Cultura

Teatro del Sale Football Club: a Firenze si vivono l’integrazione e l’inclusione

di Paolo Iabichino

Ci sono storie che colpiscono per la loro umanità, storie che fanno pensare a quanto l’integrazione possa essere semplice, qualcosa che può e deve essere vissuto attraverso la voglia di sentirsi comunità, gruppo. La voglia di sentirsi persone tutte uguali e tutte diverse con la consapevolezza che questo non debba essere un problema.
Ci sono storie che fanno capire quanto la vita possa sorprendere.

A Firenze esiste una squadra di calcio amatoriale, il Teatro del Sale Football Club, che dell’integrazione ha fatto la sua parola d’ordine diventando un esempio positivo e virtuoso.

Quante volte abbiamo sentito parlare del gruppo di amici che si ritrova la sera per tirare due calci al pallone giusto per stare insieme divertendosi? Ecco, il Teatro del Sale Football Club nasce così: un po’ per gioco e un po’ per disperazione, quella disperazione che si vive quando il figlio di un compagno di squadra di origine africana viene a mancare all’improvviso e allora a mancare è anche il senso della vita, il senso dello stare insieme al quale è necessario trovare una risposta.

Come si può ritrovare la voglia di tirare ancora due calci al pallone? Pensando che, forse, ci saranno altri ragazzi che non potranno mai colmare il vuoto di un figlio che non c’è più ma potranno dare un senso nuovo e diverso alla vita, a un padre e a un gruppo di amici.

È così che inizia questa nuova avventura cercando la collaborazione delle associazioni che, nel territorio fiorentino, si occupano di accogliere richiedenti asilo pensando di coinvolgerli attraverso lo sport, il calcio e gli allenamenti. Non importa se la squadra non ha fondi e finanziamenti, se tutto è amatoriale perché, forse, la magia vera della vita sta qui nelle piccole cose che possono diventare importanti.

È così che nasce il Teatro del Sale Football Club che diventa esempio di integrazione anche se non tutti parlano la stessa lingua e anche se si deve spiegare il valore delle regole e della loro condivisione. Nasce così una squadra dove si vivono pezzi di vita in cui nulla può fermare questa piccola e bellissima avventura.

Lo sport come esempio di integrazione tra le persone e nella società dove una squadra insegna ai ragazzi a rispettare gli orari, ad avvisare se ci sono difficoltà, ad avere un comportamento corretto, a confrontarsi con l'arbitro in campo e con i compagni, a stabilire un clima di unione.

Nel tempo alcuni giocatori hanno, ad esempio, trovato lavoro e tutti sono riusciti a sentirsi parte di una comunità e di una città. È bello credere che questo sia accaduto grazie alla voglia di stare insieme supportandosi gli uni con gli altri e poi il Teatro del Sale Football Club è, anche, esempio di inclusione visto che presidente e allenatore sono due donne come Maria Cassi e Lisa Ek giusto per ribadire che non ci sono ruoli, nella società di oggi, che le donne non possano ricoprire con talento, determinazione e capacità.

Mi piace pensare a questa squadra che non solo integra ma insegna il rispetto e lo fa con i fatti, in modo semplice, umano facendo comprendere che sì i problemi ci sono ma, a volte, per superarli basta avere la buona volontà e la voglia di saper guardare oltre.

Storia raccolta da Rossana Cavallari grazie a Bernardo Mannelli

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