Cultura

Tavecchio: un calcio al razzismo

Dalla Fifa al Uefa, dall’Unione Europea ai partiti italiani fino alle società di serie A. La partita per la presidenza del calcio italiano che si sta rivelando un enorme danno d’immagine per il Paese

di Redazione

C’era da aspettarselo. Anche la FIFA è intervenuta ufficialmente sulla frase razzista di Tevecchio ed in una nota alla FIGC ha chiesto l’apertura di un’indagine sui «presunti commenti razzisti da parte di uno dei candidati alla presidenza della federazione».

La FIFA è particolarmente sensibile all’argomento razzismo e discriminazione e con un provvedimento varato nel 2013, viene calato sulle federazioni affiliate l’obbligo impegnarsi al massimo per eliminare queste due piaghe dal mondo del calcio.

L’Uefa pure si è pronunciata ricordando in una nota di aver adottato «una chiara politica di tolleranza zero su razzismo e discriminazione».

Ma la figura fatta, purtroppo non dal solo Tavecchio ma dall’Italia intera, ha richiamato l’attenzione dell’Unione Europea che ha applaudito l’intervento della FIFA. Il portavoce della Commissione sport e cultura della Ue Dennis Abbott ha aggiunto che «la non discriminazione è la pietra angolare della carta dei diritti fondamentali della Ue. Il razzismo e ogni altra forma di discriminazione non devono avere posto nel calcio. Seppur la Commissione riconosca in pieno l’autonomia delle federazioni sportive, riconosce tuttavia anche che il calcio, in quanto sport più popolare in Europa, ha delle responsabilità particolari nella lotta al razzismo».

Sul fronte politico nazionale le posizioni sono ferme e consolidate: il Partito democratico vuole che Tavecchio ritiri la propria candidatura, Forza Italia lo difende.

Anche l’elettorato a favore di Tavecchio inizia a sgretolarsi e diverse società di serie A (Fiorentina, Sampdoria, Sassuolo e forse Cesena), vanno ad unirsi al fronte “anti Tav” che già annoverava Juventus e Roma.

Tavecchio dal canto suo continua a scusarsi a destra e a manca, va in giro mostrando le foto che lo ritraggono insieme ad alcuni togolesi, e ribadisce la sua volontà a non ritirare la candidatura a numero uno del calcio nazionale.

Forse però le elezioni non ci saranno e si andrà verso il commissariamento della FIGC, questo almeno è lo scenario che sembra delinearsi dopo l’intervento del presidente del CONI Malagò, peraltro sollecitato dal premier Matteo Renzi.

La soluzione del commissariamento sembra essere quindi la più accreditata, il toto-commissario vede al primo posto lo stesso Giovanni Malagò o il segretario generale del CONI Roberto Fabbricini.
Peccato per quanto successo, l’Italia ne ha tratto una perdita d’immagine notevole. Negli Stati Uniti, ad esempio, la CNN ha trasmesso un ampio servizio intitolato “Racism in football” che era incentrato sulla frase razzista di Tavecchio.

Insomma, ad un mese dall’inizio del campionato il calcio italiano è più che mai nella bufera grazie all’infelice uscita del ragionier Tavecchio che, in materia di frasi a sproposito, è un esperto. Una volta parlando di calcio femminile disse in un intervista «finora si riteneva che la donna fosse un soggetto handicappato rispetto al maschio… invece abbiamo riscontrato che sono molto simili».

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