È rincasato dal suo stimato lavoro, ha lasciato l’auto nel giardino di casa, ha pregato, poi ha cenato con la sua famiglia. Ha lasciato i bambini a ripassare le lezioni di qualche lingua europea e si è seduto davanti alla Tv, a guardare la partita Real Madrid-Barcellona. Dopo la partita, ha scambiato commenti e battute con gli amici di Facebook. E il mattino dopo ha dovuto rinunciare a tutto. I barbari stavano arrivando. Il massimo che poteva offrire ai suoi bambini era continuare a vivere, respirare, piangere… I barbari stavano arrivando… Dove andare?
Quando l’islam si trasformò da invito e chiamata in Stato, i musulmani dovettero affrontare una domanda difficile: dove e quando cominciava la storia dell’islam? Il giorno in cui era nato il Profeta? Il giorno in cui aveva avuto inizio la rivelazione? Il giorno della vittoria sui miscredenti e della conquista della Mecca? I musulmani scelsero di far iniziare la propria storia dal momento di massima persecuzione e sofferenza, cioè dall’Egira (migrazione), perché coincideva con il momento della speranza in una nuova vita. Scelsero di far iniziare la propria storia dal valore fondamentale che preserva il significato della vita: la speranza. Il Corano sottolinea questo significato quando risponde ai “deboli” che hanno rinunciato a ogni libertà e fede: “Non era la terra di Dio vasta abbastanza perché voi migraste?” (Corano 4:97). Si noti che il Corano parla di “migrare”, non di “emigrare” e nemmeno di “immigrare”, perché la libertà non è un luogo verso il quale dirigersi, bensì una fede che portiamo con noi nella “vasta terra di Dio”. Esiste ancora, sulla terra, questa “vastità” per chi considera la libertà una patria?
I migranti che oggi affluiscono in Europa non stanno sfuggendo alla morte, né ambiscono al latte e miele di cui abbonda l’Europa. In tal caso, sarebbe stato più facile e vicino migrare verso la terra dove abbonda il petrolio, ben più pregiato del latte e miele. Essi bussano alle porte della speranza e della libertà, che a Sud sanno essere chiuse. Ma le porte della speranza sono ancora aperte nel Vecchio Continente? O quest’ultimo è invecchiato al punto da aver perso interesse, desiderio per la vita? E c’è vita senza i valori che hanno ispirato l’umanità e ancora riempiono gli occhi dei migranti con un barlume di speranza? È un barlume menzognero? È il barlume di una stella al tramonto, morta ormai da lungo tempo? La vera domanda che ci pone la crisi dei migranti non è chi sono i migranti e da dove vengono, bensì chi sono gli europei e dove stanno andando.
Dice il poeta egiziano Salah Abdel Sabour:
Questo è il tempo del diritto perduto
Chi è ucciso non sa chi l’ha ucciso né quando
I volti delle persone stanno su corpi di animali
E i volti degli animali su corpi di persone
Tasta il tuo volto
Tasta il tuo volto!
Nessuno ti regala niente, noi sì
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