, a Lella Costa e Antonio Albanese. Tra i politici, il torinese Fassino, Massimo D’Alema, il ministro dell’agricoltura Zaia, ovviamente Chiamparino e meno prevedibilmente Cofferati e Alemanno. Carlin Petrini nella sua introduzione ha attaccato i governi che non hanno trovato 30 miliardi per dimezzare la piaga della fame ma sono subito corsi a trovarne molti di più per le banche: «i manager dovrebbero imparare dai contadini, per apprendere dalla loro saggezza secolare la capacità di non buttar via niente, di risparmiare, il riciclo e il riuso. Questa è la sostenibilità che salverà le economie malate». Dal canto suo, Michele Serra si dedica a “Mille piccole agricolture in rete contro la dittatura dell’industria”. I 5mila contadini presenti a Torino «fanno l’effetto di di una rivelazione». Cioè rappresentano il 50% della popolazione mondiale e ci ricordano l’esistenza di una classe dimenticata, quella che vive a contatto con la terra. «Ogni singolo pellegrino arrivato a terra madre ha da raccontare una comunità, un paesaggio, una maniera di sopravvivere e di vivere, uno sguardo sulle cose che rifiuta di essere oscurato dalla paurosa uniformità produttiva e sociale imposta dall’agroindustria». 

Il Corriere della Sera titola a pag. 29: “L’elogio del contadino slow”. Aperta la Kermesse del Salone del Gusto. Il ministro Zaia lancia i “last minute market”. Spiega il pezzo di Marisa Fumagalli: «Ieri si contavano 1.632 rappresentanti di comunità del cibo, provenienti da 153 paesi: agricoltori, pastori, pescatori, allevatori, artigiani». Petrini:« È pazzesco pensare che i paesi ricchi non siano riusciti a trovare 30 miliardi l’anno da dare alla Fao per abbattere il 50% della fame mondiale; invece, in due settimane si sono bruciati 2mila miliardi di dollari per rifinanziare le banche». Il ministro Zaia: «la Fao ci ricorda che 3 miliardi di persone soffrono la fame e, ogni anno, 3 milioni muoiono di fame. Bisogna cambiare il modo di pensare, e le nostre abitudini». Poi lancia i “last minute market”, ovvero l’incontro fra produttori e consumatori. La filiera corta, insomma. In tanto quest’anno il Szalone ha imboccato la via dell’impatto zero. Look più spartano e riciclo del 50% dei rifiuti. Chiusura per il principe Carlo che manda un videomessaggio a Terra madre («mi dispiace di non essere lì con voi, mentre imparate gli uni dagli altri come produrre in modo migliore) e per Adriano Celentano («la figura del contadino è centrale per superare la crisi»).

Anche il Sole 24 Ore si interessa a Terra madre: a pag. 26, «troppo cibo sprecato, premi ai negozi più virtuosi», è questo il titolo del pezzo, peraltro piuttosto scarno, dedicato al salone torinese. L’annuncio è del ministro Zaia, ma sa, appunto, di annuncio. Il resto è pura cronaca, anche se si sottolinea la grande affluenza di pubblico, superiore agli altri anni. Si citano anche due altre iniziative per contenere i prezzi degli alimentari: la regione Piemonte vara il “paniere della salute” composto da cibi di qualità a prezzi abbordabili, e le macellerie piemontesi «il pasto completo» a 6 euro. Pasto completo a base di carne?

“Agroalimentare, stop agli sprechi”. Il pezzo di Italia Oggi sul Salone del gusto illustra la strategia del ministro Zaia che insiste sui farmer market e mercati dell’ultimo minuto: «In un contesto globale in cui persiste il conflitto fra commestibile e combustibile bisogna chiedere i prodotti di stagione e del proprio territorio. Non solo, i consumatori spesso si lamentano del caro prezzi, ma devono sapere che anche gli sprechi incidono molto sui rincari. Ci sono dei dati che fanno rabbrividire: un milione e mezzo di tonnellate di cibo in Italia gettato nella spazzatura per 4 miliardi di controvalore. Nei punti vendita 240mila tonnellate di cibo invenduto ma commestibile gettato nella spazzatura per un controvalore  di un miliardo. Tutto cibo che potrebbe sfamare 600mila cittadini per un pasto al giorno». 

Su Terra Madre l’ultima pagina de il manifesto con un approfondimento di Marina Forti sulle comunità del cibo, «persone variamente consorziate che coltivano, trasformano, commercializzano il cibo e spesso lo cucinano anche, privilegiando le varietà locali e le pratiche tradizionali, alla ricerca di un rapporto sostenibile con la terra». Sono 1.678 e a Torino sono rappresentate da 3.777 tra contadini, allevatori, pescatori e produttori artigianali.  Nell’articolo Forti racconta quattro esperienze: una mensa scolastica in Costa d’Avorio, una cooperativa di coltivatori di tè in India, una banca di semi in Messico e un mugnaio di Lanzarote.

E inoltre sui quotidiani di oggi:


Scuola

Avvenire – “Gelmini difende la riforma: «Incontrerò gli studenti» (pag. 11). La ministra dice che intende convocare le associazioni degli studenti, dei docenti e dei genitori, purché il confronto sia sui «fatti» del decreto.In senato difende il suo operato: «È stato detto, e non è vero, che diminuiremo gli insegnanti di sostegno. È stato detto, e non è vero, che licenzieremo 87mila insegnanti. È stato detto, e non è vero, che diminuiremo le classi a tempo pieno. È stato detto, e non è vero, che chiuderemo le scuole delle piccole isole e quelle di montagna.  Critica Maria Pia Garavaglia, ministro ombra dell’Istruzione per il Pd: « Si potrebbe definire il ministro Gelmini come il vice del suo collega dell’Economia Tremonti, visto che ogni suo atto segue come unica linea quella di rendere effettivi i tagli decisi dal ministero dell’economia». Berlusconi, invece, nega di aver parlato di ricorso alla polizia in caso di occupazioni e dice invece di aver sostenuto che «Chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare ma non può imporre a chi non è della sua idea di rinunciare ad un suo diritto essenziale». Ma «non si tratta di un dietro front», bensì «la dimostrazione di un divorzio tra i mezzi di comunicazione e la realtà». Poco importa che qualche tg ieri abbia trasmesso le parole pronunciate dal premier mercoledì: «Non permetteremo che vengano occupate scuole e università (…). Convocherò il ministro degli Iterni e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell’ordine per evitare che questo possa accadere». Duro il commento di Dario Franceschini, vicesegretario del Pd: «Non c’è da sorridere,. La credibilità e l’affidabilità sono prerogative indispensabili per chi ricopre la carica di presidente del Consiglio».

La Stampa – Ancora grande spazio agli occupanti torinesi. Belle facce e tutte pronte a mettersi in posa. L’unica cosa di spicco è la battuta di uno ci loro nell’intervista: «Lo slogano che preferite? “Enterogelmina”». Da segnalare agli autori di Zelig…

Il Sole 24 Ore – Due pagine, piuttosto interne (18-19). Segnalo innanzitutto un ottimo spazio FAQ sulla riforma della scuola: serve a capire senza dare tutto per scontato. Da qui si evince che di fatto le ricadute maggiori della riforma Gelmini si avranno sul corpo docente e Ata, non sugli studenti: i tagli riguardano infatti le cattedre dei precari (42.105 nel 2008/2010 e poi fino al 2012 fino a raggiungere quota 87.341) e il personale non docente (-17%); quanto a tempo pieno, maestro unico e orari scolastici in medie e superiori – secondo la tabella del Sole – le modifiche sono minime. Quanto alle università, si ribadisce che la trasformazione in fondazioni è un’opzione di ciascun ateneo e non un obbligo di legge. Per il resto, il Sole è piuttosto filogovernativo e sulla smentita di Berlusconi è più della linea «meno male che si è corretto» invece che «è totalmente inaffidabile». Nel “punto” Stefano Folli invita al dialogo, anche se precisa che «per far progredire il confronto civile occorre essere in due» e il Pd in questi giorni, secondo Folli, è in difficoltà quanto il governo visto che le manifestazioni di piazza non hanno alcun nesso con lui, anzi gli studenti che protestano lo «ignorano». Ma il vero pericolo è un altro: adesso che la sinistra dura e pura non è più in Parlamento, sono accresciuti «i rischi di manipolazione» della piazza e «già adesso gli studenti più giovani sembrano incoraggiati e istruiti dagli insegnanti più radicali».

La RepubblicaPer la penna di Curzio Maltese il quotidiano di Mauro è il primo a “nominare” il nuovo movimento degli studenti, si chiama “l’Onda”. Per trovare il nome è stato indetto un referendum sul sito della rivolta universitaria www.UniRiot.org. Ne è uscito “L’onda anomala”, in breve l’onda. Che fa pensare a un risotto, ma tant’è. Dice Maltese, è un movimento di bravi ragazzi, anche un po’ secchioni e in cui i padri stanno con i figli.

Il Giornale – Il quotidiano diretto da Mario Giordano apre con il tema scuola e titola ” Occupazioni, adesso ci sarà da ridere” e l’occhiello spiega: ” Berlusconi: «mai parlato di polizia,  affronteremo i picchetti con azioni di altro tipo, anche spiritose» la Gelmini «Incontro gli studenti, ma basta falsificazioni». Alle pagine 2-8 servizi  di cronaca e  ripete lo specchietto sulle bugie sulla riforma. Francesco Cossiga intervistato da Caprettini ha la soluzione:. «Importiamo i docenti dalla Libia».  L’ex presidente della repubblica, che rivela anche che non furono le Br , bensì i movimenti studenteschi vent’anni fa  a scrivere sui muri  KoSSiga – con le esse alla maniera tedesca-  sulle manifestazioni  di questi giorni dice: «coacervo di corporativismo, istanze della sinistra sociale e protestataria. Ma proprio per questo eviterei di usare la polizia. C’è il rischio che ci scappi il morto». E Il sottosegretario Mantovano lancia l’allarme: «I centri sociali vogliono  inserirsi nei cortei». Marchetta al libro ” Comandare è fottere, manuale per bastardi di professione” di Pierluigi Celli, ad di Luiss, che dice: «La meritocrazia fa troppa paura». Michele Brambilla, nel fondo,  cita il Manzoni , la notte degli imbrogli, e dice, senza paragonare il Premier a  Renzo, che il passo del libro I Promessi Sposi calza a pennello all’attuale situazione. 

Il manifesto – In prima l’editoriale di Marco Revelli, che stigmatizza l’avviso ai naviganti di Berlusconi, il dietro-front da Pechino («esempio ineguagliato di cattivo maestro della menzogna»), «l’avvertimento mafioso» di Libero (che ieri titolava “Attenti a voi ragazzi”). Revelli sottolinea che questa protesta «non è il Sessantotto. Quello vedeva il conflitto tra studenti e autoritarismo accademico. Dava per scontata l’esistenza di un contesto scolastico garantito. Pretendeva di mutare la cultura ossificata dell’istituzione scolastica. Questa sommossa pacifica, invece, in un clima fattosi rigido, un po’ plumbeo, sa di dover garantire la sopravvivenza stessa del proprio habitat scolastico. Di dover salvare un ruolo e uno spazio per la cultura in quanto tale».

Crisi economica

La RepubblicaIintervista di Roberto Mania a Emma Marcegaglia (siamo a pagina 13): “L’intervento pubblico è un male necessario ma solo per l’emergenza”. cioè i soldi dello stato, le nostre tasse, sono un “male necessario”. Interessante, non trovate… «Siamo davanti a una crisi di tale imponenza che senza l’intervento pubblico c’è il rischio di entrare in una spirale molto pericolosa… Ma una volta finita l’emergenza lo Stato deve ritirarsi, tornare a svolgere il suo ruolo: quello del regolatore. Perché una delle principali cause del crollo del sistema finanziario sta proprio nella carenza di regole e di controlli negli Stati Uniti». Quanto agli aiuti che vadano un po’ a tutte le imprese, non solo alla Fiat. Il colpo da maestra viene dopo: «Dico no alla sola rottamazione delle auto o degli elettrodomestici. Dico sì a un piano di risparmio energetico che preveda agevolazioni fiscali per tutti coloro che riducano le emissioni e il consumo, attraverso investimenti nell’innovazione e nella ricerca»… Lo scoop è che lei voterebbe Obama! Segnalo un bel pezzo di Benjamin R. Barber, “Il capitale sociale risorsa contro la crisi”. La crisi non si capisce, sostiene il professore di scienza della politica presso l’Università di Rutgers, se non a causa della scomparsa della fiducia. Il mercato Usa ha perso sia con sia senza il sostegno dello stato. Per funzionare il capitale sociale deve essere abbondante. «Infatti il segreto della mano invisibile non è il capitale economico bensì il capitale sociale. Adam Smith aveva capito perfettamente come stanno le cose, ovvero che a salvaguardare il benessere delle nazioni sono tanto i sentimenti morali quanto i mercati finanziari. La crisi di liquidità è una crisi politica. Il deficit del credito è un deficit democratico… Il vero danno è stato causato da quasi quarant’anni di de-democratizzazione. Nessuno si è accorto di questo processo, di questa emorragia di capitale sociale, perché si supponeva che il problema fosse il governo e che la soluzione fossero i mercati». Dunque si uscirà dalla crisi solo con una iniezione di democrazia…

Società civile

La Stampa – Interessante l’editoriale di Gian Enrico Rusconi, “L’alibi della società civile”. «Il problema del nostro paese è la scissione e il disorientamento della società civile nel suo insieme. Da questa situazione una parte di società è tentata di uscire forzando lo strumento politico». La società civile ha avuto «una grande funzione emancipativa, ma oggi rischia di esser luogo retorico e illusorio».

Libertà religiosa

Avvenire – “I governi poco attenti. Società civile decisiva” e “Libertà religiosa violata in 60 Paesi” (pag. 4 e 5), sui risultati del Rapporto 2008 sulla libertà religiosa nel mondo presentato ieri a Roma e in contemporanea in Francia, Spagna, Germania: quasi 600 pagine di documenti che analizzano la libertà di esprimere la propria fede nei diversi paesi, prendendo in considerazione: la legislazione vigente, i comportamenti pratici dei governi, autorità locali  forze di polizia, eventuali minacce derivanti da dall’intolleranza di parte della popolazione, ecc. Grande imputata, l’Asia con Arabia Saudita in testa. Segni di involuzione integralista arrivano dal Pakistan, dall’Indonesia e dall’Eritrea, mentre «nell’Iraq liberato da Saddam si stanno verificando deportazioni e trasferimenti coatti di famiglie cristiane , costretti ad abbandonare le proprie case».  Ma anche in India le cose non si mettono bene per i cristiani, dove forme di induismo estremista sono sfociate in autentici pogrom anticristiani. 
“Cristiani e islam insieme per un’Europa dei diritti” (pag. 6): Si è chiusa ieri a Bruxelles la Conferenza islamo-cristiana promossa da Ccee e Kek. Nel documento finale gli impegni comuni a difesa dei valori fondamentali dall’integrazione alla dignità umana, dalla famiglia alla cura dell’ambiente. 

Immigrazione

Avvenire – “Gli immigrati: «Vogliamo un sindacato» (pag. 13). Secondo una ricerca Eures, l’81% degli immigrati vedrebbe con favore una propria rappresentanza e sarebbe pronto a scioperare per affermare i propri diritti. Il 60,9% è stato occupato in nero e il 28,8% è stato pagato meno del dovuto.

Carcere

Corriere della Sera – Dopo il servizio di ieri sulle pessime condizioni di vita dei detenuti nelle carceri lombardi, il ministro Angelino Alfano prende carta e penna e scrive a via Solferino: «al sovraffollamento non intendiamo porre rimedio con un nuovo indulto e neanche con politiche di ampia depenalizzazione come da più parti suggerito…nell’immediatezza è prioritario affrontare il problema dell’effetto “porta girevole” determinato dalla brevissima permanenza in carcere dei soggetti arrestati e liberati in pochi giorni…si tratta di soggetti in attesa di giudizio direttissimo, che devono essere custoditi nelle camere di sicurezza…fuori da questa fase- e qui sta la notizia – sono già stati programmati interventi strutturali, attarverso l’ampliamento di padiglioni già esistenti che, entro fine del 2008, assicureranno altri 1.265 posti e, nel prossimo triennio, circa 2100 posti.

Sclerosi

La Stampa – Una pagina dedicata all’annuncio del farmaco messo a punto a Londra: “Scoperto l’anticorpo che blocca la malattia”. È stato sperimentato su 3mila pazienti, «Siamo di fronte ad una sostanza che in uno stadio precoce della sclerosi può davvero frenare la progressione del male».

Dislessia

Corriere della Sera – Il focus del Corriere di oggi punta la lente sul milione e mezzo di dislessici italiani. Ogni anno si registrano 25mila nuovi casi. Da noi però non esiste ancora una legge che tuteli chi soffre di questo disturbo: siamo gli ultimi in Europa. In Senato in Commissione Salute è in via di approvazione il primo testo normativo sulla materia. 

 

 


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