Sostenibilità

Televendite. Varato il Codice etico

E' stato firmato al ministero delle Comunicazioni tra tutte le emittenti locali il codice etico di autoregolamentazione delle televendite

di Ettore Colombo

Niente più messaggi ingannevoli. E’ stato firmato ieri mattina al Ministero delle Comunicazioni il codice etico di autoregolamentazione delle televendite. Fra i firmatari: il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, il presidente della Rai Antonio Baldassarre, il consigliere di amministrazione di Mediaset Gina Nieri e i rappresentanti delle emittenti locali e nazionali. ”E’ un codice etico – ha detto il ministro prima di firmare – che tutelerà gli utenti, ma anche le emittenti televisive che hanno interesse a salvaguardare la propria immagine”. Con questo codice le emittenti televisive si impegnano a non trasmettere televendite che possano ”indurre in errore gli utenti televisivi” evitando tra l’altro ”ogni forma di sfruttamento della superstizione della credulità o della paura, non devono contenere scene di violenza fisica o morale”. Il testo è stato redatto dalla commissione per l’assetto del sistema radiotelevisivo, presieduta da Adalberto Baldoni. Il codice prevede poi che le trasmissioni di ”televendite e gli spot di televendita di beni e servizi di astrologia, di cartomanzia ed assimilabili e di servizi relativi ai pronostici concernenti il gioco del Lotto, Enalotto, Superenalotto, Totocalcio, Totogol, Totip, lotterie e altri giochi similari” siano comunque ”riservate a un pubblico maggiorenne e di ciò viene data una segnalazione con ogni mezzo acustico o visivo nel corso della trasmissione”. In caso di violazione al codice il comitato può ”ammonire” la tv che trasmette il messaggio e può ”disporre che la parte o le parti interessate desistano dalla trasmissione stessa”. Nei casi più gravi di ripetute violazioni il comitato di controllo può ”imporre all’Azienda inadempiente di comunicare le decisioni ai propri utenti”. Ma c’è anche chi critica l’avallo del ministero al codice: secondo il Telefono antiplagio, l’associazione che per prima denunciò il caso Wanna Marchi, è un modo per legittimare le trasmissioni di cartomanti e affini, purché apparentemente rispettose delle nuove regole.


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