Politica
Tariffe postali, il tetto è a quota 14 centesimi
30 milioni per la "sanatoria parziale"
Sarà questo il costo massimo per ogni invio da parte del non profit. Lo ha stabilito un emendamento bipartisan accolto dal governo. Che alla Camera è già passato con voto di fiducia Mentre il governo Berlusconi e la sua maggioranza ballano sul Titanic, tra scontri con Fini e dimissioni di Scajola, un manipolo di parlamentari bipartisan porta a casa una norma che sana, almeno parzialmente per il non profit, il vero e proprio scippo delle tariffe postali agevolate. Infatti, “grazie” alla questione di fiducia sul dl Incentivi posta dal governo alla Camera lo scorso 4 maggio, c’è la certezza che il dl medesimo venga approvato in tutte le sue parti, compreso l’emendamento sulle tariffe postali.
Dopo l’approvazione in sede di commissione Bilancio e Attività produttive e dopo un faticoso esame dentro la commissione Bilancio, quella più delicata, che si è chiuso proprio martedì 4 maggio, l’emendamento a prima firma Bobba (Pd) e Pugliese (Pdl) è stato fatto proprio anche dal governo, nella persona del sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, che ne ha dato conto in sede di risposta a un’interpellanza urgente firmata dall’onorevole Toccafondi e altri 40 deputati (tutti Pdl). Proprio a Toccafondi è toccata la parte di gentile, ma inflessibile, “mastino” delle sorti dell’emendamento, che è stato prima contrattato direttamente con il dipartimento all’Editoria presso la Presidenza del Consiglio (e cioè con Paolo Bonaiuti), poi con il Tesoro (ministro Tremonti e sottosegretario Giorgetti), infine con l’ostico e severo esame della commissione Bilancio, presieduta dal leghista Giancarlo Giorgetti. L’emendamento, che indirizza il beneficio solo ai giornali editi da associazioni e organizzazioni senza fini di lucro, escludendo cioè i giornali di partito come le pubblicazioni degli ordini professionali o dei sindacati, stanzia 30 milioni di euro per le tariffe postali agevolate a favore dell’editoria non profit. I 30 milioni sono coperti dalle maggiori entrate derivanti dalla chiusura delle lite tra concessionari della riscossione e fisco. La tariffa agevolata, che non dovrà essere superiore al 50% della tariffa ordinaria (non potrà superare, cioè, i 0,14 euro a invio) e dovrà rispettare il limite massimo di spesa indicato (30 milioni), verrà stabilita con un decreto del ministero dello Sviluppo una volta che il dl Incentivi avrà passato, dopo l’esame della Camera, quello del Senato.
Luigi Bobba, che avrebbe voluto integrare questa misura favorendo tariffe postali agevolate anche per la piccola editoria locale e per la stampa diocesana, ma che di fronte alla questione di fiducia posta dal governo si è dovuto fermare, ha espresso «viva soddisfazione» per il via libera alla norma bipartisan, che «ripristina un sostegno ai soggetti più deboli, distinguendo tra non profit e grande editoria» (costretta, negli stessi giorni, a dover sospendere il tavolo tecnico con Poste italiane e il governo). Anche Toccafondi, stremato da lunghe trattative ma appassionato alfiere della battaglia, esulta: «Si tratta di un segnale importante per il mondo del non profit e del riconoscimento dell’attività che tante associazioni svolgono per il bene di tutte». Infine, un piccolo giallo: nel dl Incentivi c’è anche il 5 per mille. Già finanziato con 400 milioni inseriti nel dl Milleproroghe l’anno scorso, in realtà si tratta solo della riproposizione della sua parte normativa, obbligatoria per legge ogni anno. In attesa arrivi, finalmente, la sua definitiva stabilizzazione. Emmanuele Forlani, coordinatore dell’Intergruppo per la Sussidiarietà, assicura: «È l’anno buono». Che dire? Sperém.
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