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TANZANIA. Al via progetti italiani in ambito sanitario

Un laboratorio di biologia molecolare, un centro di cura e di prevenzione dell'Aids e un Health Center con sepcialisti italiani. La visita di Adolfo Urso in Tanzania testimonia l'impegno italiano in Africa

di Redazione

Continua la missione italiana in Tanzania per presentare il Piano Africa predisposto dal ministero dello Sviluppo Economico. Nell’ ambito della missione, il sottosegretario al Commercio Estero, Adolfo Urso, ha inaugurato ad Arusha il primo laboratorio di biologia molecolare della regione, posto la pietra del nuovo centro di cura e prevenzione dell’Aids voluto dalla Comunità di San Egidio e dato il via al primo servizio di telemedicina dell’Health Center con gli specialisti dell’ospedale San Giovanni di Roma. “Ogni anno in Africa – spiega Urso – 5 milioni di persone vengono contagiate dal virus dell’Hiv e per cause correlate all’Aids ne muoiono circa 3 milioni, e’ come se ogni anno scomparisse tutta la popolazione di Roma e provincia. L’alto numero dei decessi ha inciso profondamente sulla demografia del paese: i bambini orfani di almeno un genitore sono 12 milioni. Sappiamo che c’e’ molto da fare, in Africa e in Tanzania operano molte associazioni di volontariato e in particolare la Comunità di Sant’Egidio che e’ presente dal 2005 proprio ad Arusha. Quella di oggi – sottolinea – e’ una tappa importante che dimostra come la cooperazione e la solidarietà sono componenti che guidano l’attività del governo e in generale del popolo italiano”. Il ministero dello Sviluppo Economico comunica che “nella sola Tanzania ogni anno a causa dell’Aids muoiono circa 300 mila persone, quante ne morirono per lo Tsunami. Dei 40 milioni di malati di Aids nel mondo, quasi il 70% (28 milioni di persone) si trova nei paesi dell’Africa sub-Shariana. L’Aids crea una crisi di sviluppo che ha molteplici effetti: colpisce le persone negli anni più produttivi della loro vita, peggiora la povertà e, complessivamente, ha un effetto avverso contro tutti i settori dello sviluppo. Il fatto che la malattia colpisca giovani ha un forte effetto anche sul mercato del lavoro e sulla produttività. Uno studio effettuato nello Zimbabwe – aggiunge il ministero – rivela che le 3-4 principali colture nel paese, mais, cotone, vegetali, noci e l’allevamento del bestiame, vengono pesantemente influenzate, nella misura da un terzo fino a due terzi, dalla presenza dell’Aids. Si calcola inoltre che ogni 5 punti di aumento della prevalenza della malattia, corrispondano a circa 1-1,5 punti in meno del Prodotto interno lordo (Pil)

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