Leggi
Tecnologie: bilancio di fine millennio
La Commissione europea ha presentato la sua proposta per il quinto programma-quadro comunitario di ricerca e sviluppo tecnologico per gli anni 1998-2002
La Commissione europea ha presentato la sua proposta per il quinto programma-quadro comunitario di ricerca e sviluppo tecnologico per gli anni 1998-2002. Il documento guarda al futuro e, un po? come una macchina del tempo, offre una attendibile anteprima sui prossimi sviluppi delle tecnologie e sui loro possibili impieghi. Il nuovo programma prevede la concentrazione delle attività di ricerca su sei linee prioritarie (il programma in corso di attuazione ne prevede venti) di cui tre ?tematiche? e tre ?orizzontali?.
Le tre direttrici tematiche riguardano: le risorse naturali e gli ecosistemi (ambiente, salute, agricoltura, pesca); la società dell?informazione e le sue applicazioni (lavoro a distanza, commercio per via elettronica, editoria elettronica, sicurezza delle informazioni e delle reti); la competitività economica e industriale nei settori dell?aeronautica, dei trasporti, dell?energia, delle tecnologie del mare.
Le tre direttrici orizzontali riguardano invece: il ruolo internazionale della ricerca europea, cioè tutte le attività condotte con i paesi terzi; l?innovazione per le piccole e medie imprese; sviluppo delle risorse umane attraverso il sostegno alla formazione professionale e alla mobilità dei ricercatori. Il calendario della Commissione prevede l?approvazione definitiva del programma dopo la definizione degli aspetti finanziari (stanziamento complessivo e budget a disposizione per ciascuno dei settori prioritari), l?adozione dei programmi specifici entro la prima metà dell?anno prossimo mentre la pubblicazione dei bandi di gara avverrà successivamente (ottobre-dicembre ?98).
Per il momento si prevede che saranno destinati alla ricerca tra i 15 e i 17 milioni di ecu, una cifra che rappresenta una percentuale del Pil uguale a quella del quarto programma-quadro (1994-1998) attualmente in vigore
Un premio a chi offre lavoro
All?insegna dello slogan ?seguire i buoni esempi? la Commissione europea, tra una miriade di progetti finanziati negli ultimi anni dai fondi strutturali comunitari, seleziona quelli che meglio di tutti hanno effettivamente contribuito alla creazione di posti di lavoro non occasionali e di qualità.
Il premio, istituito con il nome European Job Challenge, è dedicato in particolare ai progetti realizzati nelle zone colpite dal declino industriale – cosiddette obiettivo 2 – che in Italia comprendono principalmente comuni situati nelle regioni del Centro-Nord.
La proclamazione dei vincitori avverrà a Bruxelles ad aprile del prossimo anno nel corso di una conferenza internazionale. L?iniziativa prevede che i vincitori presentino le loro iniziative e trasferiscano le loro esperienze agli interessati di altre zone dell?obiettivo 2.
Per ulteriori informazioni e per richiedere i formulari per la presentazione delle candidature è possibile rivolgersi alla Commissione europea (la scadenza per candidarsi è fissata a metà settembre), i cui uffici sono presenti in Italia a Roma e a Milano, oppure collegarsi in Internet al sito Web: Http://europa.eu.int/en/comm/dg16/job/default.htm.
Un programma contro gli incidenti
È dedicato alla prevenzione degli incidenti e in particolare di quelli che in diverso modo tra le mura domestiche, a scuola o nel tempo libero coinvolgono i bambini, i ragazzi e le persone anziane il nuovo programma quinquennale (1999-2003) recentemente adottato dalla Commissione europea.
Secondo le statistiche comunitarie, ogni anno sono coinvolte in incidenti di varia natura 20 milioni di persone e, tra queste, 300.000 riportano una invalidità permanente e 100.000, di cui 10.000 bambini, perdono la vita.
Il costo totale di tali incidenti è stimato intorno ai 6 miliardi di ecu (più di 11 mila miliardi di lire)
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.