Non profit

TELETHON. Il Cda nomina Montezemolo presidente

Nel CdA entra anche Alberto Fontana, presidente di Uildm

di Redazione

Il Consiglio d’amministrazione di Telethon, riunitosi ieri, 7 luglio, come già anticipato ha nominato presidente l’avvocato Luca Cordero di Montezemolo. Montezemolo succede a Susanna Agnelli, presidente di Telethon fin  dalla sua nascita nel 1990, anno in cui fu trasmessa la prima maratona televisiva di raccolta fondi per finanziare la ricerca sulla distrofia muscolare. A partire dal 1993 la ricerca di Telethon si è estesa alle altre malattie genetiche.

Dopo la nomina il neopresidente Montezemolo ha incontrato per un primo saluto tutti i dipendenti della Fondazione. Sono particolarmente orgoglioso di raccogliere l’eredità di Susanna Agnelli – ha detto – Telethon è un’organizzazione che si è affermata ai massimi livelli nel campo della ricerca medico-scientifica e riveste un ruolo fondamentale nel nostro Paese”.

Nel Cda di Telethon è entrato un nuovo consigliere, Alberto Fontana, presidente nazionale dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare. Classe 1971, di origini emiliane, Fontana è presidente di UILDM dal 2003, amministratore del Consorzio Sistema Imprese Sociali e della Cooperativa Sociale Spazio Aperto di Milano e Presidente di Fondazione Serena.

Fortissimo il legame tra Telethon e la distrofia muscolare: la maratona televisiva, infatti, è stata inventata dal comico Jerry Lewis nel 1966 per raccogliere fondi proprio per la ricerca sulla distrofia muscolare, di cui era malato il figlio di un suo collaboratore. È per questo che ad esportare l’idea sono state le associazioni dei malati: nel 1987 in Francia e nel 1990 in Italia. Ma mentre l’associazione francese tenne Telethon al suo interno, la Uildm decise di costituire una realtà separata, per evitare che i fondi destinati alla ricerca si disperdessero nella macchina associativa.

Il Consiglio di amministrazione di Telethon è composto anche da: Omero Toso (vicepresidente), Francesca Pasinelli, Boris Biancheri, Carlo Ferdinando Carnacini e Salvatore Di Mauro.

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