Formazione

Tanti sono i poveri in Italia. Parola di Istat

Diffusi i dati relativi al 2000. Le famiglie povere sono 2,7 milioni. Stabile la situazione al Centro e al Sud, al Nord crescono gli squilibri

di Gabriella Meroni

In Italia 2milioni e 707mila famiglie vivono in condizioni di povertà relativa, cioè con meno di 1 milione e mezzo di lire al mese. E’ quanto rileva l’Istat che ha diffuso oggi una nota rapida sulla Povertà nel 2000.

Secondo i dati raccolti le famiglie a vivere in condizioni di povertà relativa sono circa il 12,3% del totale, pari a 7 milioni 948mila individui, il 13,9% dell’intera popolazione. In povertà assoluta, con 1 milione e 55mila lire al mese, vive il 4,3% delle famiglie italiane, pari a 2 milioni e 937mila individui. Il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno, segnala l’Istat, dove risiede il 70,7% delle famiglie assolutamente povere e oltre il 60% di quelle in povertà relativa. Ma quest’anno e’ stato registrato un aumento significativo dell’incidenza della povertà anche al nord, dove il valore e’ passato dal 5% al 5,7%.

”Il dato relativo al nord – come ha spiegato stamane Giuliana Coccia dell’Istat – deve attribuirsi alla ripresa economica che si è sentita soprattutto al nord. Alcune famiglie non sono riuscite a stare al passo e oggi appaiono più povere di quanto non apparissero lo scorso anno. Come dire: più l’economia va bene più aumenta la diseguaglianza fra chi riesce a farsi trainare e chi, invece, resta indietro”. Al Centro e nel Mezzogiorno, infatti, i tassi di povertà restano sostanzialmente invariati rispetto al ’99 con un’incidenza, rispettivamente, del 9,7% e del 23,6%. L’intensità della povertà – che misura di quanto in media la spesa delle famiglie povere e’ percentualmente al di sotto della soglia di povertà – indica che le famiglie povere spendono in media 1 milione 216mila lite mensili, il 22,5% in meno della soglia.

La povertà è maggiormente diffusa tra le famiglie di cinque o più componenti: per queste l’incidenza di povertà e’ del 24,3% a livello nazionale e raggiunge il 33,4% nel Mezzogiorno. Si tratta per lo più di coppie con tre o più figli, per le quali l’incidenza e’ pari al 25,2%, me nel caso di famiglie con tre o più figli minori l’incidenza tocca il 25,5%. Il 18,5% delle famiglie povere hanno un anziano come persona di riferimento, o una donna e circa il 13% sono le famiglie povere monogenitore e le persone sole con 65 anni e più. Qualunque sia la condizione professionale della persona di riferimento, le famiglie con almeno un componente in cerca di occupazione presentano incidenze di povertà più elevate: del 16,6% se lavoratore autonomo, del 21,7% se lavoratore dipendente.

Rispetto allo scorso anno, segnala l’Istat, l’incidenza della povertà in Italia e’ rimasta sostanzialmente stabile, anche se si evidenziano dei cambiamenti. Una diminuzione si osserva per le famiglie monogenitore e per le persone con 65 anni e piu’, dovuta al miglioramento della loro condizione nel Mezzogiorno. Ciò si riflette anche nell’incidenza delle famiglie povere con persona di riferimento donna che passa dal 26% al 23,5%. Le famiglie con tre o piu’ figli minori mostrano complessivamente una diminuzione dell’incidenza di poverta’ di circa 1,5 punti percentuali. Variazione che e’ particolarmente evidente nel Mezzogiorno dove il dato scende dal 37,2% del ’99 al 33,7% del 2000. Diminuisce, al sud, anche la percentuale di famiglie povere che hanno al loro interno un anziano (dal 29,3% al 27,8%), mentre di quasi tre punti percentuali aumentano le famiglie in povertà con all’interno due o più anziani.

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