Volontariato

Tassare le coop? Un’idea punitiva dell’economia

Il presidente di Alleanza cooperativa, che raccoglie le imprese di tutto il mondo, processa la politica italiana. Intervista ad Ivano Barberini.

di Francesco Agresti

«In Italia la cooperazione ha subito negli ultimi anni duri attacchi che hanno un chiaro sapore politico. Mentre nel resto del mondo cresce la consapevolezza del suo ruolo economico e sociale, nel nostro Paese le coop sono ingiustamente percepite come imprese diverse che godono di privilegi». Ivano Barberini, ex presidente nazionale di Legacoop, da tre anni alla guida dell?Alleanza cooperativa internazionale, l?organizzazione che raccoglie le imprese cooperative di tutto il mondo, da Ginevra, dove ha sede l?Aci, non perde di vista ciò che accade oltre confine.
Quello della cooperazione è un fenomeno di massa diffuso indistintamente a ogni latitudine e ovunque vi sia il bisogno di affermare principi di democrazia economica e garantire migliori condizioni di vita economiche e sociali.
Vita: La Giornata internazionale della cooperazione quest?anno è stata dedicata a una globalizzazione più equa. Qual è il contributo delle coop?
Ivano Barberini: La cooperazione per sua natura tende a produrre sviluppo economico legato a quello sociale e democratico secondo un?idea basata sul rispetto delle differenze. Una forma di impresa che ben si adatta alle sfide del ventunesimo secolo, in grado di affrontare il problema della insicurezza dei poveri e della solitudine dei ricchi. La cooperazione contribuisce a rendere più equo il processo di globalizzazione economica perché tende a sviluppare relazioni, a far conoscere le diversità ed educa al rispetto degli altri.
Vita: Qual è lo stato di salute del movimento cooperativo internazionale?
Barberini: Negli ultimi 10 anni la cooperazione è cresciuta praticamente in tutto il mondo. In Brasile, dal 1994 ad oggi il movimento cooperativo, è cresciuto sei volte di più che negli ultimi 90 anni. In India ci sono 520mila cooperative con 236 milioni di soci, molte sono costituite da sole. Negli Usa il 40% degli abitanti è in qualche modo legato alle attività delle cooperative, ci sono 26 milioni di soci di cooperative elettriche, cittadini che si uniscono per acquistare direttamente dai produttori l?energia di cui hanno bisogno, e 80 milioni di soci di coop di credito. Anche in Cina sta crescendo il numero delle coop di produzione lavoro. In America Latina ci sono organizzazioni che fondono le caratteristiche delle cooperative di produzione e di quelle sociali, in Africa sono le donne a unirsi per dare vita a imprese partecipate. Nel mondo ci sono oltre 800 milioni di soci di cooperative, 410 milioni sono agricoltori. Ci sono settori in cui le attività delle coop rappresentano il 90% del totale.
Vita: Le organizzazioni internazionali hanno la consapevolezza del ruolo che svolgono le cooperative?
Barberini: Mai come negli ultimi anni la cooperazione ha ottenuto così tanti riconoscimenti pubblici. L?Oil ha approvato una raccomandazione, la 193, in cui invita a promuovere lo sviluppo delle cooperative. Nell?Unione europea e negli Usa vi è il pieno riconoscimento del peso economico e della valenza sociale della cooperazione. Nel 2001 l?Onu ha pubblicato le Linee guida sulla promozione della cooperazione e Annan ha recentemente ribadito che nel mondo una persona su due beneficia direttamente o indirettamente dell? attività delle cooperative. L? Alleanza cooperativa, inoltre, ha sottoscritto un accordo con la Banca mondiale per sostenere lo sviluppo della cooperazione come forma di lotta alla povertà attraverso la creazione di reti di organizzazioni sociali, accordi sono stati inoltre sottoscritti anche con l?Unione africana.
Vita: La cooperazione in Italia non sembra godere della stessa considerazione, almeno da parte dell?attuale governo. Come giudica l?atteggiamento dell?esecutivo in materia?
Barberini: In Italia le cooperative sono percepite come soggetti diversi che godono di privilegi. Mi domando: ma se sono così favorite, perché tutte le altre imprese non si trasformano in cooperative? In realtà quel che rimane di alcune norme agevolative non è altro che una forma di compensazione dei limiti imposti dalla legislazione. L?accantonamento a riserva degli utili ha permesso, grazie al sacrificio dei soci, di far crescere e consolidare molte coop e ora si cerca di colpire queste risorse senza avere la consapevolezza della loro importanza. Un modo miope di far cassa.
Vita: La cooperazione può fare da collante in un?Europa allargata che stenta a trovare una propria identità comune?
Barberini: Rivolgo un invito ai governi dei Paesi europei: favorite la diffusione delle cooperative perché possono rappresentare un formidabile collante per realizzare reti di imprese, la forma più facile per competere. Insieme i soggetti possono costruire risposte anche nei settori più innovativi. Le cooperative sono scuole di democrazia, educano alla autoresponsabilità. L?Unione europea allargata ha bisogno di modelli che permettano di unire gli sforzi e di lavorare insieme.

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