Non profit & donazioni
Telethon: «Ecco perché i soldi di Leonardo li prendiamo»
La direttrice generale Francesca Pasinelli: «È un’azienda strategica per il nostro Paese che ripudia la guerra, con forti investimenti in ricerca e sviluppo e, comunque, compare nella lista Onu Global Compact con un buon rating di sostenibilità. I partner aziendali garantiscono donazioni continuative che consentono di programmare la ricerca, che ha tempi lunghi». Dall'ex-Finmeccanica 40mila euro all'anno per una borsa di dottorato, a fronte di donazioni complessive per 61 milioni
Il rifiuto da parte dell’ospedale Bambin Gesù, ospedale privato di proprietà della Santa Sede, Stato estero, di una donazione di miliardo e mezzo di euro da parte Leonardo per l’acquisto di una Pet, risalente secondo quanto riportato da Repubblica al dicembre scorso, è l’occasione per una riflessione più ampia sulle donazioni e le loro provenienze. In questo caso, dietro il rifiuto del dono ci sarebbe la necessità di «evitare di mettere in imbarazzo la Santa Sede proprio in questo periodo in cui il mondo alle prese con guerre sanguinose che il Pontefice denuncia ogni giorno».
Leonardo è una società pubblica italiana che opera nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. In questo caso, la decisione sarebbe dettata da ragioni di opportunità e veicolerebbe un messaggio di posizionamento.
Chi, come il Bambin Gesù si occupa di bambini, ma senza donazioni non potrebbe agire è una charity come Fondazione Telethon. Ne abbiamo parlato con Francesca Pasinelli direttrice generale di Fondazione Telethon, che mette subito in chiaro «da Leonardo riceviamo, e questo è il quinto anno consecutivo, 40 mila euro l’anno per una borsa di studio destinata a una giovane ricercatrice nell’ambito del corso di dottorato internazionale di ricerca in medicina molecolare presso l’Università San Raffaele di Milano.
Lo studio è mirato allo sviluppo di terapie avanzate per le malattie genetiche rare. Non abbiamo mai pensato di rifiutare questa donazione, il nostro Paese ripudia la guerra e Leonardo è un’azienda strategica per la nostra economia, con forti investimenti in ricerca e sviluppo e, comunque, compare nella lista delle Nazioni Unite Global Compact con un buon rating di sostenibilità» [Lista di aziende valutate per l’impegno nella promozione dei Dieci Principi del Global Compact e il contributo al raggiungimento dei Sustainable Development Goals dell’Onu].
La ricerca grazie alle donazioni
Fondazione Telethon vive delle donazioni dei singoli cittadini e delle donazioni di quelle che chiama “imprese partner”, proprio per il rapporto duraturo che la lega loro, il cui elenco è disponibile nel sito web della Fondazione. «Abbiamo diversi tipi di partnership e il rapporto con l’industria è fondamentale. Tutto il denario che riceviamo in maniera incondizionata viene da individui e aziende che, nelle loro operazioni di responsabilità sociale d’azienda decidono di contribuire alla ricerca sulle malattie genetiche rare» spiega Pasinelli. «Siamo loro molto grati perché hanno contribuito moltissimo. La garanzia di continuità che ci garantiscono e su cui possiamo contare fa la differenza perché ci consente di avere una strategia, di pianificare le attività e di non correre il rischio di vanificare investimenti già fatti, come accadrebbe se potessimo fare affidamento solo su donazioni saltuarie» spiega Francesca Pasinelli. «La ricerca ha tempi lunghi, non si può improvvisare. Destinare ogni anno la propria donazione a un ente diverso, pur essendo una scelta legittima, deresponsabilizza rispetto all’adesione a un risultato per il quale servono impegno e continuità».
Il bilancio sociale 2022: 61 milioni da aziende e singoli
Come si legge nel Bilancio sociale 2022, «I sostenitori privati e le imprese partner contribuiscono ai progetti di ricerca biomedica con le loro donazioni, da sempre con un peso preponderante dei sostenitori privati. Nel 2022 individui e aziende hanno donato complessivamente 61 milioni di euro, l’80,7% del totale dei proventi della Fondazione».
Non si pensi che attenzione e controllo manchino. In passato, Fondazione Telethon ha rifiutato delle donazioni: «Non accettiamo finanziamenti da chi produce armi, munizioni e mine anti-uomo o da chi opera nella pornografia. Altri casi non si sono verificati». Il messaggio finale rimane quello più importante: «Le donazioni continuative delle nostre aziende partner sono preziosissime, si pensi al gruppo Bnp Paribas che è con noi dal 1992, e noi siamo nati nel 1990, e ci ha accompagnato in tutti questi anni. Le donazioni di tutti loro sono preziosissime, strumentali al nostro successo. Noi ne facciamo buon uso con dettagliata rendicontazione». E i traguardi, anzi i primati, di Telethon non si può dire siano mancati in questo 2023 e altri se ne avranno nel 2024.
Nella foto di apertura, di Danilo Balducci per Sintesi, campionamento del Dna nei laboratori di Tigem di Telethon a Pozzuoli (Na).
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