Welfare
Tarak: «Volete cambiare il capitalismo? Puntate sulle imprese»
Per cambiare il mercato, bisogna stare nel mercato. Come? Imparando dalle B-corp. Spiega Pedro Tarak, economista tra i più importanti ispiratori del movimento benefit nel mondo
di Redazione
Ispirare il mondo, per cambiare il mondo. Stando nel mondo. È questo principio a muovere Pedro Tarak, imprenditore argentino, esperto di economia e tematiche ambientali, cofondatore di Sistema B. Sistema B è una rete diffusa in tutta l'America Latina. Riunisce innovatori, imprese, giuristi, economisti, manager e opinion leader e, in pochi anni, è riuscita a creare un vero movimento d'opinione attorno al tema delle benefit corporations. Ma non si ferma qui.
«Quello che ispiriamo e auspichiamo», racconta Tarak, che con Empredia è stato il primo a fondare una B-corp in Argentina, «è un cambio di paradigma economico». Per attuare questo pardigm shift, racconta ancora Tarak, «dobbiamo stare nel mercato e dar prova concreta che il mercato è parte della soluzione, non il problema».
La pandemia ha cambiato molte cose e, al tempo stesso, ha cambiato anche la nostra percezione sulle cose. Un punto critico è, come sempre, il paradigma economico. Possiamo davvero cambiarlo?
Partiamo da una considerazione: il paradigma dentro cui ci muoviamo, un paradigma che ha alcune centinaia di anni, è quello del profitto come unico scopo. Un profitto per gli azionisti, ovviamente. Ma non un valore per la comunità e – questo è e sarà il vero punto di svolta – nemmeno per l'impresa.
L'azienda dev'essere consapevole di generare valore e di avere una responsabilità diffusa
Pedro Tarak, imprenditore argentino, cofondatore di Sistema B
L'impresa, infatti, è un attore e un vettore importante nella creazione di valore. Ma solo se quel valore lo intendiamo in termini non riduzionistici: come valore economico, come valore sociale, come valore ecologico e ambientale. Un'azienda non crea valore solo per sé, ma lo crea per una rete: fornitori, clienti, investitori, consumatori.
Questo vale in ogni caso…
Ma quando l'azienda è strutturata in modo tale da avere piena consapevolezza del suo ruolo di generatrice di valore, ma anche di avere una responsabilità diffusa, che va ben oltre il perimetro della propria sede, allora qualcosa cambia. Perché cambia il suo modo di agire sul mercato in relazione alla comunità in cui si trova e in rapporto alle comunità con cui interagisce e attraverso cui opera i suoi scambi.
Spesso si addita il mercato come origine di disuguaglianza, disparità, asimmetrie e come luogo del mero profitto. Lei invece propone una visione diversa…
Non diversa, ma conforme a un paradigma diverso. Un paradigma che non è quello del profitto esclusivo a danno di altri, anche perché questo modello è insostenibile e tale insostenibilità è sotto gli occhi di tutti. Inoltre le aziende, ma anche i grandi investitori, si stanno accorgendo che sostenibilità e responsabilità sociale pagano. Proprio sul mercato! Il mercato è il luogo in cui è possibile rispondere a un bisogno. Un bisogno vero, concreto, non artefatto né imposto. Questo è il vero tema: l'ascolto di quel bisogno, la risposta conseguente a quel bisogno.
Il mercato è il luogo in cui è possibile rispondere a un bisogno. Un bisogno vero, concreto, non artefatto né imposto
Pedro Tarak, imprenditore argentino, cofondatore di Sistema B
Il mercato diventa un luogo di transazione e ascolto reciproco, dunque?
Pensi a Socrate: non stava nascosto nell'Acropoli, andava all'agorà, il mercato del tempo. Dei due poli di cui si componeva la città antica, il filosofo scelse il mercato perché lì si incrociavano i bisogni, si ascoltavano le esigenze, si interagiva virtuosamente con la comunità. Le aziende che seguono il vecchio paradigma vorrebbero stare con i piedi nell'agorà, ma con la testa nell'acropoli. Il mercato, invece, chiede un nostro impegno integrale: una rottura di paradigma, appunto. Non si tratta di regolamentare in un modo o nell'altro il mercato, si tratta di cambiarlo nella sua struttura, rendendolo un luogo adatto alla transizione verso il bene comune.
Questo cambio di paradigma deve essere trainato da attori di cambiamento. Le B-corp possono essere questi attori e concretizzare questo cambiamento?
Le B-corp spingono verso questo nuovo sistema che ho chiamato Sistema B. Quando lo scopo dell'impresa – che è sempre una comunità tra le comunità – inizia ad allinearsi con l'idea che sia importante generare valore, e di conseguenza profitto, ma non profitto a discapito del valore allora le cose cominciano a mutare. Cambiano, per prima cosa, nell'impresa. Ma cambiano anche nel mercato: perché un sistema che genera fiducia attrae fiducia e, di conseguenza, investimenti e utili. Ovviamente è molto importante che questi attori si relazionino tra loro e con le comunità di riferimento, diventando poli di attrazione e di costruzione del legame sociale. Per questo un punto cruciale nel cambiamento è il concetto di sostenibilità. La sostenibilità ci aiuta a comprendere che c'è una connessione tra le parti e il tutto e ogni nostra azione ha delle conseguenze. Conseguenze che possono essere positive o negative sugli altri o sul contesto in cui noi e gli altri ci troviamo: i luoghi e le comunità.
Sostenibilità è un concetto spesso abusato, ma non di meno è necessario?
Sostenibilità significa capire che ogni nostra azione ha un impatto sociale sugli altri e sull'ambiente. Se capiamo questa regola, cominciamo a muoverci diversamente. Il cambiamento avverrà quando sarà chiaro che ogni nostra azione ha bisogno di un luogo da cui partire e in cui generare valore. Le aziende che comprenderanno questo, saranno le aziende vincenti: genereranno valore, creeeranno lavoro, saranno integrate nelle comunità riducendo i conflitti, innoveranno…
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