Nei tagli annunciati e poi disconosciuti sono incappati anche i patronati. Un emendamento alla manovra prevede infatti una riduzione, a partire dal prossimo anno, dell’aliquota con cui sono finanziati. Si passerebbe dallo 0,226% allo 0,178%. Un taglio secco di 87 milioni di euro che è stato respinto dal coordinamento dei patronati.
«Saremmo costretti a ridurre i servizi, a ripensare la nostra presenza territoriale» è l’allarme lanciato da Damiano Bettoni, direttore generale del patronato Acli. «Il calo di risorse inciderebbe in modo significativo, tanto più che già ora moltissime prestazioni non sono considerate per i finanziamenti» e, come ricorda Carlo Costalli, presidente Mcl (nella foto), i patronati vivono anche «con i contributi che versano i lavoratori».
Quindi, se passasse la norma, non sarebbe improbabile un ridimensionamento. L’ipotesi pare però non piaccia a Maurizio Sacconi che sul contributo dei patronati aveva dimostrato di contarci (lo ricordano i due decreti attuativi firmati e voluti dal titolare del Lavoro perché potessero essere utili alla pubblica amministrazione e agli enti locali).
L’annuncio (per la verità passato ai fatti: l’emendamento è passato in commissione Bilancio) sembra perciò accompagnato dalla strategia delle promesse riservate. «Abbiamo avuto rassicurazione informale dai ministri interessati che ci sarà un emendamento che dovrebbe modificare quanto previsto fin qui. Pare si stia pensando a un congelamento dei contributi al 2010. Un’ipotesi sulla quale siamo disponibili a confrontarci», conclude Bettoni.
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