Non profit

Telethon scettica sulla Telethon per l’Abruzzo

La riffa pro terremotati è più di un'ipotesi. Mentre il Telethon originale solleva parecchi dubbi sull'idea di una maratona tv per raccogliere fondi

di Gabriella Meroni

Si farà una maratona tv. No, una lotteria. No, un gratta e vinci. Si moltiplicano in queste ore le ipotesi di una misura straordinaria di raccolta fondi per sostenere il post emergenza in Abruzzo. Oggi il Corriere della Sera riporta per esempio le voci che circolano circa la possibile organizzazione di un “Telethon”, ovvero una maratona televisiva sul modello di quella di dicembre a favore della ricerca scientifica, a favore questa volta dell’Abruzzo colpito dal sisma. Abbiamo chiesto il parere del “vero” Telethon, i cui vertici si mostrano scettici sull’idea. «La prima osservazione riguarda il nome della possibile manifestazione», esordisce Marco Piazza, responsabile della comunicazione della fondazione presieduta da Susanna Agnelli. «Chiediamo infatti, se possibile, che non si chiami Telethon, perché Telethon siamo noi, è un marchio che abbiamo registrato e con il quale la gente ci conosce da anni. Ma non è solo una questione di nomi: Telethon non è solo la maratona tv ma anche un modello organizzativo e gestionale che risponde a precisi criteri di trasparenza, efficacia ed efficienza dell’utilizzo dei fondi raccolti», continua Piazza, «se quindi si parla di modello-Telethon si deve pensare non solo alla raccolta, ma anche alla corretta gestione dei fondi».

«L’impressione che finora si ricava dalle tante notizie di raccolte fondi a favore dell’Abruzzo di questi giorni è invece quella di un panorama variegato in cui ciascuno prende iniziativa, raccoglie cifre importanti ma non comunica come le gestirà. Se provassimo a censire tutti i conti aperti pro terremotati, sicuramente avremmo una cifra totale molto superiore a quanto raccoglie Telethon, ma ancora non abbiamo notizie di come questa cifra verrà gestita. E queste informazioni sono dovute ai donatori. In questo senso Telethon ed altre importanti associazioni hanno messo a punto criteri sull’efficienza della raccolta e della gestione dei fondi e sono disponibili a mettere a disposizione il loro know how per la causa dei terremotati».

Anche l’idea di mettere in piedi, in pochi giorni, una trasmissione dedicata alla raccolta fondi non convince Telethon. «Dal punto di vista tecnico, mettere in piedi evento tv di una certa portata non è affatto banale. Un conto infatti è aprire delle “finestre” pro Abruzzo nei programmi esistenti, un altro sarebbe una trasmissione che passi attraverso le reti con un unico numeratore. In questo caso», spiega Marco Piazza, «serve una regia unica, uno staff di autori di riferimento, un conduttore, uno studio… tutte cose che non si improvvisano. Noi ci abbiamo messo vent’anni a mettere a punto un meccanismo che funziona, e che parte tre o quattro mesi prima della messa in onda».

L’idea della maratona televisiva non è però l’unica a circolare: è infatti sicuramente allo studio l’ipotesi di lanciare una lotteria (o, in alternativa, un gioco tipo gratta e vinci) pro Abruzzo, come conferma a vita.it il direttore della Sisal, Tommaso Di Tonna: «Sì, il monopolio di Stato ci ha convocato e stiamo valutando l’ipotesi di costruire una lotteria ad hoc per finanziare la ricostruzione nelle zone terremotate. Al tavolo partecipano, oltre alla Sisal, anche Lottomatica, Snai e Ams. Lo strumento prescelto potrebbe essere una lotteria classica, magari abbinata a un evento o a una trasmissione televisiva, oppure un altro tipo di gioco; comunque questo settore intende fare la sua parte, e anche io personalmente, come presidente Sisal, ho ricevuto nei giorni scorsi diversi messaggi di giocatori e scommettitori che proponevano di destinare una quota del prossimo jackpot del Supernalotto ai terremotati. Si tratta di segnali di attenzione e sensibilità che sarebbe sbagliato lasciare inascoltati».


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