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Tavecchio sospeso dall’Uefa

La sentenza della Disciplinare europea arriva a tre mesi di distanza dalla gaffe su Opti Pobà. Il presidente federale non potrà partecipare a commissioni Uefa e non sarà presente al congresso previsto a marzo 2015, tuttavia potrà continuare a stare alla guida della Figc

di Marco Marcocci

Opti Pobà può essere contento, almeno in parte. L’Uefa ha sospeso per sei mesi Carlo Tavecchio, reo di aver pronunciato quest’estate, quando era in corsa per la poltrona presidenziale della Figc, le famose frasi razziste con tanto di mangia-banana.

Così, per un semestre (più o meno lungo a seconda dei punti di vista), il presidente federale non potrà partecipare a commissioni Uefa e non sarà presente al congresso previsto a marzo 2015, tuttavia potrà continuare a stare alla guida della Figc.

La sentenza della Disciplinare europea arriva a tre mesi di distanza dalla gaffe di Tavecchio che, finalmente con un po’ di buon senso, ha annunciato di accettare la decisione ''senza fare ricorso al Tas''. Del resto poteva andare molto peggio al ragioniere al quale non è stata tolta la rappresentatività internazionale e quindi potrà essere presente negli eventi ufficiali come le partite della Nazionale.

L’Uefa ha adottato una decisione “conciliatoria” ricorrendo all'art. 34 comma 5 del codice europeo, che prevede un accordo delle parti scongiurando così l’ipotesi di incappare in un lungo contenzioso.

Nel comunicato della Figc si legge, tra le altre cose, che Tavecchio si è impegnato “con la UEFA ad attivare in Italia una speciale iniziativa in favore dell’integrazione, come del resto aveva annunciato già in occasione della presentazione del suo programma. La definizione così concordata tra il Presidente Tavecchio e l’Ispettore Disciplinare della UEFA è stata recepita dalla Commissione Disciplinare con una formale decisione che pone fine al procedimento”.

Soddisfatto l’onnipresente Claudio Lotito, consigliere federale con delega alle riforme e uomo di ferro di Tavecchio, che ha dichiarato che “non c'è alcun vulnus per il calcio italiano” e con riferimento alla politica ha ammonito che questa “non deve fare un'invasione di campo. Se qualcuno vuole mistificare e strumentalizzare la questione non sortirà nessun effetto”.

Il Partito Democratico non sembra proprio di questo avviso e la deputata  Lorenza Bonaccorsi, componente della segreteria nazionale del partito, ha dichiarato che “la sospensione del presidente della Figc da parte dell’Uefa per le sue frasi razziste umilia l’Italia. Ora Tavecchio spieghi cosa intende fare, visto che il nostro Paese non potrà esser rappresentato al congresso Uefa di marzo 2015”. Ha poi aggiunto che “qualche giorno fa Tavecchio diceva che si sarebbe difeso con la massima forza, ora invece annuncia che non presenterà nemmeno ricorso. L’atteggiamento del presidente della Figc rimane decisamente incomprensibile, come se non si accorgesse del grave danno d’immagine che sta causando allo sport italiano”.

Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, analizza in questo modo l’epilogo della questione: ''Non mi sorprende la decisione dell'Europa, semmai la non decisione dell'Italia: e tantomeno mi sorprende che questa sentenza non cambi nulla in Federcalcio''.

Il presidente del CONI Malagò ha così commentato la vicenda: “il danno d’immagine c’è, ma chi lo ha votato sapeva che sarebbe accaduto”.

Il tema del la lotta al razzismo è particolarmente sentito in seno all’Uefa tanto che in un congresso sul tema organizzato a Roma circa un mese fa, al quale Tavecchio non ha preso parte per motivi di opportunità, il Michel Platini, presidente Uefa,  aveva affermato che le frasi di Tavecchio ''hanno provocato stupore e riprovazione''.

Insomma, in un modo o in un altro il caso Opti Pobà sembra avviarsi verso la conclusione. Due cose resteranno per sempre: le frasi razziste che hanno fatto il giro del mondo e l’ennesima pessima figura del calcio italiano.
 


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