«Quando la tua vita sembra andare a gonfie vele, quando hai ottenuto il lavoro desiderato da una vita, nella città che ami, quando hai degli ottimi amici e fai una vita attiva, sempre sulla cresta dell’onda tra aperitivi, musica e palestra, quando ti sembra di toccare il cielo con un dito e di poter spaccare in due il mondo con la sola forza del pensiero… ecco, è proprio in questo momento che la tua esistenza viene stravolta da una piccola parolina insignificante che inizia con la lettera C. “Ho il Cancro”. Potrai anche trovarti nel posto più bello del mondo, in mezzo a palme, mare azzurro e brasiliani in festa, che tu penserai sempre e solo a quello: “Ho il Cancro” ».
La storia di Federica è dura, secca. Ma ne parla. Ne scrive. E mette a disposizione la sua cartella clinica. Ha 30 anni e ha aperto un sito con il quale si rivolge “a medici e oncologi in Italia e all’estero, a tutte le persone di cuore che siano in grado di aiutarmi a trovare una soluzione, una cura, una possibilità chirurgica”.
Come per Salvatore Iaconesi, Federica ha fatto della rete uno strumento per raccontare la sua storia e la sua battaglia con gli “open data” e il crowdsourcing. Mette a disposizione la sua storia clinica, una presentazione di tutti i suoi referti e cartelle cliniche, le terapie svolte e la possibilità di darle una mano. Quello che è ancora un male che non si riesce a nominare (“un brutto male”, come se ci fosse un male meno brutto), lei lo descrive, anche in inglese: “carcinosi peritoneale”.
Scrive Iaconesi: “Ci sono cure per il corpo, per lo spirito, per la comunicazione. Prendete le informazioni sul mio male, se ne avete voglia, e datemi una CURA”.
Il passo, coraggioso, duro, di Federica e Salvatore è uno di quelli che porta avanti, che toglie i veli all’ipocrisia e che magari riesce ad aiutarli concretamente. Il titolo che ha dato al suo sito è un altro passo ancora: “Tanto vinco io”, senza piangersi troppo addosso. Ha raccolto la sfida e ora la vuole vincere.
Ora prendiamoci cura di Federica, anche se tanto vincerà lei.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.