Politica

Tante associazioni, poca cooperazione. Varese dà ma non fa

Giro d’Italia. Il volontariato, provincia per provincia. 1. Varese. Molte iniziative, ma difficoltà a reclutare volontari. E la cooperazione sociale fa fatica a crescere.(di Anna Caldera)

di Redazione

La Svizzera è alle porte. E la senti un po? nell?aria. Un?aria rarefatta dentro la quale sembra si disperdano anche i problemi. Così è Varese, angolo appartato di Lombardia, città che non ama dare nell?occhio, con quella grande barriera di verde e di boschi che la circonda in modo così protettivo. Una città un po? solitaria, in cui ognuno gioca disciplinatamente la sua partita. Mario Frigerio, presidente di un grande consorzio di cooperative, il SolCo, fotografa questa ?varesinità? con efficacia: «Nel dna della gente di qui c?è l?aziendina. Il sogno di tanti miei concittadini è l?impresa, per quanto piccola possa essere». Diversa dunque da Brescia e Bergamo, altri due baluardi lombardi: «Ci manca un po? l?idea di costruzione comune. Forse anche per l?impostazione della chiesa locale, nella Bergamasca e nel Bresciano dalle parrocchie arrivava sempre la spinta a costruire, a fare. Da noi no». Generosità nascosta Non che difetti la generosità da queste parti. Le campagne di raccolte fondi raramente deludono le attese, come sottolinea Anna Maria Bottelli, vicesindaco e assessore alle Politiche sociali del Comune. «Se guardiamo alla nostra storia, si possono vedere quante cose siano realizzate in chiave solidale. Forse farle conoscere meglio sarebbe uno stimolo per seguire quella traccia». Ecco, dunque delineata una prima caratteristica della Varese solidale: grande spirito donativo, scarso spirito cooperativo. «Non è un caso che qui le associazioni siano tante e le cooperative poche». A parlare è Cristina Ronzoni, la battagliera responsabile del Consorzio cooperative sociali di Cardano al Campo. Che continua: «Qui il bisogno non è che manchi, soltanto è più ovattato. Prendiamo le problematiche psichiatriche. Le più toccate sono le fasce femminili, ma spesso le questioni restano sommerse». Colpa di un perbenismo dominante? No. Quasi tutti additano un?altra imputata: la politica. Su questo punto, tra gli esponenti del mondo sociale varesino il coro è compatto. Ma nel coro la voce di Giuseppe Ossola, di Arcisate solidale, è sintetica ed efficace: «I Comuni? Quando parli di assistenza, la parola d?ordine è: meno soldi e meno parole possibili. Le priorità sono altre: strade, strade, strade». Giampiero Colombo, della cooperativa Solidarietà e servizi di Busto Arsizio, conferma raccontando l?esperienza vissuta sulla sua pelle: «Sui servizi alla persona, a furia di gare al ribasso, le conseguenze sono state devastanti. Le persone assistite avvertivano, dal clima che si respirava, di essere svendute». Sicuri che sia solo colpa della politica? Hans Orlini, l?iperdinamico assessore alle Politiche sociali della Provincia (in scadenza di mandato: a Varese si vota il 26 maggio), non cerca giustificazioni, ma prova a ragionare. «La società si costruisce con più teste e più mani. E per ottenere una responsabilità collettiva bisogna partire da una responsabilità individuale, iniziando da chi fa politica. Chi si impegna nel sociale non vuole sentirsi un tappabuchi, per giunta lavorando gratis». Largo ai giovani Varese infatti deve anche battersi con un altro problema: la difficoltà, recente, a reclutare i volontari. Non nasconde il problema Maurizio Ampollini, direttore del Centro servizi per il volontariato, vera anima della solidarietà varesina. «Dopo il boom degli anni 80 e 90, la crescita si è fermata. La ragione? Una volta i volontari venivano dalle fila di chi andava in pensione presto, anche a 50 anni». Anziani e disabili mentali sono le due emergenze rimaste più scoperte dal calo di volontari. Ampollini è preoccupato ma coglie anche l?opportunità di percorrere strade nuove. «Bisogna capire che la figura del volontario è cambiata. Cerchiamo di formare studenti delle superiori e universitari, perché oggi non basta dare del tempo, bisogna essere preparati, per essere veramente utili dal punto di vista sociale». Infatti il Centro servizi, attivo da 4 anni, ha investito molto sulla formazione, «perché la fase pionieristica è passata e dobbiamo abituarci ad affrontare servizi complessi». Info: Il sito del Centro servizi di Varese è: www.cesvov.it Anna Caldera


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