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Tagli anche alla cooperazione allo sviluppo. La protesta delle ong

Per la prima volta dal 2012 si penalizza la cooperazione verso i Paesi poveri e ci si deresponsabilizza nei confronti delle aree di crisi umanitaria, con un taglio alle Agenzie delle Nazioni Unite di 32 milioni di euro e un blocco rispetto all’impegno garantito di 40 milioni di risorse per il settore

di Redazione

Nonostante le promesse di aumento, rispetto all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps, in foto il viceministro Del Re con il premier Conte) è la prima volta dal 2012 che si penalizza la cooperazione internazionale verso i Paesi poveri e ci si deresponsabilizza nei confronti delle aree di crisi umanitaria, con un taglio alle Agenzie delle Nazioni Unite (UNICEF, UNHCR, eccetera) di 32 milioni di euro e un blocco rispetto all’impegno garantito di 40 milioni di risorse per il settore.

Le rassicurazioni di parte del governo sulla pronta revisione correttiva alla riapertura delle Camere rispetto al raddoppio dell'IRES previsto dalla Legge di Bilancio in approvazione in queste ore, che colpisce molta parte del volontariato sociale, anche organizzazioni socie di AOI, non eliminano il clima di sfiducia e preoccupazione per le misure della manovra da parte del mondo non profit.

"Non vi è consapevolezza negli esponenti di questo governo del valore della sussidiarietà che ha garantito nel nostro Paese coesione sociale e attivazione di virtuosi modelli di welfare apprezzati in Europa e nel mondo" dichiara Silvia Stilli, portavoce di AOI. "Rilevo una linea di continuità tra gli attacchi al lavoro umanitario delle Ong e dei giovani volontari come Silvia Costanza Romano e le dichiarazioni di vice ministri e ministri di questo governo che, parlando di utili civilistici del non profit, alimentano un clima di sospetto ingiustificato. Ormai da tempo le organizzazioni del Terzo Settore si stanno dotando di strumenti e metodologie di gestione, valutazione e verifica del proprio operato e impatto sociale basati sulla trasparenza e sulla corretta comunicazione interna ed esterna. Le Ong impegnate nella cooperazione e solidarietà internazionale sono state tra le prime ad adottare misure in tal senso. Bisognerebbe renderlo pubblico con più determinazione ed efficacia".

Nelle ultime ore il quadro complessivo della manovra finanziaria ci presenta un Paese meno solidale e attento alle sfide dell'Agenda 2030 per sconfiggere la povertà e l'ingiustizia sociale a livello locale prima ancora che globale: è un dato di fatto, come affermano opinionisti ed economisti esperti. L'Italia che uscirà dal voto parlamentare su questa Legge di Bilancio sarà meno autorevole non soltanto in Europa, ma anche nello scenario internazionale.

Quale sarà la voce nel budget destinato alla cooperazione allo sviluppo dell'Italia che vedrà il taglio dei 40 milioni di euro?

"Il Consiglio Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo, dove sono rappresentati tutti gli attori pubblici e privati, non viene convocato da quando è in carica il Ministro Moavero. L'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) da molti mesi è senza un direttore formalmente nominato. In questa situazione di incertezza e ridotta operatività, non è facile capire quali siano gli indirizzi prioritari che si intendono dare al prossimo triennio per la cooperazione internazionale e come allocare le risorse destinate". Queste le preoccupazioni espresse dalla Portavoce di AOI.

Nonostante le dichiarazioni e l'impegno della Vice Ministra alla cooperazione internazionale Emanuela Del Re per rafforzare la presenza italiana nel quadro dell'APS mondiale, i tagli della manovra finanziaria mettono in pericolo gli obiettivi raggiunti e la possibilità di continuare a svolgere un ruolo importante più complessivamente per la politica estera del nostro Paese.

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