Disabilità
Talenti e desideri, cosa c’è nella Carta di Solfagnano
La Carta di Solfagnano è l'eredità del primo G7 della storia dedicato all’Inclusione e alla Disabilità, chiusosi oggi in Umbria. Otto le questioni individuate come prioritarie. I ministri si dicono «determinati ad articolare le priorità della Carta, traducendole in azioni concrete»
Tredici pagine e otto firme, quella dei 7 ministri del G7 più quella di Helena Dalli, ancora per poco in carica come Commissaria europea per l’Uguaglianza: ecco la Carta di Solfagnano, eredità del primo G7 della storia dedicato all’Inclusione e alla Disabilità, chiusosi oggi in Umbria. Il titolo del documento? “Diritto di tutti alla piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella vita civile, sociale, economica, culturale e politica dei nostri paesi”. Nelle conclusioni, i ministri si dicono «determinati ad articolare le priorità della “Carta di Solfagnano” del G7 traducendole in azioni concrete».
La Carta pone il suo esplicito riferimento culturale nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD), «compreso il principio chiave “Nothing About Us, Without Us”, che sostiene un cambiamento culturale nel processo decisionale per garantire che la comunità delle persone con disabilità sia attivamente e significativamente coinvolta nei processi decisionali e che tutti possano godere del diritto di partecipare pienamente ed effettivamente alla vita civile, sociale, economica, culturale e politica dei nostri Paesi», si legge fin dalla prima pagina.
Il cambio di prospettiva: talenti e desideri
L’impegno, in linea con quanto già affermato a conclusione del G7 di Borgo Egnazia, è «volto a raggiungere e sostenere un radicale cambiamento di prospettiva che mira a eliminare le barriere causate dalla società e pone le persone con disabilità al centro delle politiche di inclusione per massimizzare l’autonomia, l’indipendenza e sviluppare i talenti e le competenze in modo che tutti gli individui siano autorizzati e sostenuti nel realizzare le proprie aspirazioni e i propri desideri», si legge nella carta.
Il protagonismo attivo
E ancora: «Sottolineiamo l’importanza di coinvolgere attivamente, consultare da vicino, ascoltare e dare seguito alle raccomandazioni delle persone con disabilità, delle loro famiglie e dei loro assistenti, nonché delle organizzazioni di persone con disabilità e delle associazioni che le rappresentano nei processi decisionali, al fine di aumentare l’efficacia delle nostre politiche e dei nostri programmi e di accelerare il cambiamento sociale, politico e culturale nelle nostre comunità».
Le otto priorità
Il G7 Inclusione e Disabilità del 14-16 ottobre 2024 ha identificato otto questioni come prioritarie:
- L’inclusione da inserire come questione prioritaria nell’agenda politica di tutti i Paesi;
- L’accesso e l’accessibilità;
- La vita autonoma e indipendente;
- Valorizzazione dei talenti e dell’inclusione lavorativa;
- Promozione delle nuove tecnologie;
- Promozione della dimensione sportiva, ricreativa e culturale della vita;
- Dignità della vita e servizi comunitari appropriati;
- Prevenzione e gestione delle situazioni di emergenza e post-emergenza, comprese le crisi climatiche, i conflitti armati e le crisi umanitarie.
I contenuti delle singole aree sono stati messi a punto nei workshop del 15 ottobre, a cui hanno partecipato anche esperti, accademici e le organizzazioni della società civile, proprio in attuazione del principio “Nulla su di noi, senza di noi”. Ai lavori hanno preso parte anche i ministri di Kenya, South Africa, Tunisia, e Vietnam.
Progetto di vita individuale
Nella Carta di Solfagnano entra il progetto di vita indivoduale e personalizzato, cioè il cuore della riforma della disabilità che l’Italia sta realizzando. È tratteggiato come «un percorso di vita individuale, sviluppato in conformità con i loro desideri e le loro aspettative per una piena ed effettiva partecipazione alla società su base paritaria con gli altri». I ministri riconoscono «la necessità di una forte integrazione tra interventi sanitari, assistenziali e sociali e stiamo lavorando per ridurre la burocrazia e garantire una migliore semplificazione dei processi amministrativi per assicurare un più facile accesso al sostegno e ai servizi».
Scegliere dove e con chi vivere
Si esplicita l’obiettivo di arrivare «a garantire che le persone con disabilità possano scegliere come, dove e con chi vivere e superare gli ostacoli e le barriere che limitano o impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla vita della comunità».
Tecnologie assistive
Nella carta di legge l’impegno dei ministri del G7 «a promuovere lo sviluppo di strumenti tecnologici nuovi e accessibili, nonché di tecnologie assistive e la formazione di nuovi professionisti con competenze specifiche come importanti fattori di supporto alle persone con disabilità».
Il capitolo lavoro e il riconoscimento del ruolo del Terzo settore
Nell’ambito delle politiche attive del mercato del lavoro, «ci impegniamo a considerare, valorizzare e garantire le preferenze e le aspirazioni delle persone con disabilità, comprese quelle con disabilità intellettiva o psicosociale», E ancora: «Riconosciamo la competenza e l’esperienza delle imprese e delle organizzazioni del terzo settore, in particolare di quelle guidate da persone con disabilità, e il loro ruolo nella gestione di pratiche occupazionali inclusive per le persone con disabilità, in particolare nel quadro dell’economia sociale. Sosterremo questi modelli organizzativi che mettono al centro le persone con disabilità e puntano allo sviluppo dei talenti e delle capacità di ciascuno».
Il ruolo della cooperazione
Nelle conclusioni, i ministri sottolineano «l’importanza della cooperazione internazionale per far progredire i diritti delle persone con disabilità in tutto il mondo. L’inclusione della disabilità è un fattore essenziale per lo sviluppo sostenibile e siamo determinati a intensificare la nostra azione per non lasciare indietro nessuno. Pertanto, sosterremo gli impegni per il Vertice globale sulla disabilità che si terrà a Berlino il 2 e 3 aprile 2025».
Foto da ufficio stampa ministero per le Disabilità
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