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Telefono Azzurro: “la ricostruzione riparte dalla scuola”
L’associazione lavorerà al fianco del Miur, con attività e formazione per studenti e insegnanti, mentre il ministro Giannini ne elogia il lavoro. L’obiettivo sarà favorire il ritorno alla normalità, aiutando i più piccoli a superare il trauma
di Marco Dotti
La ricostruzione di Amatrice e di tutti gli altri luoghi colpiti dal terremoto deve partire dalla scuola. Rendere possibile l’avvio di un anno scolastico, sereno ed equilibrato, per tutti i bambini e gli adolescenti della zona, è una assoluta priorità per l’associazione, che oggi, nel suo presidio ad Amatrice, ha ricevuto la visita del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini.
Il Ministro ha ringraziato per il lavoro svolto dal Team Emergenza di Telefono Azzurro, in campo fino dal primo momento dopo il sisma e ha dichiarato che la guida scientifica “Primo soccorso psicologico” a cura della Associazione sarà il testo di riferimentoper la formazione di insegnanti e genitori, nella delicata fase del rientro a scuola. Accanto alle attività di primo soccorso psicologico sul campo, infatti, l’associazione si impegnerà nella delicata fase del ritorno a scuola, un primo importante passo per il ritorno alla normalità, attraverso specifiche attività psicoeducative rivolte a studenti e docenti delle scuole colpite dal sisma. E quindi, attiverà una serie di percorsi laboratoriali ed incontri formativi per la prevenzione dei disturbi post-traumatici ed il riconoscimento dei segnali di disagio psicologico nei bambini e adolescenti.
Il Ministro ha anche apprezzato l’impegno dell’Associazione a favore della popolazione colpita dal sisma attraverso la linea, 114 Emergenza Infanzia, numero gratuito, attivo 24 ore su 24 e gestito da Telefono Azzurro in collaborazione con il ministero delle Pari opportunità. La linea, infatti, sta ricevendo diverse chiamate da parte di adulti, in cerca di consigli e di supporto emotivo per i propri bambini a seguito del terremoto.
“Forti dell’esperienza maturata durante emergenze simili dopo i terremoti in Emilia e in Abruzzo, assisteremo bambini e adolescenti in un percorso di ricostruzione prima di tutto emotivo e psicologico”, ha commentato Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile, “Ci impegneremo, grazie all’aiuto di volontari e ad un team di psicologi e psichiatri, per fornire un sostegno affinché l’inserimento nel percorso scolastico sia il più possibile sereno e costituisca un’occasione di crescita”.
Punto di partenza per la messa in atto dei principi del “Primo Soccorso Psicologico”, è il riconoscimento dei segnali di disagioche possono manifestarsi a seguito di un evento traumatico.
Ecco una serie di segnali che genitori e insegnanti possono cogliere per riconoscere situazioni di disagio in bambini e adolescenti:
• Ci sembrano arrabbiati, irritabili, eccessivamente tristi e cambiano umore repentinamente;
• Possono presentare difficoltà di concentrazione a scuola e/o mancanza di interesse;
• E’ possibile che esprimano il loro disagio attraverso il corpo, con frequenti mal di testa o mal di pancia, oppure enuresi notturna;
• Possono fare fatica ad addormentarsi;
• Gli eventi traumatici vengono spesso rivissuti attraverso incubi notturni e ripetitivi pensieri negativi, rispetto ai pericoli, alla morte o alla perdita di una persona cara;
• E’ probabile che esprimano le emozioni e il disagio attraverso il disegno o il gioco, rimettendo in atto l’evento;
• Si allertano e si spaventano in risposta ai rumori (per esempio una porta che sbatte, sirene dei soccorritori…), ad un contatto fisico o a movimenti inaspettati;
• Pretendono un’eccessiva vicinanza fisica e reagiscono alla separazione con ansia, regredendo a comportamenti tipici di bambini più piccoli;
• Gli adolescenti possono tentare di “rifugiarsi” nell’uso di droghe e alcol, reagendo con rabbia (verso di sé o verso gli altri) e/o isolamento;
• Non è raro che sperimentino un senso di colpa, che li può portare a sentirsi responsabili senza motivo (per esempio per essere sopravvissuti, a differenza di altri).
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