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Tenerezza e intimità…fine di un tabù?
Il commento di Franco Bomprezzi sulle recenti parole pronunciate dal Pontefice sul tema della tenerezza e diversa abilità.
Tenerezza, vicinanza, intimità: parole dolci, intime, personali. A pronunciarle il Papa, davanti a tante persone, esperti, familiari, associazioni. È l?attenzione nuova alle esigenze affettive e sessuali delle persone con disabilità intellettiva. Un?attenzione che può apparire sorprendente a chi, da lontano, segue le altalenanti vicende del pensiero della Chiesa, ma non solo, rispetto ai diritti di chi vive una disabilità mentale. Per la verità il sesso è sempre stato un tabù anche rispetto alla disabilità fisica. Difficile per una società, che fa della bellezza un mito e un valore in cima alla lista delle aspirazioni, ammettere che anche una persona in sedia a rotelle, o non vedente, o sorda, abbia piena e legittima voglia di amare e di essere amata, di usare il proprio corpo non solo per le funzioni ordinarie della vita quotidiana, ma anche per dare e ricevere piacere. Figurarsi quando il tema riguarda la disabilità intellettiva. Sono tutti e sempre ?bambini? i disabili mentali, chissà perché. Penso a Mi chiamo Sam, bel film con un inedito Sean Penn, e mi rendo conto che perfino negli Usa è difficile immaginare il diritto di una persona debole mentalmente a esercitare il ruolo di adulto, di padre, di persona senza aggettivi. Le parole del Papa non aprono sicuramente la porta a una stagione di sesso libero per disabili mentali abbandonati a se stessi, o a forme di piacere più o meno organizzate. Ma è un bel punto di partenza per ragionare, assieme, e per primi i genitori e gli operatori che si prendono cura delle persone disabili intellettive, rispetto a un diritto sicuramente negato e rimosso. Non è facile, è illusorio pensare che basti un po? di tenerezza a risolvere la questione. Le normali pulsioni sessuali prevedono che prima o poi, in modo corretto, si trovi la via per dare pienezza di vita a persone che invece sono di fatto spesso costrette a reprimere istinto, sentimenti, affetti. È importante, in Italia, che questo nuovo atteggiamento culturale venga indicato dal Papa, pur nella consapevolezza che non tocca alla Chiesa cattolica trarne tutte le conseguenze, anche concrete. La società laica, insomma, farebbe bene a pensarci, senza tabù, senza ipocrisie.
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