Salute
Terra dei fuochi, la battaglia dei manichini
Tre giorni di manifestazioni organizzati da associazioni, cooperative, chiese di quartiere e semplici cittadini. In una delle aree più inquinate e tossiche del mondo, la società civile punta a riprendersi il territorio. Con un'idea molto originale
Sono in tanti e sono decisi a tutto. Sono associazioni, cooperative, chiese di quartiere o semplici cittadini, organizzati e determinati. Hanno video, registratori, sanno usare i social network e dirigere l’informazione. Ma soprattutto sono esempi di cittadinanza attiva, dove se c’è un problema si decide che non si può più far finta di nulla e si deve passare alla denuncia. Campania 2013, un odissea di tumori e neoplasie. La più alta, per l’esattezza, che si sia mai registrata nel nostro bel paese. Un’emergenza sanitaria che non è una tragica casualità del destino, ma ha cause specifiche, effetti nefasti e mille ed una storia di inquinamento con tanti complici e precisi mandanti. “Il tasso di mortalità più elevato non è ascrivibile ad una causa genetica, ma dipende dall’inquinamento ambientale, che determina l’insorgenza di diverse patologie, anche non tumorali, e rende più bassa l’aspettativa di vita delle persone che vivono in Campania. A seguito dell’istituzione del Ministero dell’ambiente è sorto un problema di mancanza di prevenzione primaria, a causa del trasferimento di funzioni dagli enti del Servizio sanitario nazionale alla nuova amministrazione statale, problema che a mio avviso ha agevolato la nascita e l’attività delle ecomafie”, parla e descrive il fenomeno instancabilmente da anni Antonio Marfella, oncologo della Fondazione Pascale di Napoli. Autore di un rapporto presentato al Senato nel settembre di quest’anno sul collegamento tra rifiuti industriali, sversamenti illegali ed elevata incidenza di patologie tumorali nelle province di Napoli e Caserta (vedi pdf in allegato).
Un paese assediato da manichini di plastica
Si lotta con determinazione, si protesta con fantasia. L’associazione Onlus Work in progress ha tutte faccie giovani. Tra i 17 ai 35 anni, ragazze e ragazzi decisi a non mollare la loro città, a prendersene cura e agire con progettualità. L’associazione, referente del presidio di Libera di San Cipriano d’Aversa, fa parte di una rete di cooperative e associazioni che generano economia legale e propongono modi altri di comunicare e vivere il territorio. Se un tempo questo era il regno incontrastato dei clan camorristici, oggi diventa scenario di nuove progettualità grazie alla nascita di cooperative sociali che spaziano dalla produzione di prodotti doc alla ristorazione.
In questi nuovi scenari, le proteste prendono forma in modo performativo e le città si riempiono di manichini di plastica. Quella stessa plastica troppo spesso incendiata nelle campagne limitrofe, che si trasforma in veleno per i polmoni. Manichini di plastica che per strada, fermi fuori ad un bar o all’angolo di una strada, rappresentano i malati di tumore: “abbiamo annunciato l’evento, ma nessuno ha saputo in cosa consistesse”, ci racconta Giovanni Pirozzi, l’artista da cui nasce il progetto, “ci interessa generare l’effetto sorpresa: gli abitanti si svegliano in una città assediata da manichini, figure plastiche, malati silenziosi che rappresentano una tragedia davanti cui non si può più far finta di nulla, perchè ogni famiglia di questa provincia ha almeno un morto o un malato di tumore tra le persone più care”. A partire dalle istallazioni artistiche, il tema passerà ad essere materia di dibattiti nelle piazze.11-12-13 ottobre.
Cliccando il programma dell’evento: "Accendiamo la speranza"
Piccoli comitati crescono nella terra dei fuochi
Una rete di associazione e cooperative in continuo intercambio di informazioni. E l’informazione passa sopratutto attraverso uno degli snodi più importanti di questa tessitura: si chiama www.laterradeifuochi.it, un sito web ironicamente “dedicato alle istituzioni e alla magistrtura”. Nel sito possiamo trovare la mappatura precisa e puntuale di tutti i roghi, gli incendi appiccati per smaltire l’immondizia che non si riesce a portare in discariche sempre troppo piene. I cittadini che animano il sito e generano informazioni da cui attingono gli stessi cronisti e politici locali, scrivono “Quanto denunciato è così evidente che i roghi tossici di Rifiuti Speciali talvolta si notano perfino nelle mappe di Google, è semplice prova a ingrandirle. Anche le immagini riprese dal satellite sono una prova lampante. Incredibile!!”
Un istancabile punto di riferimento per la lotta ai tumori e alla bonifica è Padre Maurizio Patriciello. Padre Maurizio lavora nella parrocchia del ‘Parco Verde’, case popolari che, complice la forte povertà, è una delle zone più malfamate della provincia di Napoli. In questo piccolo quartiere, Padre Maurizio ha iniziato il suo lavoro per la sensibilizzazione della gente sul tema della ‘Terra dei Fuochi’, insieme ai dottori Marfella e Rivezzi (presidente e vice presidente dell’Isde Campania: Associazione medici per l’Ambiente), creando un comitato di aggregazione che sta abbracciando tutta la provincia a nord di Napoli.
Reti di cooperazione sociale che hanno ottenuto un primo e importante risultato: generare processi di cittadinanza attiva e consapevole.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.