Famiglia

Tante piccole star al circo dell’Auditel

Il Codice sui minori giace inapplicato e i network esagerano

di Cristina Corbetta

La notizia è stata data in sordina: Emilio Fede, direttore del Tg di Rete4, avrebbe ?assunto? due bambini di sette anni per commentare alcune notizie del suo notiziario. La trovata del direttore aggiunge un piccolo tassello al panorama di bambini attori-partecipanti-conduttori che sta pian piano dipingendosi sulle reti televisive; da ?Zitti tutti? con Carlo Conti su Rai Uno a ?Chi ha incastrato Peter Pan? con Paolo Bonolis su Canale 5, a ?Uomini e donne? con la De Filippi che prevede anche messaggi d?amore e bacetti per i piccoli fidanzatini. Così i più piccoli stanno occupando spazi e orari tradizionalmente riservati agli adulti. È un segnale di attenzione al mondo dei minori? O un facile sistema di spettacolarizzare l?infanzia? Alcune associazioni di genitori si sono già pronunciate: il Movimento genitori – Moige di Roma punta il dito sull?uso della candid camera nella trasmissione Peter Pan e annuncia che procederà a vie legali contro l??abuso emotivo? che si riscontra in certe scene. Ma la denuncia più dura, e più condivisa, riguarda la non applicazione delle norme di tutela previste per legge. «Gli strumenti legislativi ci sono», accusa Giovanni Cocco dell?Associazioni Genitori Age, «ma non sono applicati; basti pensare che dopo cinque anni non abbiamo ancora le nuove commissioni di revisione cinematografica e che il Codice di autoregolamentazione è rimasto lettera morta». La vicenda del Codice è in effetti tutta di segno negativo; voluto nel ?97 dall?allora presidente del Consiglio Prodi, il codice era stato firmato dai presidenti di tutte le televisioni. Ma il Comitato per l?attuazione, tempo un anno, registrava le dimissioni di tutti i membri di nomina governativa, tra cui il presidente Francesco Tonucci che, nella lettera di commiato presentata a D?Alema, denunciava l?inerzia delle tv e il disinteresse del Governo. L?autoregolamentazione è ferma qui, nonostante la ricostituzione del Comitato (oggi presieduto da Sergio Zavoli). Recentemente uno schieramento trasversale di 70 senatori ha presentato un disegno di legge sulla ?tutela dei minori nelle comunicazioni televisive violente e sessualmente inadatte?. Già in calendario in commissione cultura, il disegno prevede la formazione di un Comitato presieduto dal ministro per gli Affari sociali e composto da un magistrato del tribunale per i minori, un neuropsichiatra infantile, un esperto di comunicazione visiva e un rappresentante delle associazioni genitori. Al di là dei divieti (sostanzialmente quelli del Codice), la proposta parla, per la prima volta, di sanzioni. La violazione dei divieti comporta infatti una multa non inferiore a 400 milioni in caso di prima violazione e fino a un miliardo in casi di recidiva; più di tre violazioni in un mese portano alla sospensione delle trasmissioni fino a 48 ore. «La mancanza di pene per i violatori», spiega Michele Bonatesta di An, primo firmatario, «è stata una delle cause principali del fallimento del codice». Ma da Isabella Poli, presidente della sezione italiana del Bureau internazionale cattolico per l?infanzia (che raggruppa oltre 30 associazioni), arriva la preoccupazione che la normativa nasca già vecchia: «Credo che per non essere datata, dovrebbe tener presente la realtà ormai vicinissima dell?interazione tv-Internet; e mi pare che i divieti dovrebbero prendere in considerazioni non solo le raltà di violenza e le scene sessualmente inadatte, ma anche i messaggi diseducativi. Un esempio per tutti, il Lotto». Insieme ad altri dieci rappresentanti del mondo dell?associazionismo (dall?Aiart all?Age, dalla Confconsumatori al Genitori democratici), Poli è stata chiamata a far parte del nuovo Consiglio nazionale degli utenti, nominato dall?Autorità per le garanzie proprio settimana scorsa; un organismo che da quest?anno non ha solo funzione consultiva, ma può fare proposte al Parlamento, al Governo e a tutti gli organi pubblici competenti in materia audiovisiva .


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