Un plebiscito per il volontariato, un successo “personale” di Emergency, che raggiunge la vetta, qualche passo indietro per Airc e Unicef e una conferma della tendenza alla polarizzazione delle scelte a favore di associazioni note al grande pubblico. Sono questi gli elementi principali che emergono da una lettura ragionata dei dati sul 5 per mille 2010, finalmente pubblicati dall’Agenzia delle Entrate.
La prima considerazione è una conferma: questi numeri sono uno schiaffo ai gufi, quelli che ogni anno decretano la morte di questo strumento di sussidiarietà fiscale, di cui invece gli italiani dimostrano di essere sempre più consapevoli, per non dire appassionati sostenitori. Le firme per gli enti del volontariato hanno segnato infatti un record assoluto, sfondando quota 10 milioni, per oltre 246 milioni raccolti.
Un risultato eccezionale che arriva dopo stagioni di continua crescita: le scelte per le onlus erano state infatti 7,3 milioni nel 2006 per poi salire a 8,4 milioni l’anno successivo, a 9,2 nel 2008 e a 9,7 nel 2009 fino ai 10.287.427 di due anni fa. Fatti i conti, sono tre milioni gli italiani in più, in cinque anni, che hanno scelto di destinare il loro 5 per mille al volontariato, mentre le associazioni ammesse al contributo in un solo anno sono passate da poco più di 28mila a 30.832.
Chi sale, chi scende
Un’altra novità di rilievo riguarda Emergency, la nuova numero uno del volontariato, che scalza Medici senza frontiere (sempre prima in classifica, se si eccettua il primo anno) e si piazza seconda assoluta dopo l’imbattibile Airc (che però partecipa al 5 per mille in tre categorie: la ricerca sanitaria, la ricerca scientifica e le onlus). Una marcia di avvicinamento che ha visto la ong di Gino Strada partire in sordina (si fa per dire) nel 2006 con 4,5 milioni di raccolta e la medaglia di bronzo per balzare al secondo posto nel 2008 raddoppiando il ricavato e arrivare prima nel 2010 con quasi 10,7 milioni.
Una parabola opposta a quella di un’altra grande organizzazione, Unicef, regina delle onlus nel 2006 con quasi 6 milioni e quarta nella classifica 2010, un arretramento di posizione che non influisce però sul ricavato, stabile. Lieve arretramento per Airc (ma i democristiani di un tempo avrebbero parlato di “sostanziale tenuta”), il vero gigante del 5 per mille italiano, che raccoglie nel 2010 oltre 54 milioni perdendone 6 rispetto a 2008 e 2009.
E mentre i settori della ricerca sanitaria e scientifica consolidano il loro pacchetto di aficionados (stabili infatti le firme, ben sopra i due milioni per entrambi gli elenchi), crescono i sostenitori dei Comuni e delle associazioni sportive: infatti le firme per i primi aumentano del 5% sul 2009 e del 12% per le seconde.
Fin qui gli aspetti positivi, decisamente preponderanti. A voler essere critici, tuttavia, è da segnalare che cresce nel settore onlus la tendenza a polarizzare le scelte: i contribuenti cioè si orientano sempre più a favore delle organizzazioni più note e articolate, mentre le “piccole” subiscono un’erosione di consensi che pare non arrestarsi. Per capire la portata della concentrazione basti pensare che solo lo 0,6% degli enti del volontariato iscritti ha superato quota 100mila euro (era lo 0,7% nel 2009), il 39% è rimasto sotto la soglia dei mille euro (era il 34% nel 2009) e il 4,4% non ha ottenuto neppure una firma (il 3,9% nel 2009).
Si potrebbe dire che “è la democrazia, bellezza”, come è democratico constatare che ci sono associazioni che “piacciono” ai ricchi e altre ai poveri ? calcolo che si riesce a fare dividendo il numero di firme per l’importo assegnato alla onlus. Un esempio tra le grandi riguarda il confronto tra due associazioni vicine in classifica, il Movimento cristiano lavoratori (13esimo posto) e Save the Children (al 14esimo): a Mcl sono servite quasi 99mila scelte per ottenere 1,6 milioni (16 euro a firma); alla ong invece ne sono bastate 45mila per 1,5 milioni (33 euro a firma). E se non stupisce che la Fondazione italiana per il notariato abbia ricevuto oltre 362mila euro con sole 924 scelte (391 euro a firma), incuriosiscono la cooperativa sociale Il Volo di Monticello Brianza e i suoi 254 euro a firma e l’associazione pedagogica steineriana con addirittura 733 euro a firma (c’entrerà Veronica Lario, convinta steineriana?); strappa decisamente un applauso invece la poco nota The CO2 – Cacciatori di memoria, associazione multimediale di giovani musicisti e videomaker, i cui 7 sostenitori hanno un 5 per mille medio di ben 4.101 euro a testa. Beati loro.
Tempi di recupero
E saranno beati, grazie a una recente decisione del fisco, anche i responsabili delle associazioni che erano state escluse dai 5 per mille degli anni 2009, 2010 e 2011 a causa di errori formali della compilazione o invio della domanda: l’Agenzia delle Entrate con la circolare 13/E ha dato loro la possibilità di regolarizzarsi entro il 31 maggio, effettuando l’integrazione documentale necessaria. Non solo: il provvedimento proroga al 30 giugno 2010 e al 30 giugno 2011 i termini (originariamente fissati al 7 maggio di ciascun anno) entro cui si considerano valide le domande di iscrizione presentate per le rispettive annualità.
Infine è previsto, a partire dal 2011, lo slittamento al primo giorno lavorativo utile di tutte le scadenze relative al 5 mille che cadono di sabato o in un giorno festivo.
Una decisione attesa e opportuna, che avrà però il difetto di prolungare ulteriormente l’attesa per la pubblicazione degli elenchi del 2011, di cui ancora non si sa nulla. Ma questa è un’altra storia.
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