Cultura

Terapie alternative? Il 15% degli italiani le sceglie

In otto anni il numero degli appassionati di omeopatia, fitoterapia e agopuntura è addirittura raddoppiato. Più convinte le donne

di Gabriella Meroni

Omeopatia in primo luogo, ma anche fitoterapia e agopuntura. Sembrano puntare sulle cosiddette ”terapie non convenzionali” gli italiani che, secondo una indagine Istat presentata stamane a Roma presso la sede dell’Istituto superiore di sanita’, hanno addirittura raddoppiato il loro uso negli ultimi otto anni.

Nel 1999, infatti, gli italiani che hanno dichiarato di avere utilizzato metodi di cura non convenzionali sono stati circa 9 milioni, pari al 15,6% della popolazione. La parte del leone l’ha fatta naturalmente l’omeopatia con un numero di persone che vi hanno fatto ricorso che e’ quasi triplicato passando dal 2,5% all’8,2%. In aumento, constata l’Istat, sono anche pratiche quali la fitoterapia mentre rimane invariata la quota di coloro che si sono curati con l’agopuntura.
Sono le donne a credere di piu’ a questo tipo di terapie e di farmaci alternativi a quelli di tipo chimico. Sono, infatti, 5 milioni e mezzo, pari al 18,2% del totale le donne che utilizzano la cosiddetta medicina ”alternativa” rispetto ai 3 milioni e mezzo di uomini (pari al 12,9%). Le donne sembrano a loro volta influenzare i bambini per quello che riguarda le terapie. Sono i piu’ piccoli ad essere sottoposti con maggior frequenza a cure omeopatiche (il 10,4% della popolazione infantile); percentuale questa che si abbassa nei bambini tra i 6 e i 10 anni (8,8%) e tra quelli compresi tra 11 e 14 anni (7,7%).

L’indagine Istat ha anche rilevato che la propensione a far uso dei metodi di cura non convenzionali aumenta all’elevarsi del titolo di studio e tra coloro che vivono nelle regioni del Nord del paese. Nel Nord-Est quasi un italiano su quattro utilizza almeno una delle terapie non convenzionali, al Centro uno su sei, al Sud uno su quindici. Infine le opinioni sull’efficacia di queste cure. Quasi il 40% delle persone esprime un giudizio positivo sull’utilita’ di almeno un tipo di terapie non convenzionali, il 23% le definisce non utili e ben il 34% non sa esprimere alcun giudizio.

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