Da stropicciarsi gli occhi e le orecchie. Quando, poco fa ho letto le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rilanciate dai media, non ci volevo credere. Ricevendo questa mattina nei giardini del Quirinale i rappresentanti dell’Ail, l’associazione italiana contro le leucemie, nel quarantennale della fondazione, il Presidente ha detto:”Per fortuna in Italia ci sono tanti terreni che lo scontro politico non può contaminare. L’Italia del volontariato, dell’impegno civile non partigiano, è l’Italia migliore. Questa è l’Italia che serve soltanto all’interesse comune, senza cadere nella spirale dello scontro politico”. Durante la contestazione studentesca a Parigi nel maggio 1968 si scriveva sui muri “Il faut respirer”. Bisogna respirare: uno slogan che invitava ad un impegno civile e politico capace di respiro e perciò capace di non lasciare fuori la vita. Ecco, l’uscita del Presidente dà respiro, legittima il lavoro e il pensiero di chi ogni giorno si mette in mezzo ai problemi senza paraocchi ideologici e senza rinchiudersi nelle logiche dell’amico/nemico.
Ma quelle poche righe dicono anche altro. Innanzitutto la preoccupazione che il veleno sprigionato dallo scontro politico e di poteri contamini tutto e tutti riducendo l’Italia dentro una feroce logica bipolare capeggiata da due poteri editoriali capaci persino di convocare le piazze.
In secondo luogo, Napolitano, ci ricorda la vera natura dell’impegno civile che, nella sua migliore espressione, non è mai partigiano, giacchè l’unica forma di schieramento di cui si fa onore è quella di stare sempre dalla parte della realtà e dalla parte del “bene comune”.
Qui a Vita, oggi siamo tutti di “tendenza Napolitano”. Grazie Presidente
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