Sostenibilità

Tav: manifestanti rinforzano le barricate a Venaus

Ma, anche in vista di probabili nevicate, il sindaco e le Forze dell'ordine stanno discutendo l'ipotesi di rimuovere sia le barricate sia i blocchi stradali della Polizia.

di Chiara Brusini

Con l’aiuto di trattori portati dalle vicine fattorie i manifestanti del presidio contro la Tav a Venaus, hanno rinforzato le barricate che li dividono dalla Polizia con rottami, legname mobili vecchi e un mucchio di letame posto a margine del ruscello che separa le Forze dell’ordine dai no-Tav.

Lentamente, con l’alzarsi della temperatura, è aumentato l’afflusso di persone: i dimostranti sono molti meno di ieri, ma almeno 300 persone sono presenti a ridosso delle due barricate che isolano la porzione di strada provinciale che attraversa i terreni dove dovrebbero sorgere i cantieri e le altre due barricate poste ai margini dei terreni della Sitaf. Dalle 9 di stamattina, qui, un manifestante legge al megafono senza soluzione di continuità le 100 ragioni contro la Tav, provocando l’ilarità degli stessi dimostranti, che lo invitano a lasciare in pace i poveri agenti.

Stanotte, sono rimasti a presidiare i terreni tra le 30 e le 40 persone, che stamattina, verso le 7, quando una ruspa all’interno del cantiere Sitaf è stata messa in moto, hanno iniziato un tam tam per richiamare più persone possibili ed impedire il temuto sfondamento delle barricate. Subito dopo, l’intervento del sindaco di Venaus Milo Durbiano, che si è incontrato con il dirigente della Polizia. Secondo il racconto del sindaco, c’è stato un colloquio telefonico con il prefetto con il quale è stato deciso di sospendere l’occupazione dei suoli destinati al cantiere Tav in attesa di sviluppi, poiché nel frattempo, ha riferito il sindaco, “dopo l’arrivo di decine di altri manifestanti, non c’erano più le condizioni”.

Ora, l’ipotesi di cui il leader della protesta anti-Tav e le Forze dell’ordine stanno discutendo è, in vista delle probabili nevicate dei prossimi giorni, di rimuovere da una parte le barricate dei manifestanti e dall’altra i blocchi stradali della Polizia: “Ciò consentirebbe – ha spiegato il sindaco di Venaus – di ripristinare il servizio di trasporto pubblico, visto che sono tre giorni che i bambini non vanno a scuola. Inoltre – ha aggiunto – l’accesso al paese con la neve diventa molto complicato e perfino pericoloso”.

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