Politica
Telese. I tre sindacati lanciano l’allarme “declino”
Alla festa dell'Udeur a Telese i leader di Cgil, Cisl e Uil si presentano divisi, d'accordo solo nel denunciare il "fallimento del governo"
Con la festa dell’Udeur ricomincia la stagione politica. E anche i guai.
(nostro servizio)
“Declino”. I tre leader sindacali di Cisl, Cgil e Uil, Pezzotta, Epifani e Angeletti, dal palco della festa dell’Udeur che si è aperta questo pomeriggio a Telese, in provincia di Benevento, “feudo” del segretario dell’Udeur Clemente Mastella, hanno scelto questo palco – la prima festa estiva di partito, che tradizionalmente è ormai da anni proprio quella dell’Udeur – per tornare sulla scena tutti assieme, dopo la pausa estiva, e disegnare un quadro che inorgoglisce Clemente Mastella (“Erano dieci mesi che non si parlavano”).
Ma proprio su quel palco i tre tornano subito a dividersi, sulla riforma del modello contrattuale e presentano al pubblico e alla stampa schieramente decisamente inediti: con la Uil decisa a denunciare la disdetta degli accordi del 1993 e a chiedere di firmare i nuovi contratti con nuove regole mentre Cisl e Cgil che puntano a rinnovare i contratti con le vecchie regole.
Una divisione parzialmente superata solo nell’analisi della difficile situazione economica che sta attraversando l’Italia: “IL PAESE E’ DEBOLE, DEBOLE, DEBOLE…”. LO RIPETE TRE VOLTE SAVINO PEZZOTTA E AVVERTE: “COSI’
RISCHIAMO DI ANDARE ALLA DERIVA”. PERCHE’ “VA BENE IL METODO DI
SINISCALCO, VA BENE IL CONFRONTO, MA SE L’ORIENTAMENTO E’ QUELLO
DEL DPEF, ALLORA NON CI SIAMO”.
HA AVUTO GIOCO FACILE INVECE IL SEGRETARIO DELLA CGIL EPIFANI NEL RICORDARE CHE “ORMAI DA TRE ANNI ABBIAMO AVVERTITO DEL RISCHIO DECLINO”. PER USCIRNE “SERVE UN PROGETTO ALTO, NON BASTA UNA POLITICA DI TUTTI I GIORNI, DI FURBIZIE E TATTICISMI. SERVONO PROGETTI AMBIZIOSI”. MA EPIFANI NON RICONOSCE AL GOVERNO “LA CAPACITA’ DI CAMBIARE LE COSE”, E ALLORA CHIEDE PIU’ SEMPLICEMENTE: “OPERI PER NON AGGRAVARE LA SITUAZIONE”. BASTA FARE “QUATTRO O CINQUE COSE”. PRIMA DI TUTTO, “FERMI LA DISCUSSIONE SUL PROGETTO DI
DEVOLUTION”. IN SECONDO LUOGO, “INTERVENGA SUI PREZZI, PERCHE’ C’E’ SICURAMENTE UN PROBLEMA CHE PERO’ IL GOVERNO HA FINORA SEMPRE NEGATO”. TERZA RICHIESTA: “NON PROCEDA ALLA RIDUZIONE DELLE TASSE SE NON CI SONO LE RISORSE: LE RIDUCA A QUEI LAVORATORI E PENSIONATI CHE HANNO PAGATO DI PIU’ IN QUESTI ANNI E LE RIDUCA ALLE IMPRESE, SELEZIONANDO PERO’ QUELLE VIRTUOSE”.
INFINE, “NON LASCI A SE STESSO IL MEZZOGIORNO”. ANCHE IL SINDACATO “E’ PRONTO AD ASSUMERSI LE SUE RESPONSABILITA’, ANCHE SE MOLTO ABBIAMO GIA’ DATO. SE C’E’ UN PROBLEMA DI RISORSE NON LE SI CERCHI DA CHI HA TIRATO LA CINGHIA, MA SI CHIAMI A PAGARE DI PIU’ CHI, IN QUESTI ANNI, SI E’ ARRICCHITO”. E CHIUDE CON UNA ESORTAZIONE: “NON RASSEGNAMOCI AL DECLINO, RIBELLIAMCI, TROVIAMO
UNA VIA DI USCITA: DIAMO ALLE PERSONE LA POSSIBILITA’ E LA RESPONSABILITA’ DI CAMBIARE LE COSE”.
DOPO CHE ANCHE PAOLO CIRINO POMICINO (recentemente passato dall’Udc all’Udeur) HA SFERZATO IL GOVERNO AFFERMANDO CHE “IL DECLINO ECONOMICO C’E’ E C’E’ ANCHE LA COLONIZZAZIONE DELLE NOSTRE IMPRESE”, TOCCA al ministro dell’Agricoltura GIANNI ALEMANNO (AN) PROVARE A DARE DELLE RISPOSTE PER IL GOVERNO: RICORDA IL CAMBIO DI SQUADRA DI META’ LEGISLATURA, AMMETTE CHE I TRE ANNI TRASCORSI
“NON SONO STATI ENTUSIASMANTI”, E RILANCIA IN VISTA DELLA SECONDA PARTE DELLA LEGISLATURA: “DOBBIAMO AVERE LA CAPACITA’ DI SFIDARE LA CLASSE DIRIGENTE, IL SINDACATO E GLI IMPRENDITORI SUL TERRENO DELLA PROGETTUALITA’. “DAI SINDACATI NON MI ASPETTO I SACRIFICI, NON E’ QUESTO IL LORO COMPITO, – dice – MA MI ASPETTO PROPOSTE PER LO SVILUPPO”.
Il dibattito politico, sociale e sindacale è ricominciato, l’estate è finita.
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