Non profit
Telefono azzurro: 2° rapporto su infanzia e preadolescenza
Sintesi dell'intervento del prof. Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro
“Telefono Azzurro, insieme con Eurispes, ha dato vita ad un’iniziativa di studio, analisi e ricerca per contribuire all’approfondimento della conoscenza delle diverse dimensioni del’infanzia. Un anno fa è stato presentato il primo Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e della Preadolescenza in Italia; oggi con il secondo rapporto vogliamo rafforzare questo impegno e dare continuità al progetto per fermare l’attenzione su temi troppo spesso trascurati, ma anche sugli interventi a favore dei bambini che da diversi anni hanno visto al lavoro le istituzioni, il mondo scientifico e il settore privato sociale.
Il lavoro che oggi abbiamo presentato riporta un’analisi socio-politica dalla parte dei cittadini e delle organizzazioni non governative per stimolare soluzioni nuove e strategie di intervento realmente incisive per lo sviluppo di una cultura dell’infanzia: un lavoro svolto per l’infanzia e con l’infanzia.
La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia compirà fra qualche giorno dodici anni e, possiamo dire, la sua funzione è stata ed è fondamentale per il riconoscimento concreto dei Bambini come soggetti di diritto. Quello che preme oggi sottolineare però è l’azionabilità dei diritti della Convenzione. E’ opportuno ricordare che fra i diritti riconosciuti al bambino come fruitore passivo – il diritto alla vita, all’identità, alla salute, all’istruzione, alla riservatezza – la Convenzione riconosce anche il diritto a partecipare attivamente alla formazione della sua personalità sia individuale che sociale, riconoscendogli il diritto di accesso anche ad informazioni e materiali che lo riguardino. La stessa Convenzione stabilisce inoltre principi che incoraggiano i mezzi di comunicazione di massa a diffondere informazioni e materiali di utilità sociale e culturale per l’infanzia e ad attivare codici di condotta che non siano dannosi al loro benessere.
Dal Rapporto di Telefono Azzurro ed Eurispes risulta un notevole sviluppo della normativa in materia di infanzia dal 1997 ad oggi. Tante leggi con le quali finalmente il Paese si è adeguato, se pur in parte, ai principi internazionali. Restano ancora oggi molte contraddizioni già evidenziate nel 1995 dalla Commissione per i diritti dell’infanzia di Ginevra.
Elemento di primaria importanza resta quello della ricerca, ossia la possibilità di monitorare un fenomeno che è in costante movimento e trasformazione quale appunto è il complicato mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Purtroppo ancora oggi ci troviamo a sottolineare la mancanza di procedure e di linee guida che siano condivise dai ricercatori, che consentano agli addetti ai lavori di confrontarsi su protocolli di ricerca condivisi e, ove possibile, standardizzati.
Quest’anno, a differenza di quanto abbiamo fatto l’anno scorso, abbiamo allargato i nostri studi e le nostre ricerche anche all’adolescenza, fotografando quella parte dell’infanzia forse più complessa che esprime esigenze proprie e a volte contraddittorie.
Siamo partiti naturalmente dal nostro “patrimonio numerico”, ossia dalle migliaia di chiamate che arrivano al Call Center di Milano, uno dei pochi esempi di banca dati disponibili in Italia che fotografano forse la parte più drammatica dell’infanzia, quella che ci chiede aiuto e che confida nel servizio che quotidianamente garantiamo.
Attraverso il lavoro svolto da Telefono Azzurro è possibile attuare un monitoraggio puntuale non dell’infanzia nel suo insieme, ma di quella parte purtroppo consistente che esprime il proprio disagio e che non trova ascolto e risposte nelle figure genitoriali o professionali vicine e a cui sempre più frequentemente non può fare riferimento. Per questo motivo Telefono Azzurro si può definire un osservatorio privilegiato dell’infanzia che offre chiavi di lettura ed interpretazioni che traggono spunto direttamente dalla ricerca. E proprio la ricerca è alla base di un progetto comune con altre help-lines europee quali Inghilterra e Francia, con l’obiettivo, a breve, di definire criteri condivisi di ricerca ed analisi che consentano discussioni e confronti con realtà differenti, realtà che si impegnano tutte nella stessa scommessa: garantire una infanzia migliore.
Se da un lato in questi anni il Governo ha proposto molti nuovi strumenti normativi e interventi finanziari consistenti, dall’altro non si è ancora in grado di cogliere quanto sia realmente cambiato, e quale sia effettivamente lo stato dell’infanzia in Italia. Quello che possiamo dire è che oggi di infanzia parlano in molti. Per sopperire a questa mancanza abbiamo pensato di trovare strumenti di verifica sul territorio sollecitando le Regioni e gli Enti locali, i Comitati Provinciali presso ogni Ufficio territoriale della Pubblica Amministrazione (Ex Prefetture).
Questa politica locale deve essere supportata, monitorata e sollecitata a livello centrale con tavoli di lavoro comune che siamo lieti siano stati individuati nelle Prefetture.
Nel Comitato Provinciale per la Pubblica Amministrazione sono stati chiamati gli Enti locali (Regione, Provincia, Comune), i Servizi sociali delle Asl (consultori familiari e consultori giovani) e del Comune, i Servizi di neuropsichiatria infantile, l’Emergenza sanitaria (118), le Forze dell’Ordine, Magistratura, Provveditorato, Pediatri e le associazioni non profit proprio al fine di avviare questi protocolli e approfondire la conoscenza dell’infanzia e dell’adolescenza nelle singole realtà.
Lo sviluppo omogeneo di strategie di intervento, però, deve necessariamente partire da un’adeguata formazione dei diversi operatori coinvolti nei vari settori.
Oggi presentando questo secondo Rapporto portiamo alla vostra attenzione alcuni temi che potranno eventualmente fornire anche indicazioni per il Governo italiano e per le Nazioni Unite, sia per la stesura definitiva del Rapporto Italiano, sia per le leggi di raccordo necessarie a una migliore efficacia delle politiche per l’infanzia.
Possiamo dire infine che la ricerca Telefono Azzurro-Eurispes ha messo in luce come esistano già diversi strumenti che si potrebbero utilizzare per ridurre l’ampiezza della sofferenza e per creare nuove opportunità per un più sano sviluppo dei bambini e delle loro famiglie; così come dovrebbero promuoversi efficaci e permanenti campagne di cura preventiva per una stimolazione intellettuale ed emotiva dei bambini e degli adolescenti, attraverso interventi regolari e strutture adeguate.
LA SINTESI DEL RAPPORTO E’ PUBBLICATA SU : www.azzurro.it – Sezione NEWS
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