Non profit

Tariffe postali: e le Associazioni di promozione sociale?

Ennesimo richiamo del Forum del terzo settore

di Redazione

Avevamo segnalato oltre un mese fa al Governo la clamorosa mancanza nell’art.1 del D.P.C.M. n.294 ovvero, l’assenza – tra le realtà beneficiarie delle agevolazioni tariffarie – delle associazioni di promozione sociale ex legge 383/2000, costituite e riconosciute “al fine di svolgere attività di utilità socialeesenza finalità di lucro”. Ricordiamo che agevolazioni tariffarie sono l?unico sostegno pubblico di cui gode questo settore nel campo editoriale, a differenza della stampa quotidiana, degli organi di partito, di alcuni periodici che rientrano nelle provvidenze stabilite dalla legge sull’editoria. Nei giorni scorsi in IX Commissione parlamentare è stato approvato un testo che impegna il Governo a “reinserire con provvedimenti urgenti nelle classi di prodotti oggetto di riduzione tariffaria…i prodotti di partiti e organizzazioni sindacali con gli stessi criteri in vigore sino al 31 dicembre 2002”. “Perché – domanda Edoardo Patriarca portavoce del Forum Permanente del Terzo Settore – per le associazioni di promozione sociale non è stato fatto altrettanto? Lo avevamo chiesto più di un mese fa ed avevamo ricevuto assicurazioni in merito da parte del Governo. Invece niente. Forse perché l?associazionismo e il volontariato interessano soltanto quando si tratta di dispensare buoni pensieri da trasmettere all?opinione pubblica?” “O forse” prosegue Edoardo Patriarca – questo problema delle tariffe postali agevolate non rientra nel capitolo contabile dei rapporti tra Stato e Poste spa ma in quello ben più delicato e preoccupante per la civile convivenza di una limitazione del diritto “di manifestare liberamente il proprio pensiero” sancito dalla Costituzione?” “Chiediamo urgentemente un nuovo decreto ? conclude Patriarca – che ponga fine a questa situazione di grave discriminazione e di confusione: le associazioni si trovano con le riviste già stampate e ferme dagli spedizionieri mentre le sedi provinciali delle poste sono inondate da circolari spesso contraddittorie tra loro”.

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